Cap 13

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IN QUESTO CAPITOLO DARÒ VOCE A DIMITRIS.

" Che stronzo che sono, io e le mie sorprese del cazzo , questa volta la sorpresa me l' ha fatta lei , e mi sta pure bene" pensai, camminando lungo la spiaggia di Mondello.

C' era un freddo cane , il mare era una tavola, me la ero immagginata diversamente questa serata.

Dovevo esserci io con lei abbracciata su quel dondolo, io a baciarla , io ad accarezzarla. Ma forse era meglio così , troppi km ci separavano e un mare di altri problemi ci avrebbero tenuti lontano.

La amavo ancora , mi bruciava il petto , mi tremavano le gambe , mi scendevano le lacrime , ma nonostante l' avessi vista che si baciava con un' altro non potevo odiarla, sarei voluto tornare in dietro , dirle che l' amavo alla follia , portarla via con me, ma non avevo il diritto di farlo, le avrei fatto del male.

Pensai che non dovevo piu' cercarla ,era meglio per lei , dovevo dimenticarla.

Presi un taxi e nonostante avevo preso un albergo a Mondello, tornai in aeroporto e aspettai per ore un volo per Roma o Milano e poi Atene. Dovevo andarmene al piu' presto, sentivo ancora il suo profumo nell' aria del giardino, per un attimo avevo creduto che non avrei resistito , e avrei spaccato la testa a quel tipo , poi la logica mi fermo'.

Paolo era stato piu' scaltro di me, dopo dieci giorni era gia' fra le braccia di una francesina tutto pepe.

E io mi sono lasciato fregare come uno scemo.

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