White&Blue

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“Filì, eddaje” sussurrò Simone guardando l’amico. Tutta la squadra bianca sapeva di essere ripresa dalle telecamere costantemente e al contrario del biondo, Filippo aveva fatto giurare a tutti di mantenere il segreto fino alla fine del programma. Il ragazzo sapeva che le reazioni del pubblico avrebbero potuto essere varie tra loro: chi lo avrebbe accettato subito, sostenendolo e palesarsi come vero fan e chi, invece, si sarebbe dimostrato disgustato dalla situazione. Certamente Filippo non voleva perdere e nemmeno acquistare fan da tutta questa situazione.

Per questo in quel momento si trovava in un angolo, lontano da tutti, facendo finta di provare una canzone della quale poco gli importava. Ed era davvero questo il problema. Da quando lo avevano separato da Einar, Filippo non riusciva a concentrarsi, non dormiva e spesso si ritrovava a piangere da solo la notte nel suo letto, perché ‘Irama non piange’.

Si schiarì la voce e vide Simone allontanarsi da lui, avvicinandosi ad Emma e dandole un buffetto sul fianco, facendola sobbalzare e ridacchiare.

Filippo, che aveva assistito alla scena, chinò di nuovo il capo e sospirò, ricordando che lui non poteva più toccare Einar. Gli era sempre sembrato strano che la produzione non dicesse nulla sul modo in cui si toccavano, si guardavano e poi il tutto veniva trasmesso in diretta televisiva. Poi aveva capito che stavano aspettando solo il momento giusto per separarli, credendo che in questo modo gli ascolti sarebbero saliti. Filippo si morse il labbro e poi il professore al piano lo richiamò chiedendogli di cantare il suo pezzo. Infondo, come aveva detto Maria, loro erano in quella scuola per cantare e ballare, non per innamorarsi.

Chiuse gli occhi ed immaginò Einar accanto a lui, inutile dire che in qualche modo il pezzo gli fosse venuto perfetto.

Quando li riaprì, però, tutti lo fissavano, Emma un po’ commossa. La ragazza gli si avvicinò e gli si sedette accanto. A quel punto Filippo sapeva che la produzione avrebbe tagliato qualunque conversazione sarebbe avvenuta dopo.

“What happened, Filo?” chiese la ragazza maltese e Filippo la guardò dritta negli occhi. Emma aveva uno dei colori di occhi più belli che avesse mai visto, ma la cosa non lo riusciva a consolare minimamente. Al momento riusciva a ricordare solo gli occhi azzurri di Einar, che erano gli occhi più belli che avesse mai visto, le sue mani e la sua voce che lo circondavano quando nella puntata precedente lo aveva salvato.

“Credo sia ora che torniate in casetta” fece il prof, prima che Filippo, però, potesse rispondere. Tutti si voltarono a guardarlo, tranne lui che annuì e ringraziando la tempestività dell’uomo, si alzò, precedendo chiunque altro.

Camminò lentamente, strisciando una mano contro il muro, come se potesse lasciare il segno dovunque passasse. Sempre con il capo chino, si trovò a girovagare, senza pensare davvero a dove stesse andando. Passò accanto a delle finestre aperte che gli fecero vedere quanto caldo facesse fuori, nella bellissima Roma e pensò a come dovesse essere fare una passeggiata tra quelle strade storiche, mano nella mano con la persona amata. Alla fine pensò che, nonostante la lentezza dei suoi passi, fosse riuscito a seminare i suoi compagni di squadra, fino a che sentì una voce. All’iniziò si spaventò, perché era risultata così ovattata da credere di averla solo immaginata, poi la sentì ripetere: “No, non mi viene, non ci riesco”, seguito dal fruscio di fogli che venivano spostati.

Per un istante credette che potesse scoppiargli il cuore. Toccò la maniglia della porta dal quale aveva sentito provenire a voce dei suoi sogni con il cuore a mille, sentendo arrivare qualcuno alle sue spalle. Si voltò e vide uno dei produttori poco dietro l’angolo che lui riusciva a vedere, ma l’uomo aveva la visuale ostruita dal muro. Fece scattare la maniglia verso il basso ed entrò nella stanza, dove chiuse velocemente la porta alle sue spalle e sospirò.

“Fil..” sussurrò una voce ed Einar gli si buttò tra le braccia. Con gli occhi aperti per godersi la sua presenza, gli poggiò le labbra sul collo e inspirò tutto il suo profumo. Dopo giorni eccolo di nuovo li, al posto che gli toccava.

