56. Comandante del Corpo di Ricerca

76 3 1
                                    

Rimanemmo tutti esterrefatti. Erwin sembrava sul punto di morire, ciononostante aveva ancora la forza di parlare. << C-Chise, vieni qui, per favore. >>.

Il soldato mi lasciò andare, ed io camminai lentamente verso Erwin, piegandomi sulle ginocchia, mentre le lacrime che erano fuoriuscite precedentemente, si erano quasi asciugate. << Prendi il mio collare di comandante e mettilo tu... >>. Sgranai gli occhi, spostando il mio sguardo dagli occhi blu cielo di Erwin al suo collare con una gemma verde incastonata in un anello dorato.

<< Aspetti, cosa? >>. Mi congelai sul posto, mentre iniziai a tremare.

<< Ho... sentito tutto... tutto quello che hai detto su Armin. Hai ragione... lui è una mente brillante, che può prendere benissimo il mio posto riguardo l'organizzazione dei piani per le missioni... ma voglio che sia tu, la quattordicesima comandante del Corpo di Ricerca. >>. 

Spalancai gli occhi, iniziando di nuovo a piangere. "Cosa...". << A-Aspetti, non sono sicura di essere quella più adatta! Perchè non nomina Levi comandante?! Lui è più adatto! I-Io non... >>.

Erwin mi interruppe. << Perchè tu sei speciale. Levi è la forza del Corpo di Ricerca, mentre tu ed Armin siete la mente. Perdonami, Chise. Non ho avuto altra scelta che diventare un demonio, facendo morire tutti i miei soldati, e io stesso volevo divenirlo. Voglio uscire da questo inferno, ma se mi iniettassi quella roba, ci tornerei, quindi ora voglio riposare. >>.

Erwin tossì, mentre un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca. << C-Comandante... >>.

<< Chise... b-buona fortun... >>. Non finì la frase, che il comandante si spense sotto i miei occhi. Rimasi a fissarlo per qualche secondo, con gli occhi gonfi per le lacrime, poi feci come mi chiese: presi il collare, facendo attenzione a non muovere il corpo ormai morto di Ewrin. Strinsi il collare di comandante nelle mie mani, portandomele al petto, mentre piangevo incessantemente. << L-La ringrazio... comandante Erwin... >>.

Levi si piegò affianco a me. << Chise. >>.

Alzai lo sguardo verso di lui, con ancora un briciolo di odio negli occhi. << Ti chiedo scusa per aver detto di salvare Armin e invece stavo per iniettare il virus del gigante nel braccio di Erwin. Ti avrei ferita profondamente, e non me lo sarei mai perdonato. Ti chiedo ancora scusa. >>.

Fissavo Levi negli occhi. L'odio che provavo era svanito del tutto, lasciando posto a tristezza e gioia. Quelle scuse erano sincere, lo capivo dalla lucidità che gli occhi di Levi avevano assunto, e dalla sfumatura argentea tendente all'azzurro cielo che aveva impossessato i suoi meravigliosi occhi. Mi allungai verso di lui, dandogli un bacio talmente delicato, come se quelle sottili e fredde labbra potessero rompersi. << Non fa niente. So che volevi fare la scelta giusta, e lo capisco. >>. Mi alzai ed indossai la collana di Erwin al mio collo sotto gli occhi di tutti. << Da questo momento, io, Chise Yamada, sotto richiesta del precedente comandante del Corpo di Ricerca Erwin Smith, assumerò il comando di questo glorioso corpo. Finiamo questa missione, portate Berthold sul tetto di quel palazzo, e iniettate il siero ad Armin prima che sia troppo tardi, forza! >>.

<< AGLI ORDINI! >>.

Eren, Mikasa e gli altri mi obbedirono, mentre Levi si avvicinò a me per vedere come stesse andando l'operazione. << Sai, Chise, mi hai davvero fatto paura quando mi hai puntato quella lama al collo. >>.

<< Si, avevo perso la ragione in quel momento. L'idea di perdere uno dei miei migliori amici mi spaventava, ma non sarei mai riuscita ad uccidere l'uomo che ho intenzione di sposare. >>. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo mentre lui mi cinse al suo fianco con il suo forte braccio, e poi ci voltammo di nuovo verso i soldati.  Adagiarono il corpo bruciato di Armin sul tetto della casa che avevo indicato, e misero Berthold proprio lì vicino. Iniettarono il siero ad Armin e si allontanarono immediatamente: dopo due secondi, un gigante si materializzò proprio lì, e solo in quel momento, Berthold si svegliò. << Ma che...AAAAH! A-ASPETTATE! RAGAZZI, AIUTATEMI! NO, ANNIE! REINER! AARGH...>>. Iniziai a piangere silenziosamente, ma questo dettaglio non sfuggí a Levi, che mi prese e mi strinse la mano, per poi abbracciarmi. Io volevo molto bene a Berthold, abbiamo passato gli anni a parlare, scherzare, giocare, ad allenarci. Infatti non mi ero mai aspettata che fosse lui il nemico. Berthold era stato divorato, e Armin era tornato nella sua forma umana, aiutato da Eren e Mikasa ad uscire dal corpo del gigante. Strinsi ancora più forte la mano di Levi. << G-Grazie, Levi... >>.

Le Ali della LibertàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora