Mancava esattamente una settimana al red carpet a Londra e già iniziavo a sentire la pressione, non riuscivo a pensare ad altro. Ne ero sicuro, ero fottuto. Adesso la paura mi stava facendo dubitare del mio intento. Per non parlare del fatto che Armie aveva peggiorato la situazione regalandomi due biglietti per chiamami col tuo nome, nell'esatta serata in cui avevo intenzione di dirglielo. Che imbarazzo, io e lui da soli a guardare un film dove ci baciamo, subito dopo che gli ho rivelato i miei sentimenti. Non fraintendetemi, è stato molto carino da parte sua cercarmi di regalare una bella esperienza ripercorrendo il nostro soggiorno a crema ma non era proprio il momento giusto. Troppi pensieri, ho bisogno di una distrazione. Ma cosa? Di certo stare attaccato al telefono non era una buona opzione. Notai il mio paio di scarpe da corsa grigie appoggiate sul pavimento vicino alla porta. Erano li da mesi perchè ero convinto che se le avessi lasciate lì in bella vista mi avrebbero prima o poi convinto ad andare a correre. Ma non era mai successo, erano praticamente nuove. La mia vena pigra si rifiutava di fare qualsiasi movimento, ma forse oggi era il giorno giusto. Mi diressi verso il mio armadio e tirai fuori una tuta nera dell'adidas, era perfetta. Indossai le scarpe e indossai sopra alla maglietta una felpa con la zip perchè negli ultimi giorni qui a New York aveva fatto molto freddo. Presi le cuffie e scesi. Ricordai quante volte Armie mi aveva proposto di andare a correre ma avevo sempre rifiutato perchè detestavo sudare. Corsi per una mezz'oretta finchè i miei muscoli iniziarono a cedere e perciò decisi di sedermi su una panchina e osservare il panorama di Central Park. Pochi minuti dopo sentì il telefono squillare, era Armie. Proprio quando ero riuscito a non pensarci più lui mi aveva chiamato. Perchè il mondo ce l'ha con me? Aspettai qualche secondo prima di rispondergli, giusto per fargli vedere che la sua chiamata non era molto fondamentale.
T: Pronto
A: Hey Tim, come va? Dove ti trovi di bello?
Perché voleva sapere dove mi trovavo? Non vorrà mica incontrarmi, giusto?
T: Sto bene, tu? Comunque sono qui a casa.
Non volevo dirgli dove mi trovavo precisamente o si sarebbe arrabbiato perchè ero andato a correre senza di lui.
A: Tutto bene. Di preciso, cosa stai facendo a casa? Giusto per sapere.
Perchè tutte queste domande? Era strano questo comportamento da parte sua ma decisi di rispondergli tenendo un tono di voce credibile, senza far trapelare il fatto che mi stessi inventando tutto.
T: Niente di che, sono su Netflix e sto guardando la casa di carta, forse dopo mi guardo l'ultimo Star wars.
Rise dall'altra parte della cornetta. Cosa c'era di così divertente?
A: Sai Tim, sei sempre stato un pessimo bugiardo. Almeno prima di mentire controlla le persone che ti stanno affianco.
Ero scioccato. Mi girai di scatto e lo vidi lì, qualche metro distante. Che figuraccia, gli avevo mentito spudoratamente e lui era stato tutto il tempo lì ad osservarmi. Central Park era enorme ma mi aveva visto comunque.
T: Armie che ci fai qui? Non avevi impegni oggi?
A: Prima di tutto oggi è domenica Tim, non si lavora. Secondo, che ci faccio io qui? Che ci fai TU qui? Tu non accetti mai di venire a correre con me quando te lo chiedo. Comunque ero venuto qui a fare una passeggiata.
T: Mi dispiace se ti ho mentito ma volevo stare da solo e non volevo che ci rimanessi male perchè ero uscito senza di te. E' solo che non è un bel periodo.
A: Tim lo sai vero che puoi parlarne con me?
Questa frase mi ricordava quella volta al bar, dove dopo, in conseguenza a diversi bicchierini di alcolici ingeriti,ci fu un bacio. Ma questa volta non sarebbe successo nulla, perchè ero totalmente cosciente delle mie azioni e delle mie parole.
T: Lo so Armie ma è una situazione delicata e non mi va di parlarne ora. Ti racconterò tutto quando ne sarò in grado.
A: Okay, prenditi il tuo tempo. Comunque cambiando argomento Liz mi ha detto che se ti va Mercoledì prossimo, quando torniamo dal Red carpet, puoi restare a casa nostra per cena che festeggiamo il compleanno di Ford con qualche amico, se hai piacere puoi invitare qualcuno, basta che ce lo fai sapere.
T: Certamente, come potrei perdermi il compleanno di quell'angioletto? A parte il regalo devo portare qualcosa? Vino, cibo...
A: Non ti preoccupare ci pensa tutto Liz.
T: Non vuoi nemmeno che porti il Galette bretonne ?
Il Galette bretonne erano crépes salate tipiche della francia e Armie le adorava. Le aveva assaggiate per la prima volta quando era stato invitato a pranzo da mia mamma.
A: ok...diciamo che facciamo un eccezione... sai quanto amo quel piatto e solo tu e tua mamma le sapete fare così buone.
T: Ora che mi ci hai fatto pensare.. mi brontola un po' la pancia, che ne dici di prenderci qualcosa?
Tutto quel movimento mi aveva fatto venire fame.
A: Ok.
Ci fermammo in un ristorante chiamato " Eataly NYC Flatiron" che si trovava nella 5th Ave.
I piatti erano buonissimi e a quanto pare sembrava che armie la pensasse uguale. Un'oretta dopo ero rimasto da solo perchè Armie doveva tornare dalla sua famiglia e avevo deciso di tornare a casa. Ero geloso, dovevo ammetterlo. Elizabeth era una donna fortunata.
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La verità è che mi piaci troppo
RomanceCosa succederebbe se Timothèe Chalamet provasse dei sentimenti per il suo collega sposato Armie Hammer?