The School One

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"Quella stronza ha messo 27 domande aperte in due ore! E dico, manco fossero veloci da rispondere" esclamò Chiara, infuriata con la professoressa di italiano che ci aveva fatto la verifica. Non era stata una mattinata particolarmente difficile: la prima ora avevo avuto educazione fisica e la seconda geografia. Inutile dire la mia noia. Ma le ultime sono state due ore intense di verifica su Pascoli.

"Già, dovrebbero essere illegali verifiche del genere" concordai annuendo e guardando avanti mentre ci avvicinavamo all'uscita dell'edificio. Non avevamo più lezioni dopo la verifica, quindi ci stavamo dirigendo verso i rispettivi autobus. Per arrivare alla porta dovevamo passare davanti alla classe di un ragazzo molto figo, ma che dico, era un "tocco", così definito dalla ragazza al mio fianco. C'era stato qualche scambio di sguardi in passato ma niente di che e niente di più.

Mentre Chiara aveva cambiato discorso parlando di non so bene cosa, lo vidi. Stava percorrendo il corridoio venendo nella nostra direzione. Guardai dritta, davanti a me e quando fu abbastanza vicino, successe di nuovo. Quello sguardo che si puntava nei miei occhi, come non volerli lasciar andare. Uno sguardo così intenso da farmi quasi tremare. Non sapevo se mi piacesse oppure no, quella sensazione. Lo guardai anche io, con quasi la stessa intensità, come se volessimo farci intendere qualcosa. Un'attrazione mi spingeva verso di lui, faceva si che non distogliessi lo sguardo. L'avrei distolto, credetemi, fifona come sono. Non sentii più la voce di Chiara al mio fianco, ma in quel momento non ci pensai troppo.

Dal momento in cui i nostri sguardi si furono incrociati, fu come se il tempo si fosse fermato. I secondi, i minuti non scorrevano più. Potevano essere passati cinque secondi, cosa molto più probabile, o delle ore, che non me ne sarei accorta.

Sentii di nuovo la voce di Chiara quando mi accorsi che il ragazzo non fu più nel mio raggio visivo, mi aveva superata. Sospirai, buttando fuori l'aria che non mi ero accorta di star trattenendo. Mi riscossi, ancora frastornata dall'intensità di quello sguardo, che mi avrebbe potuta squagliare in un secondo.

"Wo!" esclamò Chiara esterrefatta. "Cazzo Gio, mi sono quasi eccitata" dichiarò con un piccolo urletto alla fine. Ridacchiai dalla stupidità della mia amica.

"Pazza" dissi mentre entrambe scoppiammo a ridere.

"Però, niente male eh" mi guardò ammiccando, parlando del ragazzo con cui avevo appena avuto uno strano scambio di sguardi. Mi guardava come se volesse avermi, come se fossi l'unica cosa che avrebbe sempre voluto e desiderato. Annuii, confermando ciò che Chiara aveva appena detto.

"Diciamo che se me lo chiedesse, non aspetterei un secondo a farmelo" alzai le mani, come arrendendomi a questa constatazione. Cavolo se era bello. Alto, magro, i muscoli che si vedevano dalle magliette leggermente aderenti. Capelli neri, spettinati, ma che gli stavano da favola. Occhi verdi, che quando mi hanno guardata sono diventati più scuri. "Eh, sporcacciona" continuò tirandomi qualche gomitata sul braccio.

"Ahia, idiota" mi massaggiai il braccio dolorante ridacchiando. "Sei sempre così manesca" la schernì.

"Scopati il tipo e stai zitta"

"E anche molto fine, proprio come una brava ragazza dovrebbe essere" la presi in giro facendo un piccolo applauso. Scoppiò a ridere e mi aggiunsi a lei.

Devo trovare un modo per parlare a quel ragazzo. C'è un qualcosa in lui, che mi fa pensare possa nascere qualcosa di bello e pieno di passione tra noi.

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