Capitolo 23

1.2K 137 134
                                    

Quello, che ho provato a scrivere,
è forse il capitolo più significativo di tutta la storia, ma non siamo ancora alla fine.
Non tolgo niente agli altri capitoli che mi hanno ugualmente emozionato, soltanto che questo racchiude i 'perché' di tutto il racconto.
Vorrei ringraziare chi è arrivato fin qui a leggere, chi mi ha fatto sorridere con dei commenti e anche chi ha preferito essere un lettore silenzioso,
grazie per il vostro aiuto.

Nell'aria fredda,
di un pomeriggio di maggio,
vi auguro una buona lettura!

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Tutte le volte che dormiamo insieme
mi sveglio perché i suoi ricci mi solleticano il viso. Anche se non apro gli occhi, sento quel calore dentro di me,
ogni volta che mi è vicino che mi fa riaddormentatare.

Non so esattamente come,
ma stamattina, nonostante abbia gli occhi aperti, il calore non lo sento e tra le lenzuola Ermal non c'è.
Ora mi agito nel letto, colto da una improvvisa preoccupazione abbandonando ogni briciolo di stanchezza,
e non serve a niente chiamarlo ad alta voce, non risponde nessuno.
Rimbomba solo la mia stessa voce.

La preoccupazione fa posto all'ansia, al panico, alla paura. Mi sento soffocare.
Mi vesto in fretta tra un 'Ermal' gridato a vuoto e l'altro.
Sento la mia voce iniziare a tremare,
ma perché?
Non può essere semplicemente uscito? No? Perché allora il corpo non lo sento più e la testa mi scoppia?

Con i capelli ancora sparati in aria e la maglietta infilata al contrario,
il vento che entra dalla finestra fa volare un pezzo di carta dal letto, che cattura la mia attenzione e mi appresto a raccoglierlo da terra, rannicchiandomi in un angolo della stanza con il timore di aprirlo.
Consapevole già di ciò che andrò a leggere, calde lacrime iniziano a scendere copiosamente dal mio viso, tendo a coprirle leggendo ad alta voce così da nascondere quanto io sia spaventato.

"Amore, quando leggerai queste parole mi odierai tantissimo perché non sarò vicino a te a darti il buongiorno
e avrai ragione a farlo,
ma ho evitato di farti commettere un errore al posto mio.
Sappi solo che mi hai insegnato tante cose e una di queste è stata ricominciare a scrivere canzoni. Ogni parola sarebbe superflua o fuoriluogo, quindi le ho trasformate in musica. Solo per te Fabrì.

Ti amo"

Le lacrime sono pesanti mentre scendono sulle guance a tempo con i singhiozzi,
che mi interrompono la lettura.
Sento il vento entrare e gelarmi anche l'anima, sento la sua voce riecheggiare nella mia mente anche se non è qui,
mentre la prima strofa di quella canzone è sotto ai miei occhi.

"Lasciami le stelle
Almeno so con chi parlare
A chi rivolgermi stanotte
Perché tu non puoi restare
Volevo darti un aereo di carta
Da lanciare nell'aria
Ho scritto lì tutti i miei sogni
per vederli andare via"

--------------------------------------------

Ripenso ancora alle parole che ti ho scritto Fabrì, mentre cammino verso quella destinazione che mi fa tanto paura,
ma che devo affrontare.
E se ti penso ho freddo, perché il vento è un po' più odioso senza le tue braccia.
Ho la tua felpa addosso e mi sono calmato sentendo il tuo profumo.
Non ho un piano, non ho armi, non ho monologhi sulla giustizia pronti da recitare, non ho niente se non il desiderio che tutto questo finisca.
Cosa spero di fare? Non lo so, nonostante questo continuo a camminare, con le mani in tasca, il vento fra i capelli, verso la direzione opposta alla tua, in questo mattino così freddo di una Roma, altrettanto triste.
---------------------------------------------

Arrivi tu. 《MetaMoro》☀️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora