Parte 1 senza titolo

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"Dici la verità Anto, era la prima volta che sparavi.."

"Cazzo dici?! 'Ndi fici fora chiova!"

"Dai, non ti fare troppo l'esperto..".

"Piuttosto, sei sicuro che qui lo possiamo sotterrare?"

"Sicuro come la morte."

"Bonu..ora zappa, se no non finiamo più".

"Quanto dici che ci mettiamo?"

"Un'oretta..poi ci facciamo una doccia, e ci vediamo con Rocco dalla zia Mary".

" 'Ndi mangiamu 'na pizza?"

" 'A voglia. Sto morendo di fame".

Antonino di lattine di Coca Cola ne aveva fatte fuori a ripetizione, ma era la prima volta che sparava ad un essere umano. Prima di allora non aveva potuto toccare neanche gli animali. Quelli erano sacri dalle sue parti. Se nonno Mico avesse scoperto che andava a sparare a cani e gatti lo avrebbe strangolato con le sue mani.

" 'U ficimu bonu u lavuru..che dici Anto?"

Francy non lo voleva ammettere, ma era agitato. La Fiat Tipo scassata che usava suo padre per andare nei campi era stata ricoperta di teli da mare per non lasciare tracce. La strada di campagna scelta per l'interramento l'aveva percorsa centinaia di volte da quando aveva quattro anni, ma quella sera sembrava tutta un'altra cosa. Troppo buia e inospitale per due ragazzi ed un corpo.

Ma era metà maggio, e intorno si avvertiva il profumo di fiori freschi. Tra qualche settimana ci avrebbe voluto portare Natalia giù al casolare. Due sere prima mentre si baciavano le aveva toccato le cosce. Forse si stava avvicinando il momento propizio. Non ne poteva più di tornare a casa con i testicoli gonfi.

"Menomale che hai portato le due zappe".

"Secondo te proprio stasera mi dimenticavo?"

"Non so ancora perché Rocco si è fidato. 'Na cosa sbagliata la devi sempre combinare".

"Stavota ti poi fidari".

Avevano sedici anni l'uno, il momento giusto per diventare uomini d'onore.

"Stu' fijjhiu i puttana su meritau".

"Zitto e zappa".

"Dai Anto, a verità. L'aveva combinata troppo grossa".

Francy fino a quel momento si era dimostrato sicuro di sé. Poi ebbe un attimo di esitazione: "Hai rimorsi?"

"Voi 'ca sparu puru a 'ttia?"

"Ahah. Nono. La prossima volta sparo io. Per Rocco darei il sangue...tu no?

"Fratello mio, ho sparato io. Il sangue lo sto già dando".

Il suono delle cicale nella notte era frastornante.

"Posso zappare con le cuffie alle orecchie?"

"Se hai qualcosa che non è un cellulare sì. I telefonini devono restare spenti. Se no c'intercettano le celle".

"Dopo stasera cosa dici che succede?..Scoppia 'na guerra?"

"No. Chissu 'cca non appartiene a nessuno. E gli amici suoi sono tutti figliolazzi".

Antonino zappava freneticamente. Voleva finire il lavoro il prima possibile.

"Chi è stu rumuri?"

Dalla Tipo venne fuori uno squillo di cellulare.

"Pezzo di merda. Te lo sei dimenticato acceso?" Antonino era pronto a tirare la zappa addosso a Francy.

"No, questo è il telefono che mi ha dato Rocco. Quello per le emergenze. Mi ha detto di lasciarlo acceso. Tanto tra un po' lo scassiamo".

"E va, rispondi. Prima che magari ci senta qualcuno".

Antonino si sentiva sempre più nervoso. Mentre Francy si avvicinava alla Tipo lui scavava con maggiore intensità.

Francy rispose al telefono. Accennò un sorriso mostrando tutto il suo orgoglio:"We mastro Rocco, tutto apposto. Stiamo lavorando alla grande."

Improvvisamente cambiò tono di voce:"Ma davvero stai dicendo?"

Antonino si fermò.

"Frà, che è successo? Frà?"

Francy chiuse il telefono e si avvicinò alla buca che stava prendendo forma. Antonino riuscì a scorgergli il viso. Aveva gli occhi vitrei, sembrava un cadavere.

"Abbiamo sbagliato figliolo".

Il cuore di Antonino accelerò i battiti.

"Non mi prendere per il culo che ti butto la zappa in testa".

"Minchia, mi viene da piangere".

"Frà, ma che cazzo stai dicendo? Non era Giulio Vartuli?"

"No, abbiamo sbagliato figliolo. Questo era l'amico suo. Non c'azzeccava un cazzo.."

Era buio, sempre più buio in quel pezzo di terra ai bordi di una strada di campagna in provincia di Vibo Valentia. Era una sera di metà maggio, ed i fiori di campo profumavano più che mai. Ma Francesco Varvalà e Antonino Fragallo quel profumo di primavera non lo avvertivano affatto.  

FIGLIO DI UN DEMOCRISTIANO MINOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora