Le mie dita accarezzano per l'ennesima volta la piccola scritta alla fine del foglio.
Ha sempre avuto una calligrafia terribile, così disordinata ed infantile da rendere impossibile persino a lui a volte riuscire a decifrare i suoi appunti di inglese.
E, per questa ragione, l'ho preso in giro tante di quelle volte che, ripensandoci adesso, mi prenderei a schiaffi da solo. Ma era così bello quando mi sbraitava contro, così piccolo.
Continuo ad accarezzare il suo nome impresso sul foglio, sulla lettera che mi ha scritto per un compleanno, un paio d'anni fa. Vorrei poter accarezzare il suo viso, vorrei poterlo vedere chiudere gli occhi grandi ed andare incontro alle mie carezze.
Chissà se anche lui ne sente la mancanza. Chissà se gli manca il mio tocco, chissà se gli manca il modo in cui tutte le sere gli accarezzavo i capelli fino a farlo addormentare. Chissà se gli manco.
Ripongo la lettera nel cassetto con cura. Ho paura di perderla.Mi manchi, amore.
Sul comodino ci sono diverse tue foto, e in ognuna di esse sorridi guardando l'obiettivo, guardando me.
Immagino sia una delle poche cose che mi restano di te, no?
Non so se sia giusto dire che ho paura di perdere anche te. Immagino di averti già perso.
Non lo so, non ne ho idea, non lo sai nemmeno tu.
Continuo a pensare a te. Penso ai tuoi occhi, penso al tuo sorriso, penso ai tuoi capelli sempre o troppo lunghi o troppo corti. Penso alle tue mani e a quanto mi mancano le nostre dita intrecciate. Mi mancano anche le tue labbra, sai?Ho avuto modo, in questi giorni, di pensare e ripensare a svariati momenti che abbiamo vissuto insieme.
Siamo sempre stati la tipica coppia che fa invidia a tutti. Siamo stati troppo perfetti, amore; così tanto che mi riesce impossibile non pensare a te, a noi, al nostro futuro che forse non si realizzerà mai.
E noi ci abbiamo sperato così tanto. L'abbiamo sognato, abbiamo fantasticato così tanto, certi del fatto che prima o poi sarebbe diventato la realtà. Dopotutto, è questo che fanno due persone quando si amano. E noi ci amavamo, ci amiamo.Riesco ancora a sentire la tua risata. Che fosse causata da una stupida battuta o dal mio solletico, quella maledetta risata era sempre musica per le mie orecchie.
Ridi anche senza di me, vero?
Ridi ancora di cuore come quando ti stringevo tra le mie braccia?
Io rido ancora, sai?
Mi distraggo, rido, e forse fumo un po' troppo, però rido. Ma il dolore non mi lascia nemmeno per un istante.
È sempre qui, grava sempre sul mio petto, brucia e mi corrode. Ogni respiro fa male.Lascio stare le fotografie e mi butto a peso morto sul letto. Devo smetterla di parlare con lui. Lui non è qui.
Mi addormento senza nemmeno accorgermene e, quando mi sveglio un paio d'ore dopo, mi rendo conto di aver pianto.
Provo un sincero e profondo disgusto nei miei confronti. Mi fa schifo essere così debole, mi fa schifo non avere il controllo di me stesso, che il mio stato d'animo dipenda da qualcosa -qualcuno- che non posso controllare.
Vorrei tanto non essermi svegliato.Quando esco di casa sta già facendo buio. Mi rendo conto che ogni cosa, tutto ciò che incontra i miei occhi, mi fa in qualche modo pensare a lui.
È come se fosse ovunque, non mi lascia scampo.
È andato via, e la sua assenza è così forte e presente da martellarmi il petto fino a farmi male.
Percorro sempre lo stesso tragitto, quasi meccanicamente. Ormai è diventata un'abitudine, tanto che non ho nemmeno bisogno di prestare attenzione a che strada imbocco e dove metto i piedi. E, se durante il tragitto non presto particolare attenzione alle macchine e non attraverso sulle strisce pedonali, continuo a ripetermi che non è perché spero che mi succeda qualcosa di davvero, davvero brutto.
Non sono una persona autolesionista, no?Quando arrivo, il cielo è ormai buio. Mi siedo sulla panchina su cui eravamo seduti quando ci siamo baciati con una canzone di Jason Derulo in sottofondo.
Il ricordo è così vivido, così reale da farmi male. Odio ricordare.
Tra i due, sono sempre stato io quello più propenso a ricordare sempre ogni minima cosa nel dettaglio.
Eppure, mi rendo conto che ci sono anche svariate cose che ho dimenticato, ricordi che stanno tornando a galla soltanto adesso.
Come quella serata in spiaggia.Mi domando se anche lui la ricorda. Se non lo fa, francamente non gliene faccio una colpa. L'avevo dimenticata anch'io. Chissà quanti altri ricordi, quanti altri momenti insieme mi verranno in mente più in là, più passa il tempo e lui ancora non c'è.
Non so come ho potuto dimenticare la sensazione di noi due stretti su una tovaglia da mare, a goderci la spensieratezza e il silenzio della sera e il cielo stellato, il rumore delle onde del mare di sottofondo.
Come ho potuto dimenticare?Ma forse sarebbe meglio dimenticare tutto una volta per tutte, no?
Svegliarmi un giorno e non avere memoria delle sue labbra sulle mie, delle nostre mani unite e dei milioni di momenti passati insieme.
Vorrei dimenticare davvero. Cancellarlo dalla mia mente e dal mio cuore. Buttare la nostra foto che tengo con cura nel portafogli, così come tutte le altre appese al muro di camera mia. Voglio bruciarle, voglio mandare a fuoco ogni singolo ricordo che ho con lui.
Buttare le foto non basta. Dovrei dare fuoco alla casa intera. Ogni suo angolo mi ricorda lui, e mi ricorda che lui non c'è più.
Deve bruciare, e forse dovrebbe bruciare con me all'interno.Quando mi alzo dalla panchina mi accorgo che fa freddo. Fa freddo e ho fame. Quand'è stata l'ultima volta che ho messo qualcosa sotto i denti?
Non ha importanza, non mi va nulla.
Mentre mi trascino nuovamente a casa realizzo che piove, ma non so dire bene da quanto. È come se ci fosse uno spesso vetro che mi separa dal mondo esterno. Ogni cosa arriva alle mie orecchie come un suono lontano e ai miei occhi come un'immagine distorta.
Sto forse impazzendo?Mi sento così debole, così stanco.
Il dolore persiste e vorrei soltanto metterlo a tacere, soffocarlo, farlo sparire una volta per tutte. E, se per farlo è necessario che sparisca anch'io, non m'importa davvero tanto. Forse sarebbe meglio così.
Detesto essermi ridotto così. Essere innamorati fa davvero schifo.
Non credo più nelle promesse, non credo più nei per sempre. Non è che pensi che le sue parole fossero solo bugie; sono per certo che, quando mi diceva che sono l'amore della sua vita, lui ci credeva davvero.
Eppure eccoci qui.
No, eccomi qui. Da solo, senza di lui.
Quelle promesse, adesso, non sono altro che l'ennesimo ricordo che andrebbe bruciato.Poco dopo essere tornato a casa accendo una sigaretta. Muoio dalla voglia di sentire i polmoni riempirsi di fumo. Voglio avere il controllo.
Di nuovo, il fatto che poco dopo lasci cadere con noncuranza la cicca di sigaretta ancora accesa sulle lenzuola raggomitolate ai piedi del letto, non è affatto un gesto compiuto nella speranza che le stramaledettissime coperte vadano in fiamme. No di certo.Vorrei solo che tu fossi qui per davvero. Detesto questo limbo, detesto vederti ovunque ma allo stesso tempo non averti mai al mio fianco.
O ci sei, o non ci sei. Basta vie di mezzo, ne ho abbastanza di tutta questa sofferenza.Mi rigiro l'accendino tra le mani e quasi mi viene da ridere. Forse dovrei smettere di aspettare un segno da parte degli altri. Forse dovrei smetterla di sperare che torni, così come dovrei smetterla di sperare che qualche guidatore più disattento possa prendermi in pieno con la macchina.
Voglio avere il controllo.La puzza di benzina mi pizzica il naso. È un odore forte, lo so, ma anche questo arriva sempre come attutito ai miei sensi. Mi sento ancora rinchiuso in questa bolla, sento ancora un vetro che mi separa da tutto il resto. Spero che il fuoco bruci anche questo.
Accendo un'altra sigaretta e la fumo fino a che non resta più nulla da aspirare. Mi viene da ridere, di nuovo.
La guardo, ne resta davvero molto poca, giusto ciò che basta perché sia ancora accesa. La lascio cadere per terra.
Poi, giusto per essere sicuro, lascio cadere anche l'accendino in funzione.L'odore di bruciato arriva chiaro e forte al mio naso, il fumo mi fa lacrimare gli occhi e il calore del fuoco inizia a darmi fastidio.
Non mi sento più stordito. Tutte queste sensazioni vengono percepite dai miei sensi senza alcuna barriera, senza alcun vetro che mi separi da quella che è la realtà.
Come ho fatto a resistere per così tanto tempo?Tutto mi parla di te e io non lo sopporto più. Le lettere bruciano, le foto bruciano, le tue vecchie magliette sparse per la mia camera bruciano. L'intera casa brucia. Ed io, che sono forse lo scrigno che, tra tutti, contiene più ricordi, brucio con essi.
Mi dispiace, dico davvero, ma preferisco questo che smettere di amarti.
_______________________________________Perdonate l'angst, non è davvero mia abitudine ma avevo estremamente bisogno di scrivere questa cosa.
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memories on fire; taekook
Short Story"Buttare le foto non basta. Dovrei dare fuoco alla casa intera. Ogni suo angolo mi ricorda lui, e mi ricorda che lui non c'è più. Deve bruciare, e forse dovrebbe bruciare con me all'interno." _________ "I live through pictures as if I was right the...