SURE OF MYSELF
Ancora una volta sono davanti alla porta di mia madre. Ma sola. Non ho detto né a Shawn né a Eric che sarei venuta, non so nemmeno io il perché. Forse vorrei solo passare dei momenti da donna a donna con mia madre, forse ho paura di non potermi aprire a pieno se in presenza di qualcun altro oltre a me e lei.
Suono il campanello con mano tremante e guardo la porta aprirsi. Sorrido timidamente di fronte alla figura di mia madre. Ha i capelli raccolti in una coda e porta un peloso pigiama beige con degli omini di pan di zenzero stampati sopra.
— Cheri, ciao! — mi saluta e si avvicina lentamente, come esitasse ad abbracciarmi. Allargo leggermente le braccia e mia madre mi avvolge di slancio con il suo caldo pigiama. — Non ti aspettavo, è successo qualcosa?
— Non... Non lo so — ammetto. — Sono confusa, ho bisogno di un consiglio, mamma.
— Entra, vieni.
Mi fa spazio ed io oltrepasso la porta. Mi siedo allo stesso posto della volta scorsa, soltanto che non c'è più Shawn a tenermi una mano sulla spalla per darmi conforto.
— Stavo per preparare della cioccolata calda, ne vuoi un po'? - mi offre.
— Solo un goccio, grazie.
— Panna montata, cannella o entrambe?
— Ehm... Solo panna montata, grazie. Non amo particolarmente la cannella.
Sbuffa una risata e, voltandomi, la vedo scuotere la testa. — Tutta tuo padre! — Mi si siede davanti e mi porge una tazza fumante di cioccolata. — Al nostro primo appuntamento prese esattamente cioccolata calda e panna.
— E tu?
— Frappuccino Double Chocolaty Chip. Quando chiesi al cameriere se avevano la cannella mi guardò stralunato, come anche tuo padre!
— Andaste da Starbucks? — le chiedo curiosa. Ricordo il mio primo appuntamento con Shawn nel bar a pochi passi da scuola e sorrido per la coincidenza.
— Sì, poi passeggiammo lungo Rue La Fayette, ci sedemmo su una delle panchine sotto gli alberi del parco Square Montholon e la sera andammo al Folie Bergère. È un vero peccato che io non ricordi quale spettacolo ci fosse quel giorno.
Non riesco a smettere di sorridere nell'immaginare mia madre e mio padre mano nella mano che camminavano per Parigi.
— Be', cosa volevi chiedermi, ma cherie? Non sarà per caso un problema con il tuo Shawn?
— Più... o meno — sussurro abbassando lo sguardo. — Qualche giorno fa lui... ha ricevuto una telefonata e... starà via per un po' — esito.
— Niente di grave, spero.
— No, anzi, è una notizia meravigliosa! Parteciperà al MagCon Tour, a febbraio. È un'ottima opportunità per lui, sai? Potrebbe essere notato da qualcuno di importante, diventare un cantante e diffondere la sua musica. La musica è uno strumento bellissimo per far sentire qualcosa che abbiamo da dire, è un modo per risollevare qualcuno... Avrebbe l'opportunità di fare del bene alle persone, riunire tanta gente, dare una famiglia a chi si sente solo, far stare meglio chi magari è triste... È un'enorme opportunità per lui, per tutti! Aiuterebbe molta gente.
— Ne sembri fiera — osserva mia madre.
— Lo sono! Lui ha... ha aiutato pure me, mamma. Lui mi ha aiutata così tanto che non posso privare il mondo di una persona così meravigliosa.
— Allora qual è il problema?
— Come sarà?
Lei scuote la testa, confusa. — «Come sarà» cosa?
Chiudo gli occhi e bevo la mia cioccolata in silenzio. Ci vuole un po' prima che mia madre mi imiti, ma alla fine beve anche lei dopo aver rinunciato a estirparmi qualcosa. Mi porto le ginocchia al petto, poso la tazza sul pavimento e poso la fronte contro le gambe.
— Ho paura di quando sarà via. Non riesco a togliermi dalla mente che potrebbe trovare una ragazza migliore di me, che potrebbe dimenticarmi o addirittura potrebbe non volere una relazione a distanza e chiudere subito con me. Ho paura che la mancanza mi faccia diventare troppo appiccicosa, gelosa ed insopportabile e di non piacergli più. Ne avrebbe tutto il diritto, soprattutto dopo che Eric lo ha picchiato, ieri.
— Eric ha fatto cosa?! — scatta mia madre.
— È colpa mia. Non lo avevo avvertito che stavo via così tanto. Me ne sono andata la sera tardi ed ero sconvolta, continuavo a vedere... a vedere papà e poi... sono tornata il giorno dopo verso le sei di sera... Era preoccupato e arrabbiato, è vero, lo capisco. Ma non è concepibile che picchi Shawn solo perché abbiamo passato la notte insieme! — sbotto.
— Okay, aspetta, ricominciamo da capo: intanto, tesoro, sappi che Shawn non potrebbe mai lasciarti, odiarti o sostituirti. L'ho visto, come ti guarda. È innamorato perso. La gelosia sarà normalissima e sai cosa ti dico? Gli piacerà, capirà che lo fai perché tieni a lui e al vostro amore.
«Seconda cosa: in che senso vedevi tuo padre?
— Erano ricordi che non smettevano di offuscarmi la mente e la vista, sostituivano tutto. Ricordi di papà.
Mi guarda dispiaciuta. — Se ci fossi stata prima, adesso non sentiresti così tanto la sua mancanza — sussurra con una mano sulla mia guancia. Chiude gli occhi e si asciuga velocemente una lacrima. Fa un sorriso e torna a guardarmi, ma con malizia. — In che senso hai passato la notte con Shawn?
Non posso vedermi allo specchio, ma sono sicura di essere rossa come un peperone. Non un pomodoro. Un peperone. Oh mio Dio, lo dico e lo ripeto: quel ragazzo mi sta contagiando. — N-noi...
— Siete stati a letto insieme?
— Mamma! — esclamo coprendomi il viso con le mani.
La sento ridere di gusto e, scoprendo un occhio soltanto, la vedo rotolarsi dalle risate sul divano.
La guardo severa. — Grazie, veramente. Chi è la ragazzina, tra noi due? Tu o io?
— Tu non più, Cheri! Sei una donna, adesso! Be'? Com'era?
— Era... gentile. Dolce. Un amore.
— Ma cosa?
— Shawn, no?
— Ma io non intendevo lui! Intendevo il suo...
— Oh Cristo, mais est-ce que tu es serieuse? — la interrompo, facendola ridere di nuovo. — Già sopporto a malapena Shawn che allude a «Frank», non posso tollerare che lo faccia anche tu, anzi, soprattutto tu!
— Ha chiamato «Frank» il suo...
— Sì, okay? — la interrompo ancora per non farle dire alcuna parola in riferimento al sesso maschile. — Come Jeremy è la sua vena del collo, Larry le sue chiappe, Raymon se stesso sotto la doccia, Ryan se stesso con gli occhiali. Ha qualche problema d'identità.
Scoppia a ridere e mi posa una mano sulla spalla. — È uno spasso.
— Già, su questo non c'è dubbio. — Il mio telefono vibra nella tasca della felpa e lo prendo per leggere il messaggio che mi è arrivato.
— Tout va bien? — mi chiede mia madre.
Annuisco. — È Shawn, mi chiede se domani sono libera.
— Bon, rispondigli!
Gli scrivo «Sì, perché?» e la sua risposta è immediata, tanto quanto me nel dirlo a mia madre: — Vuole farmi incontrare i MagCon.
— E tu, lo vuoi?
Mi mordo l'interno della guancia. — Non lo so — sussurro. — Pensi che mi farebbe sentire peggio? Come se... Come se mi facesse capire che se ne andrà? O magari dovrei controllare che sia in buone mani?
— Choupinette, tu n'es pas sa mère. Penso soltanto che dovresti incontrarli per prendere confidenza con l'idea che non sarà sempre con te. Ainsi, magari sono simpatici e riuscirai ad apprezzare meglio l'assenza di Shawn sapendo che si diverte.
Annuisco e, istintivamente, mando un «Okay» a Shawn.
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What if I told you a story (SM)
FanfictionCheri ha perso molto nella vita, tra cui i genitori. Si è sempre affidata al fratello Eric, soprattutto nei momenti più duri, in cui persino lui sembrava sul punto di non farcela. Fino a quando Cheri incontra Shawn, che in poco tempo diventa un pila...