Dennis'POV
-Oggi c'è l'inaugurazione di un locale, ho visto la locandina, sembra forte.
L'università oggi è particolarmente affollata. -Dove sarebbe questo posto?
Decisamente affollata, passano e spassano un sacco di persone, alcune mi salutano, ricambio con un cenno del capo, altri con una pacca alla schiena, altri semplicemente mi riservano occhiate e sorrisi.
-Nelle vicinanze dei fori imperiali- Sarah sembra proprio entusiasta, e alterna le sue parole a piccoli baci sul mio collo che mi inebriano.
-E chi...
-Ci saranno anche tutti gli altri- mi si piazza davanti, per catturare la mia attenzione, oggi sembra particolarmente persa –Ci siamo già messi d'accordo
-Ok, a che ora?
Sarah parla, ma non la sento realmente, la sua figura diventa pian piano sfocata, il mio obbiettivo si focalizza su qualcosa dietro di lei, l'unica cosa nitida in mezzo alla confusione, Bianca. La vedo. Con la sua camminata scattante, un libro stretto al petto, lo sguardo dritto, non si fa distrarre dalle spallate della gente, con i suoi movimenti freddi e quasi meccanici va avanti. Nel momento in cui inevitabilmente mi passa di fronte, stacca gli occhi scuri dalla sua traiettoria e mi rivolge un occhiata veloce. Poi, come è venuta se ne va, la seguo con lo sguardo finché la folla non la inghiotte.
-Dennis, amore, allora va bene?- La mia ragazza mi prende la testa fra le mani.
-Ehm sì, ok.
-Perfetto allora mi vieni a prendere alle diciotto - mi da un bacio fugace nelle labbra e fa per andarsene.
Sei e mezza. –No aspetta!- la richiamo –Non posso a quell'orario.
Mi guarda contrariata –Cosa hai di meglio da fare, scusa?
-Io...- devo trovare una scusa –devo accompagnare Lisa ad un rientro- Ci rimane male, mi guarda con la tipica espressione di chi aveva dei piani e non sono andati come dovuto. Mi fa sentire in colpa -Ma potremmo anche vederci dopo, di sera passa da casa mia- le afferro i glutei e la attraggo a me, facendole capire che tipo di serata si prospetterebbe se accettasse.
Sorride maliziosamente, ci siamo capiti –Non appena la serata al locale finisce, ti avverto- preme il suo corpo contro il mio, poi si stacca bruscamente e va via ondeggiando.
Sono sicuro che il biondo dei suoi capelli era più luminoso una volta rispetto a come lo vedo oggi.
Mi sono messo in un bel guaio, ho annullato un appuntamento con la mia ragazza liquidandola con una scusa, Lisa non ha alcun rientro, e ora sono qui nella mia stanza, con la finestra aperta, a congelare, in attesa che Bianca faccia la sua consueta comparsa.
Mi sento così stupido. Mi chiedo il perché io abbia dato rilevanza al fatto che oggi a quell'orario potesse venire lei, non sono neanche sicuro della sua venuta. Non ha dei giorni o degli orari fissi, lei viene e se ne va, ed io per lei ho abbandonato Sarah e i miei amici. Rinunciato a un pezzo della mia quotidianità per questo. Per lei.
Mi chiedo il perché. Ma non se ho fatto bene o male.
Le ore passano e di lei nemmeno l'ombra.
Mi addormento, non è venuta in casa, ma nei miei sogni un salto l'ha fatto. E' la prima volta che la sogno. Si trova alla finestra, le tende, che appaiono più lunghe e ampie della realtà svolazzano verso l'alto, e lei, sempre con quell'espressione seria mi tende la mano.
-Cosa fai? Non entri?- le chiedo, lei scuote la testa nascondendo un accenno di sorriso. Insiste protraendo il braccio in avanti, afferro la sua mano, e mi tira fuori. La scena scorre a rallentatore, entrambi veniamo catapultati fuori dalla finestra, non si capiva se cadevamo oppure se la nostra era un'ascesa. Nella confusione la scena cambia e ci ritroviamo nelle strade di Roma, quelle strette, in cui ci perdiamo rincorrendoci, lei ride, ed io con lei desidero solo raggiungerla ma scappa, è veloce. Gira l'angolo ma decido di prendere una strada alternativa, convinto di poterla beccare, così accade infatti. La inchiodo al muro bloccandogli le braccia sulla testa, all'improvviso il muro ruota, da verticale diventa orizzontale, e si fa più morbido, diventa un letto, il mio. Io sopra di lei, lei sotto di me.
E' bellissima, siamo vicinissimi, ma ancora non mi basta. Voglio di più.
Le sue labbra, ho voglia di baciarla, sto per farlo.
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Lascia la finestra aperta
ChickLitOgni giorno a quell'ora lei era lì. Così come me, l'aspettavo. Abbiamo due ragazzi, uno l'opposto dell'altro, il bianco e il nero, il sole e la luna, ognuno con i suoi problemi. Il loro primo incontro è stato frutto del caso, e gli altri? Come si sp...