Capitolo 11.

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Inizialmente, chiesi a Minho di incontrarci per potergli raccontare tutto, ma sfortunatamente lui non poteva uscire di casa perché era in punizione.
Quindi gli spiegai tutto al telefono.
Quando le dissi di mia madre, sentii Minho piangere dall'altro lato.
Minho era molto affezionato a mia madre, così come lei lo era a lui.
Ricordo ancora tutte le sere in cui Minho veniva da noi e le raccontavamo le nostre avventure più folli.
Lei amava ascoltarci e darci consigli.
Diciamo che è la madre che tutti vorrebbero, quella che se prendi un brutto voto, invece di riempirti di punizioni si mette sui libri con te e prova ad aiutarti.
La madre che capisce quando è meglio farsi da parte e quando si deve intervenire.
Ora capisco perché Minho ha sempre detto che sono fortunato ad averla come mamma.

Alla fine, iniziai a piangere pure io.
Credo di essere rimasto una decina di minuti a piangere, mentre Minho provava a consolarmi.

-Amico, sto arrivando.-

-Minho, non sei in punizione?-

-Se esco dalla finestra non mi vede.-

-No, Minho.
Se ti scopre sono guai, non serve che esci per me.-

-Troppo tardi.-

10 minuti dopo io e Minho eravamo sul divano in silenzio.

-Sai, ieri sera mi è successa una cosa bella.
È strano dirlo, visto che ho pure scoperto una cosa brutta, ma è così.-

Iniziai a raccontare a Minho tutta la storia.
Lo vidi rallegrarsi un po'.

-Sai, credo proprio che Thomas ricambi i tuoi sentimenti.-

-No, è impossibile.
Mi ha detto quelle cose e mi ha trattato così bene solo per quello che è successo a mia madre.-

-E quell'abbraccio?- chiese alzandosi. -Dimmi, seriamente pensi che lui ti abbia abbracciato mentre eravate su un letto solo perché provava pena per te?-

-Non voglio illudermi.-

-Non puoi non aprire gli occhi.-

Dopo quelle sue parole ho riflettuto abbastanza, e ovviamente non sono arrivato a nessuna conclusione.
Ogni volta che mi facevo delle domande, ragionavo tanto, tantissimo, ma non ottenevo mai nulla.

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Credo che quelle poche ore siano state le più belle di tutta la mia vita.
Stare abbracciato a lui, ascoltare il suo respiro, poterlo osservare mentre dorme.
Queste sono le cose che voglio fare e sentire per tutta la vita.

Pensai tutto il tempo a quella notte, finché non suonarono il campanello.
Strano, dato che erano le 02:00 pm.
Di solito nessuno suona il campanello a quell'orario, soprattutto nel mio quartiere.

Mi alzai dal letto abbastanza scocciato e scesi al piano di sotto.
Rimasi perplesso quando aprendo la porta vidi mia madre e Lukas.

-Che succede?Non dovevate tornare stasera?- chiesi girandomi e camminando verso il divano.

-E invece siamo qui, problemi?- dice Lukas entrando e sbattendo la porta.

-Seriamente, tutto bene?- chiesi a mia madre.

Solo dopo averle fatto quella domanda mi accorsi della sue condizioni.
Aveva gli occhi lucidi, i capelli scombinati e il viso leggermente rosso.

-Che caspio le hai fatto, Lukas?- chiesi girandomi di scatto verso di lui.

-Io? Niente.
Sta solo fingendo, ora le passa.-

-CHE LE HAI FATTO, BRUTTO FIGLIO DI- non riesco a finire la frase perché sento mia madre che mi prende per il polso.

Weakness. [Newtmas]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora