Capitolo 1

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Ho sempre pensato che lui fosse rimasto con me a vita, come quando ci si promette da bambini che ci si vorrà bene in eterno.
Peccato che tutto finisce, persino il nostro bene.
Riccardo è cresciuto e ha dovuto seguire ciò che il cuore gli consigliava.
Ha lasciato l'Italia ed è volato in America per studiare ciò che a lui davvero interessava.
È stato il fratello che non ho mai avuto.
Abbiamo vissuto qualsiasi genere di esperienza insieme: bloccati in Canada, sospesi per aver rapito la prof e, la più bella di tutte, bloccati sulla ruota panoramica per 8h.
Senza Riki la mia vita è una continua routine: mi sveglio, faccio colazione, vado a scuola, torno a casa, mangi0, studio, le mie amiche mi invitano ad uscire, io rifiuto, mangio, vado a dormire e poi di nuovo da capo.
Lui si è portato via con sé anche la mia gioia e la mia allegria.
Si è portato via il mio sorriso.
Mi manca davvero tanto: è come il pane senza la marmellata, la macchina senza ruote, l'uomo senza il sangue.
Potrei sembrarvi esagerata ma no, Riccardo è tutto questo per me e mi manca terribilmente.
Ciò che mi manca di più è la sua presenza fraterna che aveva con me.
La sua protezione e la gelosia che provava per me.
Mi vedeva come una cosa solo sua.
Quella mattina, appena arrivai a scuola, mi avvicinai alle uniche persone che mi erano rimaste in tutta quella merda.
Shady e Vittoria erano sempre state molto comprensive. Sapevano quanto soffrivo per tutto quello che era successo, sapevano che mi mancava.
Ci dirigemmo nell'aula dove si sarebbe svolto l'augurio di Natale da parte della preside.
Non potevo crederci: le vacanze stavano per iniziare ma Riki non c'era.
Non avrei più fatto quel pupazzo di neve strambo, non avrei più fatto l'angelo di neve, non avrei più sceso le collinette sul bob con lui.
Non riuscivo a realizzare veramente cosa era successo, anche se erano passati quasi tre mesi.
Mi sedetti a caso nella platea e chiusi gli occhi per cercare di non piangere.
«Hai una sigaretta?» mi domandò d'improvviso un ragazzo accanto a me.
Lo guardai sbigottita.
«Scherzi vero?»
Scosse la testa da destra a sinistra.
«Partendo dal presupposto che qui non si fuma, io non mi sento responsabile di procurarti altro cancro ai polmoni per aggiungerti altro male oltre a quello che già hai.» dissi innervosita.
«Ce l'hai questa sigaretta?» mi domandò guardandomi.
Incrociai le braccia e iniziai a guardare il vuoto per evitare di incontrare il suo sguardo.
«Non fumo.» dissi decisa.
Quel ragazzo mi sorrise e poi si morse le labbra.
«Mi piaci già...»
«Federica Carta.» dissi freddamente.
«Lucas Bicego» disse porgendomi la mano.
Per educazione, feci lo stesso e la strinsi.
Dopo ciò l'assemblea iniziò perciò decisi di non parlagli più per ascoltare le parole del preside.
Ogni tanto guardavo cosa faceva ma appena mi voltavo, lo vedevo che mi fissava.
Una volta terminati i saluti io mi alzai di scatto e cercai di uscire da quella sottospecie di inferno.
Aspettai fuori le mie amiche quando improvvisamente venni raggiunta da Lucas.
«Perché sei scappata?» disse ridendo.
«Devo andare a...»
«Ti va di uscire?» disse interrompendomi.
«Ehm, sì. Dovrei esserci sabato.»
«Io intendevo stasera.» continuò lui leccandosi le labbra.
«Potesti essere un maniaco omicida!» dissi ridendo.
«Dai su Federica.» continuò lui avvicinandosi di più a me.
Vidi Shady e Vittoria fare segno di seguirle perciò presi lo zaino.
«Ok, va bene.»
«Mi dai il tuo numero?» mi domandò sorridendo.
«No, devo andare a casa»
«Come faccio a chiamarti.» mi domandò mentre me ne stavo andavo via.
«Trovami e avrai la tua uscita con me!» dissi ridendo.
Una volta dopo aver raggiunto Shady e Vittoria trovai in fondo alla strada Mike e Andreas, i migliori amici di Riki.
Corsi da loro e gli abbracciai.
Li strinsi forte anche perché la loro presenza mi ricordava molto quella di Riki.
«Perché siete qui?» gli domandai una volto dopo essermi staccata.
«Più tardi lo scoprirai.» disse Andreas sorridendomi.
Incominciammo a camminare.
Andreas e Mike avevano un gran fretta e andavano a passo ben spedito.
Appena mi trovai davanti alla porta di casa mia Andreas mi rimproverò dicendomi di muovermi ad aprire la porta.
Mi girai e vidi che tutti avevano in mano il telefono pronti a filmare.
«Ma state scherzando? Adesso vi mettete a riprendermi?» dissi ridendo.
«Apri questa porta e stai zitta!» disse Shady urlandomi addosso.
Aprì la porta, voltai lo sguardo verso il salotto e vidi i miei genitori seduti sul divano.
Di fronte a loro, sul divano nascosto dalla parete, c'era seduto qualcuno ma non riuscivo a capire chi era.
I miei amici entrarono e si misero dietro le mie spalle.
«Mamma, papà, chi è venuto a trovarci?» domandai un po' curiosa.
Mi avvicinai piano piano al divano.
D'improvviso si alzò e appena lo vidi in faccia scoppiai a piangere.
Com'era possibile tutto ciò?!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2018 ⏰

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