15 Settembre, 2015
JoonMancava solo un'ora.
Un'ora sola e poi avrei lasciato indietro tutto quello che di me non mi piaceva più, tutto quello che ero stato prima di questa opportunità, tutto quello che non avevo mai potuto avere. Lasciavo tutto consapevolmente, lasciavo tutto ma non lei. Non Key. Lei era l'unica cosa passata che volevo portare nel mio futuro.
All'inizio avevo odiato questa scelta, avevo odiato mio padre. Per una settimana non gli avevo rivolto la parola, non che fosse stato difficile visto che i miei genitori avevano sempre dovuto lavorare tantissimo e di conseguenza non li vedevo se non la sera, stanchi morti, sul divano, con l'illusione di riuscire a vedere un film o un programma tv. Per questo non è che sapessero molto di me, di quello che avevo passato nel mio ultimo anno di scuola, quello che mi avevano fatto credere solo per il gusto di mettermi i bastoni fra le ruote, solo per il gusto di vedermi lontano da Key.
Tutt'ora non avevo ancora capito perché mi avessero fatto credere di star diventando padre, cosa ci avevano trovato di divertente? Cosa ci aveva trovato Miwa di divertente?
Alla mente mi viene il ricordo di quel giorno, di ormai quasi tre anni fa, in cui ricevevo quella chiamata. Era proprio Miwa che mi stava chiamando, per quasi un anno l'avevo dovuta vedere quasi ogni settimana solo perché l'idea di non essere stato vicino al mio presunto figlio mi creava un senso di colpa impareggiabile. Ma poi, un lunedì sera di novembre, Miwa mi fece quella chiamata. Mi disse che le dispiaceva, mi aveva mentito, e che io non ero assolutamente il padre di suo figlio. Le domandai perché avesse fatto una cosa del genere, ma lei mi chiese la cortesia di non fare domande perché non poteva assolutamente darmi nessuna spiegazione. Non avevo preso bene quella sua quasi imposizione, meritavo di sapere perché ero stato preso in giro così, perché ero stato costretto a quasi nove mesi di ansia perenne, perfino quando avevo fatto il viaggio in Inghilterra avevo passato nottate sveglio con il senso di colpa di essermene andato così, pensando a me stesso con il cuore gonfio di rabbia e tristezza per Key, che non riuscivo a capire. Eppure, Miwa non mi disse mai perché aveva fatto una cosa del genere. Anzi ad un certo punto credo sia andata via con il suo bambino. E T-Boy, uscito dal riformatorio, si era ritrovato in un casa vuota. Come il suo cuore.Roma poteva essere la mia occasione per recuperare tutto quello di bello che solo Key mi aveva fatto provare, potevo recuperare un'adolescenza bruciata, potevo finalmente andare anche io all'università. Ero stato fermo due anni, avevo lavorato per guadagnare il necessario a potermi sostenere almeno le rate del primo anno, questo mi rendeva soddisfatto. Non vedevo l'ora di cominciare. Non vedevo l'ora di darmi quella possibilità.
Mancava sempre meno all'arrivo. E Key mi mancava sempre di più. Sapevo che una storia a distanza sarebbe stata difficile, ma confidavo nel nostro amore, in quello in cui credevamo soprattutto perché Key non aveva mai smesso di credere in me. Sapevo che nonostante fosse terribilmente triste per la mia partenza, in cuor suo era felice che finalmente anche io avessi quella possibilità di ricominciare. Era per questo che l'amavo. Era per questo che non volevo smettere di amarla.da Yu:
Fratello, già mi manchi.Assorto nei miei lunghi ragionamenti, quasi sobbalzo quando sento il telefono vibrare nella tasca dei pantaloni. È un messaggio di Yu. Ovviamente mancherà tantissimo anche a me.
a Yu:
Ti aspetto, la settimana prossima.Speravo che alla fine riuscisse davvero a venire, speravo che alla fine anche lui riuscisse a trovare la sua strada. Non credevo che Roma fosse adatta per lui, Yu era sempre stato un tipo tranquillo, quanto più poteva vivere nella calma piatta, più stava bene. Ma aveva bisogno anche lui di una seconda opportunità, e speravo che quei giorni che avrebbe passato da me a Roma avessero potuto regalargli un punto di riflessione. Magari Roma poteva dargli l'occasione di capire cosa poter scegliere, o magari dargli il coraggio di riprendere a suonare.
Eravamo arrivati.
Eravamo dentro la città eterna: Roma. Non potevo nascondere un certo fascino, non potevo essere più contento infondo. Non vedevo l'ora di vedere la casa nuova, la mia stanza, quella che sarebbe stata la mia nuova vita.
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救い出すよ必ず// I'll Save u
FanfictionBOY IN LUV SERIES // Second Act Sono passati tre anni dagli ultimi avvenimenti, Key ormai è all'università: viaggia tra la città in cui vive da sempre alla città in cui cerca di crearsi un futuro. La sua vita è molto diversa da quando frequentava i...