48. Ilse Langnar

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Tornammo al campo per completare l'allenamento mattutino. Eren era con Mikasa, mentre io mi sedetti su una panchina. Non riuscivo a smettere di pensare a quel diario ammuffito e a tutta la verità salita a galla tutta in una volta, travolgendomi con emozioni mai provate prima.

<< C'è qualcosa che non va? >>. Mi voltai di scatto, e Levi si sedette vicino a me.

<< Oh... no, sto pensando ancora a tutta quella storia, non riesco a togliermela dalla mente... >>.

Levi mi prese il fianco e mi trascinò verso di lui stringendomi a sé. << Adesso non pensarci. Abbiamo altre cose più importanti a cui dedicarci. >>.

<< È che io conoscevo bene il dottor Jaeger, ma non sapevo quale fosse il suo passato... e non sapevo che il gigante che mangiò mia sorella era la sua ex moglie e che io ed Eren fossimo fratellastri... Tutto è troppo contorto: in pratica, Grisha ebbe Zeke da Dina; dopo si rifugiò nelle mura, avendo una storia con mia madre dalla quale nacqui io, e infine c'è Carla, la madre di Eren... come ho fatto a non saperle prima tutte queste cose... >>.

<< È normale che non potevi saperlo, non credi? >>. Levi mi fissava negli occhi. Stavo per iniziare a piangere, ma Levi fermò le mie lacrime prendendo il mio viso tra le sue fredde mani. << Ehi, ho detto che adesso non ci devi pensare. Abbiamo ben altro a cui dobbiamo dare le nostre attenzioni: le reclute, il bambino, i compiti che ci dà Erwin, le spedizioni, e molto altro ancora. D'accordo? >>.

Io annuii semplicemente, e lui mi baciò delicatamente le labbra, per poi alzarsi ed andare da Hanje ed il comandante Erwin. Lo fissai per qualche secondo allontanarsi, rimanendo incantata dai suoi capelli corvini mossi da un leggero vento, poi decisi di alzarmi e di seguirlo.

Finiti gli allenamenti ed il pranzo, tornai subito agli alloggi. Avevo intenzione di studiare il diario nei minimi dettagli. Levi era con Erwin in riunione, mentre io presi il diario ed andai di corsa dall'unica persona che poteva essermi d'aiuto in tutta quella storia. Bussai alla sua porta delicatamente, ed essa si aprì dopo una decina di secondi. << Ciao Chise! Cosa ti porta qui? >>.

<< Hanje, posso entrare? Vorrei parlarti. >>.

<< Certo, entra pure! >>. Hanje si scostò, permettendomi di entrare. Ci sedemmo al tavolo nella sua sala da pranzo, in un legno molto scuro, coperto da decine di fogli sparsi ovunque. << Allora, di cosa vuoi parlare? >>.

Cacciai il diario dalla tasca della giacca. << Hanje, tu lo hai letto questo diario? >>.

Hanje lo fissò per qualche secondo. << Ti dissi che lo lessi svogliatamente, non so cosa ci sia scritto di preciso lì dentro. >>.

<< Io l'ho letto stamattina quando me lo hai dato con Eren e Levi, ma voglio proporti di studiare questo diario insieme a me nei minimi particolari. Ti va? >>. Hanje mi fissò per qualche secondo, e poi un sorriso malizioso comparve sul suo viso. << CERTO! >>.

Andammo nello studio di Hanje. C'erano carte, libri ed altro dappertutto. << Oh, Chise! Quasi dimenticavo! >>. Hanje corse verso un armadio dal quale estrasse una scatola, che poggiò sul tavolo alzando un sacco di polvere.

Aprì la scatola e prese un quaderno in mezzo a tanti oggetti strani: gli diede una pulita con la manica della giacca dalla polvere e me lo porse. << E questo che cos'è? >>.

<< Questo è il quaderno sul quale sono scritte tutte le vicende passate da Ilse Langnar. Lo studiai un bel po' di tempo fa, quando ritrovammo il suo cadavere durante una spedizione. Fu proprio Levi a trovare il quaderno, ed oltre me, Erwin e lui, nessuno sa cosa c'è scritto lì dentro. >>.

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