“Ein..” disse Filippo con il cuore a mille e lo stomaco in fiamme. Non voleva che quel momento finisse mai. Tuta bianca e tuta blu si erano incontrati, contrariamente al regolamento. Ma i ragazzi non sopportavano più tale situazione. Einar non aveva idea di come Filippo lo avesse trovato, ma ringraziò dio che fosse arrivato proprio in un momento così difficile. Dopo la sua vittoria in puntata, tutti gli abbracci, gli sguardi e averlo tenuto per mano qualche secondo, era stato difficile riuscire a concentrarsi.

“Mi sei mancato da morire” disse per primo Einar, non staccandosi minimamente dall’abbraccio. Iniziarono a barcollare sul posto, tanto che credettero di cadere ad un certo punto. Filippo aveva una voglia assurda di baciarlo, ma non riusciva a staccarsi dal calore che il ragazzo gli stava regalando. Era drogato di lui e in quel momento stava assorbendo un po’ della sua dose.

Qualcosa andò storto, però. Iniziò a sentire un forte dolore alle braccia, poi al petto e si ritrovò improvvisamente lontano dal suo mondo, vedendo la grossa mano di un uomo, che non era la sua, sulle spalle dell’altro ragazzo. Poi si accorse che anche a lui era accaduta la stessa cosa. Solo in quel momento vide che nella stanza ci fossero anche Carmen e il professore di canto dei blu.

“Come sei arrivato fino a qui? Non puoi incontrare i blu, conosci il regolamento” disse l’uomo alle sue spalle, mentre il suo sguardo non si staccava da quello di Einar. Era senza parole, sconvolto e amareggiato. Gli occhi del ragazzo davanti a lui erano lucidi e gonfi, segno che non dormisse da giorni. Cosa gli stavano facendo?

“Ho solo camminato fino a qui, non era mia intenzione trasgredire il regolamento” disse in qualche modo Filippo, sconvolto dalla visione così ravvicinata del suo ragazzo.

Gli uomini alle loro spalle non dissero altro, semplicemente invitarono Filippo ad abbandonare la sala canto, dicendogli che avrebbe avuto la possibilità di incontrare i suoi amici in puntata. A quel punto scoppiò a ridere. Era la risata più malinconica e triste che Einar avesse mai sentito, mai aveva visto il ragazzo di fronte a lui in questo stato e sperava, nella sua mente di non vederlo mai così. Ma ecco che quel brutto sogno gli si stava presentando davanti. I loro sentimenti gli stavano presentando il conto.

“Davvero voi vi ostinate a chiamarci amici?” fece ancora tra le risate Filippo, sorprendendo anche se stesso per quel suo modo di fare, molto poco nel suo stile. Einar sobbalzò e serrò gli occhi, pronto per quello che stava per accadere. Sapeva benissimo che prima o poi uno dei due sarebbe crollato, ma sinceramente credeva che il primo a crollare sarebbe stato lui.

“Filo, ti prego, non dire altro” si intromise, infine il cubano per evitare la catastrofe. Dopo tutto quello che era successo in quei giorni, non aveva la benchè lontana intenzione sabato, in puntata, di vedere Filippo espulso dalla scuola solo per questo. Lui doveva vincere, ce la doveva fare.

“Ein, io..”

“Filo, dai, ci incontreremo in puntata” e fece per avvicinarsi, ma la stretta sulla spalla aumentò e ci volle tutta la sua forza di volontà per non mettere le mani al collo all’uomo che stava toccando il suo fidanzato.

Filippo non sapeva come comportarsi: una parte di lui gli diceva di ascoltare il suo fidanzato, ma l’altra lo spingeva a mandare tutto all’aria per stare con lui. Guardò l’espressione di Einar, Einar guardò l’espressione di Filippo e credette che le ginocchia volessero abbandonarlo. In mente aveva mille frasi che avrebbe voluto dirgli, dopo tutte quelle settimane senza parlare che avevano passato, infondo qualche minuto durante le puntate non bastavano.

Fece per aprire la bocca, ma Filippo chinò il viso e alzò la mano verso di lui. Aprì la mano e Einar capì cosa volesse: gli diede il cinque, poi l’altro chiuse il pugno e lui gli diede un altro cinque.

Il ragazzo vide Filippo alzare di nuovo la testa e mostrare un sorriso determinato, diverso da quello precedente.

“Vinceremo Ein, lo so. Io e te, e ti giuro che se vincerò io, ti salverò”

White&Blue [Eiram]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora