Per le persone i pazzi sono coloro diversi dalla media.
Secondo la media lui era pazzo, ma secondo lui, loro erano pazzi.Non era mai andato d'accordo con nessuno per questo motivo. Era troppo intelligente per essere capito da degli inutili insetti cavernicoli come loro.
Loro non andavano d'accordo con lui perché era pericoloso e fuori controllo con la sua ossessiva voglia di inventare.
Loro avevano paura della sua immensa intelligenza pensava lui. Loro avevano paura di lui per la sua immensa follia.
Ma la follia è intelligenza no? Ripeteva lui costantemente.
L'intelligenza non è follia gli dicevano loro senza ascoltare risposta.
Era finito emarginato solo perché diverso dalla media, gli dava fastidio, tanto fastidio. Se per sbaglio si fosse presentato con un coltello e non lo avesse fatto per "sbaglio", avrebbero saputo per chi era la coltellata. Erano solo scatti mensili, in quel periodo la gente gli stava a metri di distanza.
Una volta aveva accoltellato un professore, non voleva però. Per fortuna sua era ancora vivo, paralizzato dal lato sinistro, ma vivo. Non aveva mai ucciso nessuno, gli capitava di rado in quei periodi di trovare qualcuno tra scuola, strada e casa.
I suoi genitori, morti una suicida dopo il parto e l'altro in un incidente stradale. Viveva in un orfanotrofio in quanto diciassettenne, però era evitato anche lì. Dopo quindici anni che lo conoscevano lo evitavano come la peste. Ormai aveva perso tutte le speranze.
Oltre a sé stesso non aveva bisogno di nessuno, era troppo magnifico pensava.
Era bello, bellissimo, sussurrava guardandosi allo specchio. Oggettivamente non si poteva dire che non fosse di bella presenza, solo la sua psiche rovinava il ragazzo perfetto che avrebbe potuto essere.Scriveva, creava per calmare la sua mente. Scriveva di sangue, di morte. Ma nascondeva a tutti i suoi scritti perché lo spaventavano, ne aveva paura. Non delle reazioni, figuriamoci! Aveva paura della sua mente che a volte gli lasciava vedere il motivo per cui era chiamato pazzo.
Aveva paura di sé....