Caro Diario,
Oggi Taylor mi ha chiesto di stare con lui! ti rendi conto?
So che dovrei essere felice, ma c'è qualcosa che me lo impedisce.
Forse non lo amo.
Allora perché sto con lui?
Sono tutte domande che mi sto facendo da quando ha urlato a tutti che ero sua.
Quel momento é stato veramente imbarazzante.
Avrei dovuto dire che ero sua e lui era mio invece di stare lì a ridacchiare e a diventare rossa.
Mi sento orribile.-Scrissi e mi fermai.
Avevo talmente cose a cui stavo pensando che non riuscivo a scrivere.
Chiusi il diario e lo nascosi nel solito posto dietro l'armadio.
"Kath, vieni c'è tuo padre che ti chiama!!"-Gridò mia mamma dal piano di sotto.
I miei sono divorziati, tanto per avvisarvi.
Sbuffai e scesi le scale goffamente.
Presi il telefono e me ne andai in cucina.
"ciao papà!"
"ciao Katherine come stai?"
"bene bene, lo sai che oggi..."-mi fermai subito e mi resi conto di quello che stavo per dire.
"oggi?"-chiese con tono acido.
"no niente, scusa"-dissi prendendo un bicchiere e il latte.
"no, dimmi!"-insistette.
"papá, ho detto niente"-bevvi un sorso.
"se non mi dici cosa volevi dire...parlerò a tua madre, cos'è questa cosa di incominciare una frase e non terminarla!!?"-urlò e fui costretta ad allontanare il telefono che addirittura vibrava.
"papà, ho soltanto detto che non volevo dire niente di che, punto e stop!!"-dissi alzando la voce.
"tu non mi dici punto e stop signorina!"
Sbuffai e riattaccai.
Ero stufa di tutti quei attacchi per una cazzata.
Solo perché non volevo dire una cosa mi metteva in tribunale.
Il telefono squillò e lo ignorai lasciando anche la cucina.
"se papà ti chiama e incomincia ad urlare saprai già il perché"
"cosa hai fatto ancora?"-chiede mia mamma tenendo lo sguardo fisso sul tablet.
"stavo per dirgli che mi sono fidanzata e subito dopo mi sono corretta, ma a quanto pare voleva sapere se ero fidanzata e ha insistito fino a farlo urlare e gli ho riattaccato in faccia."
"dovresti scusarti per avergli riattaccato in faccia, Kath"-tenne lo sguardo fisso sul tablet.
Non mi stava neanche ascoltando.
Sono in quei momenti di tristezza che hai voglia di chiamare il tuo fidanzato, ma non me la sentivo, non sentivo il bisogno di chiamare Taylor.
"non mi stai nemmeno ascoltando"-me ne andai quasi piangendo.
"si che ti sto ascoltando"-disse e dopo di che sussultò contenta di qualcosa sul suo tablet.
Velevo mandare tutti a fanculo, ma ero troppo buona per farlo.
Mi buttai sul letto piangendo come una bambina, piangevo anche quando ero arrabbiata.
Una musichetta riempì la stanza e presi immediatamente il telefono non guardando chi chiamava.
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Alone
Teen FictionKatherine Evans, una 16 enne, vive una vita normale, fino a quando nota la presenza di un ragazzo misterioso. Lei comincia ad interessarsi e scopre che nessuno é mai riuscito a capire cosa volesse o chi fosse. Katherine riuscirà a scoprire chi é? "l...