58. La cantina

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Grazie all'assenza dei giganti all'interno del Wall Maria ormai conquistato, potevamo prendercela con calma e stare senza preoccupazioni inutili. Levi cavalcava al fianco del mio nuovo cavallo bianco, mentre gli altri erano dietro di noi in riga.

<< Levi? >>.

Levi era intento a giocherellare con le briglie del cavallo. << Dimmi. >>.

<< Siamo arrivati. >>.

Levi alzò lo sguardo, intravedendo in lontananza le mura che segnano il confine con il mondo esterno, ed ai piedi quell'ammasso di pietre, c'era il portone che conduceva a Shiganshina.

Entrammo in città, con la massima cautela. C'era un silenzio che metteva decisamente i brividi. Mi guardavo intorno, riconoscendo i luoghi in cui da piccola giocavo con mia sorella, e poi la vidi. La mia casa. Scesi dal cavallo seguita da Levi e gli altri, e mi avvicinai all'edificio ormai distrutto; ero nell'esatto punto in cui il gigante mangiò mia sorella. Avanzai ancora di qualche passo, calpestando qualcosa di morbido: un pupazzo, più precisamente una bambola di pezza, la bambola di mia sorella. La raccolsi con delicatezza, pulendola dalla terra che ormai aveva marchiato quei vestiti e quella stoffa chiara, mentre delle lacrime scesero dai miei occhi silenziosamente. Ricordavo il giorno in cui gliela regalari, era il suo decimo compleanno, e stavamo giocando in riva al fiume. Una mano si poggiò delicatamente sulla mia spalla. << Chise. >>. 

Mi voltai di scatto, riconoscendo il viso di Levi, per poi tornare a guardare la bambola asciugandomi le lacrime con la manica della giacca. << S-Sto bene. >>. Mi avvicinai al cavallo, e misi con delicatezza la bambola nella borsa accanto alla sella. Mi voltai verso le reclute che erano con me. 

<< Dobbiamo andare alla casa di Eren. Forza, seguitemi. >>. Iniziai a camminare trascinando con le briglie il mio cavallo, e tutti gli altri mi seguirono.

Dopo cinque minuti circa, arrivammo davanti alla casa di Eren, una casa schiacciata sul lato da un enorme masso che precedentemente era al centro della casa. "Eren mi raccontò come fu divorata sua madre... un gigante ha leggermente scostato il masso e tutte le travi che schiacciavano Carla, poi la prese e la mangiò viva..."". A quell'immagine, mi stava salendo un conato di vomito. Iniziai a girare intorno alla casa di Eren, che anche io conoscevo molto bene, trovando finalmente la botola che nascondeva delle scale. Spostai delle piccole travi che erano sull'entrata, per poi aprirla. In fondo a quei gradini di pietra, c'era la porta della cantina. 

<< Eren, l'ho trovata. Vieni qui! >>.

Eren scattò nella mia direzione, trovandosi al mio fianco sulla cima delle scale. Ci raggiunsero anche gli altri nel frattempo. Eren ed io ci guardammo negli occhi, per poi iniziare a scendere le scale, facendo attenzione a non cadere per via della piccolezza di quest'ultime. La strada si faceva sempre più buia, così accesi una torcia. Arrivammo davanti alla porta, rimanendo a fissarla intensamente. L'ansia e la paura stava assalendo me ed Eren come se nulla fosse. Lo sentivo deglutire rumorosamente. << E-Eren... è il momento... >>.

<< S-Si... >>. Eren prese la chiave togliendosela dal collo, e la avvicinò lentamente alla serratura rovinata dalla ruggine. Stava tremando come una foglia, così gli presi la mano. Smise di tremare di colpo, guardandomi negli occhi, mentre io gli annuivo di ricambio per assicurarlo. Mise la chiave nella serratura, ma c'era qualcosa che non andava. La porta non si era aperta.

<< Eren, che succede? >>.

Eren era nel panico. << Non lo so! N-Non si apre! >>.

Sbiancai di colpo, ma mi sentii trascinare da qualcuno. Levi prese il braccio di Eren ed il mio e ci spinse dietro di lui. << Non sono venuto fin qui per perdere tempo. Spostatevi. >>. 

Con un forte calcio, Levi sfondò la porta di legno, lasciando me ed Eren scioccati. Da quella stanza, c'era uno spiraglio di luce che entrava da una piccola finestra che si affacciava sull'altro lato della cantina, illuminando la stanza. C'erano due librerie, piene di libri di chimica e medicina. Poi c'era una scrivania, con sopra delle provette e boccette di vetro, che Grisha usava probabilmente per i suoi esperimenti. Mi abbassai per dare un'occhiata sotto la scrivania, ma ci trovai solo un cassetto. Provai ad aprirlo, ma era chiuso, e vicino c'era una serratura. "E se...".

<< Eren, mi daresti la chiave? >>.

<< Oh? Certo. >>. 

Eren mi porse la chiave, e provai a metterla nella serratura del cassetto. La chiave entrò tutta perfettamente, come se fosse un pezzo di un puzzle. Provai a girarla, e sussultai quando il rumore di una serratura che si apriva rimbombò nella stanza, attirando l'attenzione di tutti.

<< Questa non era la chiave della cantina, ma di questo cassetto... >>.

<< Aprilo, Chise! >>.

Deglutii. Finalmente stavamo per scoprire cosa nascondeva al mondo Grisha di così pericoloso da non rivelarlo nemmeno per il bene della razza umana. 

Aprii il cassetto lentamente, per evitare che quel vecchio legno si potesse rompere da un momento all'altro. Rimanemmo tutti senza parole, non appena il cassetto fu completamente aperto, rivelandone il contenuto. << Ma sono... >>.

<< Delle scartoffie! >>. Sasha iniziò a dare di matto. << Abbiamo fatto tutto questo per delle scartoffie! >>.

Interruppi la ragazza prima che impazzisse davvero. << Aspetta, Sasha, non sono semplici scartoffie. >>.

Le cacciai dal cassetto, soffiandoci sopra per togliere la polvere che vi si era posata sopra, e a quel gesto ricevetti un'occhiata omicida da Levi. Iniziai a sfogliare i fogli, iniziando a leggere per capire cosa ci fosse scritto. In cima del foglio c'era scritta una singola parola: "Esperimenti".

<< Che genere di esperimenti? >>. Eren, incuriosito, si affiancò a me, posando gli occhi sul foglio, e lo stesso fece Levi all'altro lato, mentre tutti gli altri mi circondarono.

I miei occhi tornarono sul foglio, e non appena capii, iniziai a tremare, accasciandomi su una sedia lì vicino. << Chise! Che succede?! >>.

Mi voltai verso Eren, guardandolo negli occhi. Sembrava più spaventato di me. << Eren. Nostro padre, faceva esperimenti per cercare di riprodurre il virus del gigante. >>.

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