Sogno e Realtà - L'abisso

98 3 47
                                    

Il giorno successivo fu come i precedenti: soliti compagni, stessi professori e scuola. Non erano sicuri se quel posto gli sarebbe mancato alla conclusione di quel progetto, ma lo avrebbero sperimentato presto. (Cherry era fuori dalla lista fin dal principio di persone da compiangere, per quanto dolce, ma la sua mente era un avversione per il genere umano.)

Sophie si lasciò scivolare senza forze sulla sedia, al solito banco, vicino Amanda, salutando Max, altrettanto stanco per altri motivi.
Questo incuriosì le due ragazze in maniera diversa, continuarono quel giorno di lezione, chiedendo poi al coniglio cosa stesse succedendo al ragazzo, non ottenendo risposta.

La biondina chiuse gli occhi un momento, sospirando, ripensando alla sera precedente si sentiva ancora più stanca, il corpo pesante, i pensieri febbrili la fecero scattare in una posizione irrigidita, sentendo una cartaccia colpirla sulla testa.
Era fin troppo tesa e non andava bene, neppure riusciva a controllarsi, era assurdo.
La paura che provava la terrorizzava, non riusciva a dare un volto a quella persona o "entità" che le procurava quel orribile sensazione.
Il ricordo di quelle immagini non le piaceva, ma tornò a quel momento.

-

Era arrivata di corsa a casa.
Rimasta sola si era sentita terribilmente osservata, stranamente la paura aveva preso il sopravento e l'aveva guidata fino alla sua meta, ma avrebbe potuto continuare ad avanzare fino ad un altro posto. Un luogo ancora più sicuro di quello, ma senza genitori altamente addestrati e la sua migliore amica a guardarle le spalle, no, un posto persino più solitario e nascosto. Scivolò velocemente oltre la soglia, richiudendo la porta con cura.
I piedi le dolevano, il freddo che le attanagliava le ossa si era smorzato con il tepore delle stanze. La famiglia riunita sul divano la stava guardando dubbiosa, si lasciò ricadere vicino ad Amanda.
"Che stavate facendo di bello?" chiese riprendendosi in fretta dallo stato di shock.

Fu il padre a parlare. "Stavamo pensando che ti fosse successo qualcosa.."
Deglutii e sorrise.
"No no, sono rimasta un po a parlare.. Forse troppo!" anche se aveva pensato, un solo secondo, di dire qualcos'altro come:
"Sarà stato un attacco da "spianoia".. Credevo che qualcuno di estraneo mi stesse fissando, ma non credo.."
Buttò la cosa sul ridere, senza pronunciare ad alta voce quelle parole.

"Andate a dormire su, domani questa bella serata sarà purtroppo un bel ricordo" con un gesto eloquente la madre di Amanda indicò le scale, l'ultima arrivata seguì la ragazza al piano di sopra con andatura meccanica.

Non aveva ancora aperto bocca da quando erano rimaste sole e quel silenzio, era ben poco rassicurante. Si sedettero sul suo letto, l'una vicino all'altra, Amanda appoggiò la testa alla sua spalla, facendola sorridere con tutti quei riccioli a sfiorarle la pelle.
"Cos'è successo davvero? Cerca di non pensare per una volta o ti ritroverò chissà dove per il mondo.. E senza di me a guardarti le spalle saresti perduta, ammettiamolo!" disse con tono canzonatorio, Sophie non alzò gli occhi al cielo od altro, l'abbracciò annuendo.
"Non immagini quanto è vero cara Amanda mia! E.. Mh.. Mi stavano seguendo, almeno.. Ho avuto questa sensazione.." la guardò con franchezza, alla ricerca dello sguardo saggio della "sorella", che nel frattempo si era raddrizzata e valutando le sue parole. La luce nei suoi occhi non riuscì ad identificarla e capitava di rado, alzò lo sguardo alle stelle sul soffitto un momento. Sapeva cosa le aspettava, quando il tono pacato della riccia non iniziò a scandire il tempo.
"Quanti?"
"Uno."
"Che mezzo?"
"Una moto."
"Ti ha seguita fino a qui?"
"Non lo so."

Ripiombò nel silenzio, elaborando, tornò a guardarla negli occhi. Sospirò.

"Male Sophie. Dovremmo guardarci le spalle dal nostro guardiano, probabilmente.." si avvicinò alla scrivania dov'era il portatile.
"E abbiamo un codice da decifrare entro quarant'otto ore."

Sogno e Realtà (Thunderman serie) [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora