14 Settembre, 2015
JKCaccio il fumo dalla bocca con riluttanza, mentre sono appoggiato a questa ringhiera da quasi mezz'ora. Non ho idea del perché non accenno ad andarmene, cosa potrei ottenere dallo stare fermo, sotto casa sua, per tutto questo tempo? Tanto lei non scenderà, questa volta l'ho fatta grande.
Tuttavia mi ostino a stare fermo lì con gli occhi fissi su quella che so per certo è la sua stanza. Quella in cui lo avevamo fatto la prima volta, quella in cui si era fidata di me per la prima volta. Le tende viola della sua stanza sono così scure che è impossibile anche immaginare cosa stia succedendo lì dentro. Ma sono certo che Miki è sicuramente stesa sul letto, con le cuffiette e la musica al massimo. Perché lei fa sempre così quando è arrabbiata o triste. Ed io mi vergogno di averla presa in giro in quel modo. Non ho idea di che ore siano, mia madre mi ha chiamato due volte, incazzata, era tutto il giorno che ero sparito, per non parlare di quel rompipalle di mio fratello più grande, non aveva fatto altro che mandarmi una serie di messaggi in cui mi minacciava che se non l'avessi smessa di rubare le sue sigarette avrebbe detto tutto alla mamma. Diamine, che palle.
Inoltre, domani sarebbe ricominciata la scuola. E quello sarebbe stato il mio ultimo anno. Vorrei perdere tempo a pensare a quante cose sono cambiate, a come fosse stato facile per me diventare qualcuno altro in quegli ultimi tre anni, ma il portone si apre all'improvviso ed un signore anziano esce guardandomi male. Ricambio lo sguardo con arroganza, mi chiedo cosa cazzo volesse da me quel vecchio.
Ecco.
Eccola qua una cosa che era cambiata. Non ero più vittima di nessun sguardo, non avevo più paura di alzare la testa. I bulli di qualche anno fa, alla fine erano diventati miei amici. E senza di me non riuscivano neanche ad organizzare una partita di calcio. Non so come sia successo, ma credo che sia stata tutta colpa di quell'idiota.
Di Jemy.
Ricordavo ancora perfettamente il suo nome. Soprattutto perché era colpa sua se mi ero trovato a provare il sapore della delusione. Della consapevolezza che tanto sei solo un ragazzino e che certe cotte è meglio che muoiano sul nascere. Forse era anche per questo che mi ostinavo a trattare in quel modo Miki. Perché avevo paura che alla fine potesse preferire qualcun'altro a me.
Il portone si apre ancora una volta, ma questa volta è lei che sta venendo verso di me.-Vattene - il tono della voce è stanco, è stanca di me, di quel mio atteggiamento, di quel continuo farle credere di amarla quando alla fine non ci riuscivo davvero.
-Perchè non mi dai l'occasione di spiegarti?- butto la cicca della sigaretta e mi avvicino a lei.
Miki abbassa lo sguardo per poi guardami con aria spenta. Di chi non riesce a provare più nulla.
-Ti ho dato innumerevoli possibilità, non ne hai colta neanche una, ora vattene-
Questa volta credo che abbia ragione, ma nonostante tutto continuo a chiederle di spiegarmi, che ero stato uno stupido ma che avevo bisogno di dirle quello che davvero provavo. Ma Miki non mi sta ascoltando, continua a scuotere la testa, ad avere lo sguardo basso, a stare in silenzio, non è più interessata neanche a dirmi quello che pensa. Non so cosa fare, alla fine rimaniamo in silenzio.
-Torna a casa - è l'ultima cosa che mi dice.
La guardo rientrare nel palazzo, inerme, consapevole che ormai non potevo più fare nulla. L'avevo persa. Ero triste o arrabbiato? O dentro di me sapevo che era meglio così? Forse per me era giusto non avere nessuno. Non provare nessun amore. Ma poi sento il cuore fermarsi, quando davanti a me passa una ragazza. Ha i capelli dello stesso colore di qualcun'altra, ha quasi il suo stesso profilo e la sua stessa altezza.
-Sto arrivando, amore- le sento dire, osservo i suoi capelli svolazzare mentre si allontana e svolta sulla strada principale.
Sono sicuro che anche Key si rivolgeva così al suo ragazzo. Con la stessa delicatezza di quella ragazza che me l'aveva ricordata all'istante.
Comunque, Key, l'avevo sempre vista di meno in quegli ultimi tre anni, a volte, era quasi come sparita dalla circolazione. Ma poi quando la incontravo per sbaglio, era più forte di me: ignorarla con tutto me stesso. Perché era la cosa più facile da fare. Se lei fosse stata qui, mi avrebbe sicuramente detto che lo meritavo e che l'avevo delusa perché il JK di tre anni fa, non avrebbe mai fatto del male ad una ragazza. Alla sua ragazza.

STAI LEGGENDO
救い出すよ必ず// I'll Save u
FanficBOY IN LUV SERIES // Second Act Sono passati tre anni dagli ultimi avvenimenti, Key ormai è all'università: viaggia tra la città in cui vive da sempre alla città in cui cerca di crearsi un futuro. La sua vita è molto diversa da quando frequentava i...