52. Il processo

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Ci sarebbero volute circa quattro ore per tornare a Trost, e siccome io ero ancora un po' stordita, decisi di appoggiarmi con la testa e il busto sulla schiena di Levi per riposarmi un po'.  Dopo nemmeno dieci minuti, mi risveglio sussultando violentemente: ora, al posto dell'incubo di Levi, ne aveva preso posto un altro, ovvero quello che Historia mi divora proprio come Dina, sottoforma di gigante sorridente, divorò mia sorella. Mi staccai dalla schiena di Levi, attirando la sua attenzione. << Come ti senti? >>.

<< Mi sento ancora un po' stordita, ma va meglio di prima... >>. Non volevo dire a Levi di quell'incubo, volevo evitare di sentire per l'ennesima volta le parole "Andrà tutto bene.", oppure "Tranquilla, è tutto finito.".

Arrivammo in un piccolo villaggio. Decidemmo di fermarci lì per delle provviste e dell'acqua, e magari anche un po' di riposo per i cavalli. Alla fine, io e Mikasa andammo al centro del villaggio per procurarci il cibo, mentre Levi e gli altri si occupavano dei cavalli.

Stavamo camminando in silenzio, finchè non decisi di romperlo. << Allora, Mikasa, questa storia di essere la cugina di Levi suona strana, vero? >>.

<< Già. >>.

<< Però, se ci fai caso, un po' vi somigliate. Nel senso, avete gli stessi capelli corvini, il viso con tratti orientali, siete entrambi incredibilmente forti... >>. 

Mikasa mi interruppe. << Sì, d'accordo ho capito. Non riesco a credere di essere parente di quel nano antipatico! >>.

<< Ehi, stai sempre parlando del mio futuro marito! >>. Scoppiammo a ridere entrambe, finchè non scorgemmo delle bancarelle. Comprammo pane, patate, uova e della frutta. 

Sulla strada del ritorno parlammo del più e del meno, come facevamo da bambine. << Mikasa, ma tu sei ancora innamorata di Eren? >>.

Lei arrossì violentemente. << B-Beh... può darsi... >>. Nascose il viso nella sciarpa rossa che proprio Eren le regalò molto tempo fa, quando la salvammo da alcuni banditi che avevano ucciso i suoi genitori. 

<< Perchè credo che anche Eren provi qualcosa nei tuoi confronti. Riesco a capirlo nel modo in cui ti fissa e come si comporta quando siete insieme. >>. Sorrisi maliziosamente.

<< Ma non stavamo parlando di Levi?! >>. Scoppiammo di nuovo a ridere come due ragazze del liceo. 

Tornammo dagli altri. Armin, Historia e Sasha ci aiutarono con il cibo e Hanje era andata a prendere l'acqua ad una fonte lì vicino; Mikasa ed Eren andarono a tagliare un po' di legna per il fuoco, mentre io aiutai Levi a legare i cavalli agli alberi per farli mangiare. 

Ci sedemmo ai piedi di un albero, lui appoggiato con la schiena sul tronco ed io appoggiata sul suo petto. Sentire il suo battito cardiaco calmo e regolare mi rilassava tantissimo. 

<< Senti, Levi... volevo chiederti scusa... >>.

<< Per cosa? >>.

<< Per aver scoperto il tuo passato in quel modo. So che non avresti voluto ancora parlarmene, me ne sono accorta guardandoti negli occhi in quella grotta... >>.

Levi strinse di più la presa delle sue braccia intorno alle mie spalle. << Tranquilla. Te ne avrei comunque parlato. >>. Mi voltai e gli schioccai un bacio sulle labbra, per poi tornare a guardare Mikasa ed Eren tagliare la legna. << Ehi, Levi? >>.

<< Mh? >>.

<< Che ne pensi di quei due? >>.

<< Intendi Jaeger e Mikasa? >>. 

<< Già, si lanciano occhiatine di continuo, proprio come facevamo noi prima di metterci insieme... >>.

<< Mikasa è libera di fare quello che vuole, proprio come Eren, quindi qualsiasi cosa succeda tra quei due, non dirò nulla in contrario. >>. Sorrisi, perchè sapevo che tra Levi ed Eren potevano succedere solo guai. In quel momento mi venne in mente quando quei due si misero a litigare perchè Eren era geloso, ma subito dopo, ricordai il modo in cui lui si scusò con Levi per come si era comportato. "Forse, adesso, per il fatto che si è scoperto che io ed Eren siamo fratellastri e che presto mi sposerò con Levi, non si azzufferanno più come due bambini!". 

Dopo circa mezz'ora, ci rimettemmo in cammino. Stavamo cavalcando a velocità moderata, quando notammo un cavallo venirci in contro in fretta e furia. << Levi, guarda! Quella non è Nifa? >>. Levi alzò lo sguardo, riconoscendo la ragazza.

<< CAPITANO! >>.

<< Nifa, che succede? >>.

<< Il comandante Erwin! Lo stanno processando ora! >>. 

Rimanemmo paralizzati sul posto. Io mi strinsi di più sui fianchi di Levi.

<< Che vuol dire? >>.

<< Hanno accelerato il processo! La prima cosa che mi è venuta in mente da fare e venirvi in contro e parlarvi di quello che mi ha detto Erwin in caso sarebbe successo! >>.

Riprendemmo a cavalcare, ancora più veloce di prima. << Dimmi, Nifa, che ha in mente Erwin? >>.

<< Bene, voi tutti sapete che i ricconi del Corpo di Gendarmeria e quelli dell'alto ordine se ne fregano della gente come noi, no? Allora Erwin ha intenzione di farglielo confessare davanti al comandante supremo Zackley: io entrerò di soppiatto dichiarando la caduta del Wall Rose, e vedremo come andranno avanti le cose. Per quanto riguarda Pixis, lui aveva detto che se sarebbe degenerata la situazione, avrebbe dichiarato di essere contro di noi! >>.

<< Quella vecchia volpe... D'accordo, allora metteremo in atto questo piano. Dove lo stanno processando? >>.

<< Lo hanno portato nel palazzo reale! >>.

<< Avete sentito? Andiamo al palazzo reale. Uccidete tutti qulli che tenteranno di fermarci. >>.

<< Agli ordini! >>.

Avevo paura. Avevo paura per Levi, per Erwin, Eren, i miei amici e il bambino che portavo in grembo. 

Arrivammo al palazzo reale. Come Levi aveva ordinato, uccidemmo tutti i soldati che intralciavano il nostro cammino. << Hey, Levi. >>.

<< Cosa? >>.

<< Avresti mai pensato che gli esseri umani sarebbero arrivati ad uccidere altri esseri umani? >>.

Levi mugolò un "mh" leggero, per poi affondare la lama dentro il collo di un altro soldato. Arrivammo davanti alla porta nella quale si stava svolgendo il processo, riuscendo a riconoscere le voci di chi era lì dentro. Io e Levi ci mettemmo ai lati della porta, per origliare e per dare il segnale a Nifa di irrompere lì dentro per continuare il piano. Mentre origliavamo, ci raggiunse il comandante supremo Zackley con un enorme numero di soldati. Lo salutammo in posizione: gli spiegammo tutta la faccenda, e alla fine, anche lui decise di attenersi al nostro piano, anche se non ce lo saremmo mai aspettato. 

Tornammo ad avvicinare l'orecchio alla grande porta in legno massiccio; mi feci assalire dalla preoccupazione, perchè non si sentiva nessun rumore provenire da quella stanza. Sussultai non appena sentii dei passi dentro quella stanza, veloci e leggeri, e finalmente riconobbi la parola di uno di quei commercianti ricconi. << Allora, Erwin. >>.

Calò di nuovo il silenzio. Dei brividi percorsero la mia schiena appena sentii quelle parole. << Quali sono le tue ultime parole? >>.

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