Capitolo 17. Un angelo venuto a salvare.

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-Voglio che mi prepari il pranzo!- mi alzo dal pavimento di casa mia, dopo aver ricevuto un forte spintone, e mi avvicino alla cucina.

Non credevo che Aldo, dopo essersi preso completamente la mia vita nelle sue mani, si sarebbe permesso di venirmi a comandare anche dentro casa mia. Se ne approfitta dato che i miei genitori stanno tutti i giorni fuori per lavoro e venire a mangiare qui.

Metto sopra il fornello la pentola e faccio bollire la pasta. Apparecchio la tavola e poi prendo il sugo, che è rimasto, dal frigorifero. Gli preparo un bel piatto di spaghetti e glielo servo davanti, visto che ha già preso posto a tavola.

-La pasta è buona, cucini bene, ma è al dente.- lo sento commentare da dietro, mentre infilo la pentola nella lavastoviglie, lamentandosi del pasto e mi chiedo perché non se né vada a pranzare a casa sua.

Forse sua madre è così sbandata che nemmeno gli cucina, chissà che tipo è. Potrebbe essere una donna identica al figlio, o potrebbe anche essere una brava persona.

Termina il piatto di pasta e si reca in soggiorno, sedendosi sul divano e accendendosi una sigaretta.

Fermi tutti, dall'odore questa non è una semplice sigaretta.

-Non puoi fumare qui dentro! Non ti è permesso! I miei genitori potrebbero sentirne la puzza al loro ritorno!- mi avvicino a lui e gli tolgo questa schifezza dalle mani.

Vado in cucina e la spengo mettendola in contatto con l'acqua sotto il rubinetto, non avendo nemmeno un portacenere a casa.

-Mossa sbagliata.- trasalisco sentendo la voce cupa di Aldo da dietro le mie spalle e mi sento tirare dai capelli.

Gemo per il dolore e vengo sbattuta al muro. Aldo mi guarda negli occhi e intravedo nei suoi uno strano scintillio.

-Come ti sei permessa, eh?- stringo gli occhi non appena vedo che alza una mano in aria e poco dopo sento colpirmi, finendo di nuovo sul pavimento.

Apro gli occhi e lancio uno sguardo sulla piastrella, intravedendo gocce di sangue.

Mi alzo da terra e, con le forze che ho, mi avvicino alla tavola ancora apparecchiata per recuperare dei tovaglioli, dato che mi sanguina il naso.

Aldo prevede la mia mossa e afferra gli scottex, portando la mano in aria.

-Vuoi questo? Prendi il rotolo, mocciosa!- lo sento sghignazzare e faccio un salto, cercando di recuperare i tovaglioli e fallendo sul tentativo.

-Basta, smettila!- lo imploro, ma sembra non dare ascolto alle mie parole, visto che continua a ridere.

Inizio a piangere e porto le mani al viso, nascondendo il mio volto.

-Come sei pessima!- lo sento commentare e gli lancio un'occhiata di disprezzo.

-Perché hai deciso di rovinare la mia vita? Perché ti prendi gioco di me?- urlo tra le lacrime.

-Stai in silenzio!- risponde tono a tono.

Inizia a colpirmi sul viso e a tirarmi calci sul corpo e poi lo vedo andare via, senza chiudere la porta di ingresso, mentre io resto distesa sul pavimento piena di dolore.

-Chantal!? Posso entrare?- la voce della mia amica proveniente dall'altra parte della stanza, in questo istante, è un dolce suono per le mie orecchie.

Sembra un angelo venuto a salvarmi.

Chiudo gli occhi e mi lascio andare nel buio.

*

Apro gli occhi con fatica e inizio a fissare il soffitto del soggiorno.

-Ehi, tesoro!- con delicatezza giro la testa verso la mia amica, seduta su una sedia accanto il divano, e gli rivolgo un sorriso.

-Cosa è successo?- domando, alzandomi leggermente dal divano e sentendomi confusa.

L'ultima scena che io ricordo è quella dove Aldo continua a picchiarmi, senza provare pena e come se io meritassi questo.

Ho un terribile mal di testa e sento il corpo dolorante.

Non capisco quale sia la parte che mi faccia male di più e quale no, ho troppo dolore e non riesco a distinguerli.

-Hai perso i sensi e sei svenuta. Tieni!- la sua voce traballa mentre mi porge un bicchiere d'acqua.

-Stai bene, Annabelle?- afferro il bicchiere e inizio a berne qualche sorso.

So che la domanda dovrebbe essere rivolta al contrario, ma c'è qualcosa in Annabelle che non va.

La vedo scoppiare in lacrime, anche se è difficile vederla in queste condizioni, e poi tira un lungo respiro.

-Guarda come ti ha ridotta!- grida tra le lacrime, capendo che si riferisce ad Aldo.- Sei piena di lividi e ti ho portata io sul divano, ho fermato io il sangue che ti fuoriusciva dal naso, e guarda! Sei tutta sporca.-

Lancio uno sguardo hai miei vestiti e mi accorgo che non sono proprio puliti da come li ricordavo, ma bensì macchiati di rosso.

-È stato lui a farti quel livido che ho visto sulla guancia, è vero? Non provare a mentire, perché ho capito tutto. Le bugie hanno le gambe corte!- annuisco alle sue parole e la sento singhiozzare.

Non volevo che questo si venisse a scoprire, non voglio far preoccupare nessuno, ma non posso continuare a mentire ad Annabelle perché sarebbe inutile.

-Da quanto tempo ti picchia? Anzi, fammi indovinare. Da quando vi siete fidanzati, perché è da allora che sei cambiata.- stringe la mano in un pugno e mi dispiace che lei stia male per me.

Provo ad alzarmi dal divano, ma non riesco. Ho paura che le mie ossa siano rotte.

-Ho chiamato l'ambulanza, adesso starà per arrivare.- sgrano gli occhi alle sue parole ed inizio a pensare al peggio.

-Perché l'hai fatto? Sai cosa potrebbe scatenare in Aldo? La furia. Si scaglierà contro di me ancora, e non solo, anche contro di te.- inizio a piangere e con fatica porto le mani al viso.

-Deve solo provarci quel deficiente. E poi cosa avrei dovuto fare? Ho avuto paura quando ti ho vista distesa sul pavimento che sanguinavi!- sentendo le parole della mia amica cerco di calmarmi e credo che io mi sarei comportata allo stesso modo.

-Non puoi continuare a farti picchiare, Chantal!- aggiunge la ragazza.

Ha ragione. È il momento che questo inferno finisca. Ho bisogno d'aiuto, ma con quale coraggio posso dire la verità?

Sento il suono della sirena dell'ambulanza farsi più vicino e poco dopo mi ritrovo sull'autolettiga circondata da infermieri e dalla mia migliore amica.

Un infermiere mi sorride e mi assicura che andrà tutto bene, mentre mi sistema sul lettino.

Spazio autrice:

Ragazze ecco un altro capitolo. Un poco corto, ma spero che sia delle vostre aspettative. Spero che vi piaccia ugualmente. Fatemi sapere cosa ne pensate. 😘
Al prossimo. ❤❤❤

Accanto A Te- Federico Rossi|| Benji E FedeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora