"Pensavo fossi diversa. Mi hai soltanto usato!"
"Non ti ho usato. Credevo davvero di poter tornare ad essere felice con te."
"Si? Quindi tutto questo amore immenso che provi per Iker lo avevi magicamente dimenticato? Ma chi vuoi prendere in giro?"
"Ora stai esagerando..."
"Io sto esagerando? Mi hai soltanto illuso, Marisol!"
"Non mi sembra di averti mai giurato amore eterno!"
Àlvaro era fuori di sé. Sapevo che aveva atteso con ansia la fine della partita per poter festeggiare con me il passaggio del turno, ed io non lo avevo certo accolto come lui sperava.
Gli avevo confessato di non aver mai dimenticato Iker, nonostante ci avessi provato. Tra le lacrime gli avevo chiesto scusa, avevo cercato di addolcirgli la pillola, ma lui aveva cominciato ad urlare, rinfacciandomi ogni mio errore.
Nonostante tutto, dopo la conversazione con Iker, fuori dal Bernabeu, non avevo più avuto alcun dubbio.
Il sentimento che avevo cercato in tutti i modi di sopprimere nelle ultime settimane, aveva rotto le barriere, era cresciuto a tal punto da venir fuori da ogni parte di me.
Quando lo avevo visto a testa bassa, davanti a me, imbarazzato e triste per l'errore che aveva commesso, non avevo potuto frenare l'impulso di stringerlo e consolarlo.
Avevo tentato di essere forte, e di mettere avanti l'orgoglio, ma come mi era già successo più di una volta, davanti ad Iker, l'orgoglio andava in pezzi.
'L'amore vince su tutto.', ripetevo a me stessa con un sorriso, ogni volta che ci ripensavo.
Mentre pensavo a tutto questo, guardavo Àlvaro gesticolare, furioso.
"Ascolta Àlvaro, so che sei arrabbiato, ma non potevo continuare a far finta di niente. Fingere che tra noi andasse tutto bene, quella sì che sarebbe stata una presa in giro. Io amo Iker... Non posso negarlo a me stessa.", lo interruppi, con una calma quasi surreale per quello che era il clima della conversazione.
"Bene, tanti auguri allora.", sbottò Morata, andando via scuotendo la testa.
Non ero certo contenta di averlo salutato in quel modo, ma l'unica cosa che mi importava in quel momento era abbattere anche l'ultimo ostacolo che mi separava da Iker.
Sorrisi, sentendomi immediatamente più leggera e telefonai ad Iker, che rispose subito, quasi non stesse aspettando altro che sentire il suo iPhone squillare.
"Pronto?"
"Ciao..."
"Allora? Ci hai parlato?", chiese nervoso.
"Si, è appena andato via..."
"Oh bene, e come è andata?"
"Passo da te tra qualche minuto e ti spiego tutto.", dissi, tenendo sulle spine Iker, che acconsentì immediatamente.*******
Misi giù.
Ero fiducioso ma incredibilmente agitato.********
Mi aggiustai il trucco, e indossai un vestitino pulito.
Poi mi misi in macchina e raggiunsi velocemente la villa di Iker.**********
L'attesa era logorante.
La aspettavo, camminando nervosamente per il salotto.
Mi precipitai ad aprire la porta, non appena sentii il rumore di un paio di tacchi sul marmo del vialetto all'ingresso.
"Non ho nemmeno suonato il campanello!", rise dolcemente Marisol allungando il passo per raggiungermi più velocemente.
La abbracciai forte, spaventato all'idea che la discussione con Àlvaro non fosse andata come speravo.
"Allora? Come è andata?", chiesi.
Marisol sorrise, notando la fretta che avevo di conoscere l'esito di quella conversazione.
"Beh, diciamo che ora mi odia alla grande", rise piano.
"Vuoi dire che...?"
"Si, amore mio.", mi interruppe.
"Sono di nuovo tutta tua.", aggiunse guardandomi negli occhi, che piano cominciavano ad inumidirsi.
La sollevai e la baciai dolcemente.
"Amore mio", le sussurravo stringendola forte a me.
"Amore...",continuavo a ripetere come se non riuscissi a credere di poterla chiamare nuovamente in quel modo. Come fosse tutto ciò che avessi mai desiderato.
"Si, amore, lasciami respirare, però.", rise mentre scioglieva piano l'abbraccio in cui l'avevo accolta.
Non riuscivo a staccare gli occhi da lei, le tenevo il viso stretto tra le mani, accarezzandola con dolcezza e posandole dei piccoli baci a stampo sulle labbra.
"Ti amo. Non sai quanto.", le sussurrai a fior di labbra.
"Ti amo anch'io, Iker. E vorrei dirti altre mille cose..."
"Prova a dirmene qualcuna, allora..."
"Beh, io...In questi mesi, ho pensato a te continuamente. Ho capito che sei tutto ciò di cui ho bisogno, tutto ciò che ho sempre desiderato e che l'amore che provo per te mi ha dato la forza per andare avanti ogni giorno."
Sorrisi e le asciugai una lacrima che, silenziosa, scendeva lungo le sue guance.
"Ne abbiamo passate tante, ma siamo ancora qui, in qualche modo. Ho fatto errori terribili, ti ho messo fretta, ti ho spaventato, ho mandato tutto all'aria, e ne sono profondamente dispiaciuta. Ma se sono ancora qua, sul divano di casa tua, a tenerti le mani, qualcosa di buono devo pur averlo fatto.", rise dolcemente.
"Per questo ti chiedo scusa se ti ho ferito, ma ti assicuro che ripeterei ogni cosa perché spostando anche una sola virgola di questa nostra storia, forse le nostre strade si sarebbero divise per sempre.
Ci siamo fatti del male ma l'amore è anche questo. Prove su prove. E noi ce l'abbiamo fatta, amore. Sei la mia vita e non voglio passare mai più un solo secondo lontana da te.", concluse gettandomi le braccia al collo, emozionata.
Io non dissi nulla, la baciai con tutta la passione che avevo celato fino a quel momento.
La feci sdraiare sul grande divano e le dimostrai tutto il mio amore, diventando con lei una sola cosa, per la prima volta dopo un tempo che ad entrambi era sembrato interminabile.
"Amore?", la chiamai dolcemente, accarezzandole i capelli, mentre il respiro tornava regolare.
"Dimmi..."
"Si."**********
"Si cosa?", gli chiesi, mettendomi a sedere.
Iker mi prese il mento con le dita e incatenò i suoi occhi ai miei.
"Si. Voglio sposarti.", sorrise, stringendomi le mano.
Sgranai gli occhi, poi lo strinsi nell'abbraccio più dolce che potessi immaginare.
"Ti amo, ti amo, ti amo.", gli ripetevo tra un bacio e l'altro.
"Anch'io. Da impazzire."********
"Andrès! Quante volte devo dirti di non giocare a calcio in giardino dopo che ha piovuto? Guarda come hai combinato la maglietta nuova!"
"E dai amore! È un Casillas! Cosa ti aspettavi?", intervenne Iker, prendendo il piccolo in braccio che immediatamente si strinse al papà, mortificato per il rimprovero ricevuto.
"Mai una volta che tu non lo difenda! Questo bambino crescerà pensando che sua madre è una strega cattiva e suo padre il supereroe pronto a salvarlo.", mi lamentai sarcastica.
"Scusa mamma...", mi interruppe Andrès, con lo sguardo basso.
Gli accarezzai una guancia e gli schioccai un dolce bacio.
"Va bene, amore. Ora vai a giocare con Julia in salotto.", gli dissi rassicurante.
Il piccolo obbedì immediatamente e raggiunse la figlia di Valentina e Sergio, che giocava tranquillamente davanti al televisore.
"Sembra che vadano molto d'accordo.", disse compiaciuto Iker guardando i due ultimi arrivati ridere sereni.
"Sembra di si..."
"Magari dovremmo pensare a regalargli un fratellino...", azzardò guardandomi di sottecchi, per constatare gli effetti della sua affermazione.
"Un fratellino? Sono appena uscita dalla gravidanza!", replicai, voltandomi.
"Amore, non vorrei mai contraddirti, ma Andrés compie quattro anni tra un mese.", rise accarezzandomi.
Mi fermai un momento a pensare e poi allargai un sorriso.
"Certo che il tempo corre...", osservai.
"Mi sembra solo ieri il giorno di quell'incidente...", aggiunsi.
"Non pensarci, amore.", mi tranquillizzò Iker cingendomi i fianchi da dietro.
"Quel bambino che hai perso, è tornato da te.", mi disse indicando il piccolo Andrés che si divertiva a fare i dispetti allo zio Sergio.
"Lo so. È tornato da noi.", gli sorrisi.
Iker mi baciò e fece intrecciare le nostre mani.
Le fedi alle nostre dita si toccarono, riportando alla mente i ricordi del nostro matrimonio.
Eravamo felici, finalmente.
Appoggiai la testa nell'incavo del collo di Iker e gli sussurrai il 'grazie' più sincero che potessi.
Iker mi guardò negli occhi, sollevandomi il viso.
"Siamo io e te.", disse.
"Per sempre".*FINE*
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Esclava de sus besos
RomanceFanfiction sul grande Iker Casillas. PERSONAGGI: Marisol Ramos, Valentina Gutiérrez, Sergio Ramos, Iker Casillas e altri giocatori del Real e della nazionale Spagnola. DISCLAIMER: I personaggi famosi citati in questa storia non mi appartengono; tutt...