The Rightful King of Jotunheim

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"Qui è la nave spaziale dei profughi asgardiani, siamo sotto attacco, ripeto, siamo sotto attacco. Motori in avaria, sistema di supporto vitale compromesso, richiesta di aiuto a qualsiasi nave nelle vicinanze.
Il nostro equipaggio è composto da famiglie asgardiane, siamo pochissimi soldati qui, non è una nave da combattimento..."

"Udite e gioite!" Ebony Maw camminava tra i corpi senza vita di metà degli asgardiani che si trovavano all'interno dell'astronave appena fuggita da Asgard con a bordo gli unici superstiti. "Avete avuto il privilegio di essere stati salvati dal grande Titano".
Avevano provato a resistere e a combattere con tutte le loro forze nonostante fossero pochi soldati, ma Thanos e l'Ordine Nero avevano avuto la meglio anche sul Dio del Tuono. "Forse voi pensate sia sofferenza. No". Corvus Glaive infilzò un ultimo soldato che ancora respirava.
Erano stati sconfitti. Nessuno era sopravvissuto. Thor era stremato e senza forze. Heimdall era a terra ferito.
"Questa è redenzione, la bilancia universale tende verso l'equilibrio grazie al vostro sacrificio. Sorridete, poiché anche nella morte siete diventati figli di Thanos".

L'unico ancora in piedi era lui, il Dio degli Inganni. Loki buttò un occhio verso quella carneficina e poi alzò lo sguardo verso Thanos, che se ne stava immobile, voltato di spalle e con Thor stretto nella sua mano.

Quella era davvero la loro fine? No, Loki sapeva benissimo cosa sarebbe arrivato dopo... Il suo piano era ben costruito nella sua testa, ma per far sì che funzionasse qualcuno si sarebbe dovuto sacrificare.

"So cosa significa perdere" la voce del Titano Pazzo risuonava in quella che qualche ora prima era stata l'astronave degli asgardiani e che in quel momento era diventata la tomba di metà di loro. "Sentire disperatamente di avere ragione, ciò nonostante fallire".
Thanos si girò e trascinando Thor per l'armatura, si avvicinò sempre di più a Loki, ormai accerchiato anche lui dall'Ordine Nero. "E' spaventoso, fa tremare le gambe, ma io vi chiedo per quale fine... Lo temi, lo sfuggi, il destino arriva ugualmente e ora... Eccolo. O dovrei dire, eccomi". Alzò la mano col Guanto e Loki, come aveva potuto immaginare, notò che al suo posto c'era già una gemma che brillava di una forte luce viola, la Gemma del Potere.

"Tu parli troppo" riuscì a rispondere Thor con le poche forze che gli rimanevano. Thanos sembrò non ascoltarlo, ora voleva solo parlare con Loki, e Loki sapeva benissimo cosa gli avrebbe chiesto. Prima o poi quel momento sarebbe dovuto arrivare, Thanos l'aveva rimandato anche più a lungo di quanto Loki si fosse potuto immaginare, e prendere il Tesseract prima di liberare Surtur e distruggere Asgard gli era sembrata l'unica via per salvarsi.

"Il Tesseract o la testa di tuo fratello... Presumo tu abbia una preferenza".

Loki voleva sfidarlo, il suo sguardo era serio, arrabbiato ma non spaventato. Thanos non l'avrebbe avuta vinta così facilmente, soprattutto non in quel momento in cui la vita in pericolo non era la sua.

"Oh certo... Uccidi pure".

Come se nulla fosse Thanos appoggiò la Gemma che aveva già nel Guanto sulla fronte di Thor. Le urla del fratello erano ancora più forti nella testa di Loki. Che stava facendo? Stava davvero abbandonando l'ultima persona al mondo che gli voleva bene, per cosa? Per un inganno...

"Sarai sempre il Dio degli Inganni, ma potresti essere di più"

I suoi occhi si riempirono di lacrime. Le urla di Thor erano piene di dolore, ma anche di disperazione e delusione... Non era la prima volta che Loki le sentiva. Quando si lasciò cadere nel vuoto abbandonando sia Thor che il loro padre Odino aveva udito il fratello gridare così per lui. Quando si finse morto sempre agli occhi del fratello aveva sentito ancora quelle urla. Erano sempre le stesse, il male fisico che Thor stava provando in quel momento non era nulla in confronto a quello che provava dentro di sé, sentendosi di nuovo tradito e abbandonato dal suo fratello minore.
Loki teneva a Thor, non avrebbe mai permesso a Thanos di concludere il suo lavoro ma la tortura era necessaria. Necessaria per il suo piano. Se gli avesse dato il Tesseract senza problemi tutti avrebbero capito ci fosse qualcosa sotto.

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