Capitolo 4

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Marinette arrivò a casa esausta, tant'è che dopo due minuti era già salita in camera sua e si era buttata a peso morto sul letto. Non aveva neanche trovato il coraggio di salutare i suoi genitori per la spossatezza.

Che giornata intensa!

Fino al giorno prima se ne stava rintanata nel suo piccolo mondo fantasioso e monotono, nascosta dietro ad un paio di cuffie senza nessuno che la coinvolgesse in racconti contorti riguardanti surreali esperienze di vita, mentre tutto ad un tratto era riuscita a scatenare una lite a scuola con la ragazza fattasi chiamare 'perfidia in persona', Nino e la ragazza nuova Alya avevano deciso improvvisamente di diventarle amici, un diciottenne pazzo aveva quasi rischiato di stuprarla e aveva avuto una conversazione abbastanza consona e normale sulla metro con un perfetto sconosciuto. Con un perfetto sconosciuto.

'Dio, come ho fatto a cacciarmi in questa situazione?' pensò sovrappensiero la ragazza, poggiando le mani sopra il viso in una mossa di esasperazione, frustrazione e stanchezza. 'Accidenti a te, Marinette Dupain-Cheng, cosa ne stai facendo della tua vecchia vita?'.

Sapeva benissimo che parlare con persone ignote era una mossa azzardata e pericolosa, e ne aveva avuto la prova quel pomeriggio.

Solo in quel momento realizzò con concretezza ciò che era successo poco più di un'ora prima. Un diciottenne l'aveva davvero aggredita, per di più in pieno giorno? C'era veramente qualcuno disposto a farle del male pur di divertirsi? Se non fosse arrivato quell' altro ragazzo ad aiutarla cosa avrebbe dovuto fare? Scappare? No, tentativo inutile.

Di tutte le persone presenti al mondo, proprio lei doveva cacciarsi nei guai?

Di una cosa era certa: non era abbastanza forte per permettersi di badare a se stessa senza l'aiuto di una terza persona al suo fianco. Molto probabilmente non ci avrebbe neanche provato e avrebbe rinunciato dopo pochi sforzi.

Nella sua mente balenarono ancora immagini di terrore, la voce calma e minacciosa dello sconosciuto mischiata alle sue grida angoscianti. Marinette non poté fare a meno di rabbrividire.

No. Questo non doveva succedere. Non poteva permetterselo.

Guardò non rammarico l'enorme quantità di libri adagiati sulla sua scrivania che avrebbe dovuto leggere come compito, ma non aveva tempo per pensare a ciò. 'Li farò più tardi' si disse 'C'è qualcos'altro di più importante a cui devo pensare prima'.

Con tutta la forza che riuscì a trovare in corpo si alzò, spalancò la botola che portava al piano inferiore e si diresse in salotto, dove Tom e Sabine stavano dedicandosi ai lavori domestici.

Lo sguardo preoccupato del padre si posò involontariamente su quello della figlia, notando un leggero velo di tristezza.

<Marinette> cominciò <Sei sicura di sentirti bene? È successo qualcosa a scuola? Sei malata? Non è che ti senti la febbre? Aspetta, ti prendo un termom->

<Ehi, tranquillo papà!> lo rassicurò la ragazza impedendogli di afferrare il termometro. <È tutto OK. Io sto bene. Solo, vorrei parlarvi di una cosa importante...

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<Avanti, chiedimi qualcosa che non so>.

<Dài Marinette, so benissimo che sai tutto quanto alla perfezione, non c'è bisogno di ripetere il programma ogni dieci secondi!> Esclamò sbuffando e ridendo Alya, intenta a sistemare la maschera che l'amica avrebbe dovuto indossare qualche minuto dopo.

Marinette aveva fatto una scelta.

Dopo l'incidente avvenuto in metro si era ripromessa che avrebbe imparato a difendersi nel migliore dei modi nel caso si fosse scontrata di nuovo con brutti ceffi e persone da cui diffidare.

RICORDATI DI ME~Miraculous Ladybug~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora