Chapitre 24

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LOST

Dopo aver chiarito che anche Aaliyah ha voglia di muffin – non quanto Shawn –, e che non ci darà una mano a causa dei compiti da svolgere per scuola, io e suo fratello ci mettiamo a frugare tra le ricette di sua madre, ordinatamente scritte su biglietti plastificati e riposti in un quaderno ad anelli fedelmente tenuto in una mensola sui fornelli, a patto che lei trattenga gli animali domestici perché non entrino in cucina e si pappino tutto. Mentre io sfoglio le ricette con i gomiti sull'isola, Shawn mi abbraccia da dietro facendo finta di prestare attenzione e pensando che io non me ne accorga. La ricetta per i muffin al cioccolato è un po' rovinata dal tempo, la plastica di rivestimento è graffiata in molti punti, ma il contenuto è ancora leggibile.
Ci mettiamo a seguire le istruzioni della ricetta: dopo aver sistemato gli ingredienti accuratamente disposti sul ripiano dell'isola, ammorbidiamo il burro e lo mettiamo nella ciotola della planetaria con lo zucchero; aggiungiamo lentamente le uova fino ad ottenere una sostanza omogenea e setacciamo farina e cacao in un recipiente. Shawn non perde l'occasione di tirarmi un po' di farina addosso e, ridendo, gli rompo un uovo sulla testa. Mi stringe a sé mentre non riesco a smettere di ridere e affonda il volto nel mio collo fingendo di mordermi, ma ottiene soltanto un po' di cacao sul naso. Mentre lo guardo cercare di leccare via la polvere con la lingua, setaccio anche il lievito e il bicarbonato e aggiungo tutte le polveri al precedente composto. Come dice la ricetta, verso un po' di latte a filo per far riprendere la consistenza che volevo e che gli ingredienti polverizzati hanno sbilanciato. Shawn sminuzza minuziosamente il cioccolato fondente e lo rovescia nella tazza, che togliamo dalla planetaria per mescolare tutti gli ingredienti. Reggo la sac-à-poche mentre lui vi versa il composto e taglia la punta per spremere l'impasto nella teglia per le forme. Metto la teglia in forno e lo chiudo con un colpo dei fianchi. Imposto la temperatura a centottanta gradi e il timer a forma di mucca vicino ai fornelli ad almeno mezz'ora, sperando che non bruci niente.
Mi appoggio al banco da lavoro e mi passo una mano sul viso, facendo scoppiare a ridere Shawn. — Cosa? — gli chiedo.
Si avvicina e rinchiude il mio corpo tra il marmo della cucina e le sue braccia. — Hai un po' di impasto sulla faccia.
— Dove? — Tento di pulirmi, ma dalla sua espressione divertita capisco che non ho molti risultati, così sbuffo frustrata.
— Lascia fare a me. — Mi passa il pollice sulla guancia, poi vi apre la mano e la accarezza con il dorso.
— Adesso? — sussurro con il cuore in gola.
— Ne è rimasto un po' qui. — Posa le labbra sulle mie e istintivamente porto le braccia al suo collo, un po' per darmi slancio e un po' per spingerlo verso di me. Si separa dolcemente, permettendomi di tornare a respirare. — Adesso non ne hai più.
Sorrido leggermente e torno a baciarlo. Dopo poco schiudo le labbra per lasciare modo alla sua lingua di entrare in contatto con la mia.
Ho baciato qualcuno solo una volta oltre a tutti quelli che ci siamo scambiati con Shawn: avevo quattordici anni e lui mi baciò durante un'uscita con la scuola sulla Torre Eiffel. Fu la prima volta per entrambi e non così fantastica. Lui non sapeva baciare e il tutto fu peggiore a causa dei suoi problemi di alitosi.
Shawn sposta le mani sui miei fianchi e mi solleva sul banco di lavoro, prima di farle scivolare lungo le mie gambe fino alle ginocchia, su cui fa una lieve pressione per avanzare tra esse. Poso la testa sulla sua spalla mentre lascia una scia di baci dalla mascella a dietro l'orecchio.
L'incanto che si è creato tra noi si spezza bruscamente quando il drin sordo e insistente del timer ci fa sobbalzare. — Putain de merde! — mi scappa di bocca mentre corro ad aprire il forno.
Per fortuna, quando tiro fuori i muffin non c'è nulla di bruciato. Scaglio la teglia sull'isola quando il calore mi scotta le dita oltre le presine. Shawn fortunatamente mi dà una mano a non far cadere tutto con la mia goffaggine.
— Ben fatto! — esclamo dandogli il cinque una volta che abbiamo disposto i muffin su un vassoio che copriremo con una cloche in vetro dopo averli fatti raffreddare.
Aaliyah scende le scale di corsa e afferra un muffin, che però è ancora caldo e la costringe a cambiare mano ogni due per tre. — Ottimo lavoro, ragazzi — si complimenta con la bocca piena, facendoci scoppiare a ridere.
— Io credo di dover andare — annuncio dopo aver lanciato un'occhiata all'orologio.
Shawn mi accompagna alla porta e mi dà un breve bacio sulle labbra. — Quando preferisci far visita a tua madre?
— Il più presto possibile, o cambierò idea.
— Domani dopo la scuola? — propone.
Annuisco con entusiasmo e lo abbraccio con slancio. — Grazie grazie grazie.
Con esitazione e sorpresa ricambia l'abbraccio e affonda il volto tra i miei capelli. — Ti meriti tutto ciò che di bello la vita ha da offrirti, Cheri.
Lo stringo più forte tentando di trattenere le lacrime. Dove è stato nascosto questo ragazzo fantastico per tutto questo tempo?

What if I told you a story (SM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora