coffee memories | jerrie

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Oggi era il mio ultimo giorno come cameriera. Certo, devo ammettere che non è un lavoro molto prestigioso, ma era il lavoro perfetto per me.

Sai bene quanto io ami guardare le persone sedersi ai tavoli ed immaginare le loro storie, sorridere un po' di più a chi tiene il muso, addolcire la voce con chi sembra avere avuto un brutto risveglio.

Lo hai sempre saputo che in fondo avrei notato anche te, seduta su quel tavolino, in fondo alla stanza. Pensavi che non ti trovassi, ma non sarei mai riuscita a non notarti, bella com'eri.

Oggi ho dovuto lasciare questo posto, e certo, non è mica la fine del mondo, potrò pur sempre tornarci, vero? Ma non sarà lo stesso, non sarò la stessa, perché quel bancone ha sopportato la mia speranza di vederti entrare da questa porta troppe volte, e questo posto ha ospitato troppi sorrisi veri che non mi era mai capitato di fare.
Entrare qui al tuo posto senza trovarti lì ad aspettarmi sarebbe come aver sprecato tutto quel tempo, ed io e te non siamo tempo sprecato, non lo siamo mai state.

Prima di andarmene, mi sono seduta su questo tavolino, ho deciso di scriverti questa lettera. Piano piano tutti i ricordi sono sfrecciati nella mia mente, tutte le immagini stampate sul mio cuore hanno attraversato i miei occhi, e ci sono passati così vicino da farmi solletico. Devo ammetterlo, qualche lacrima mi è pure sfuggita.

Ho tentato di non lasciarmi invadere da nessuna emozione, ma era complicato dato che vent'anni passati ad aspettare che i tuoi piedi mettessero piede di nuovo in questo posto non sono pochi.
Devo ammettere che non è stato facile concludere una giornata sapendo che non saresti arrivata, che non saresti tornata nemmeno quel giorno. Non è stato facile cercare tra gli sguardi delle persone il tuo, pur sapendo che non l'avrei trovato.

Il giorno che te ne sei andata, questo locale ha perso i suoi colori, la sua vivacità, ma ha ricordato ogni istante, ed io ho ricordato insieme a lui.
Questo posto ne ha viste tante, di storie, ma mai nessuna bella come la nostra. Sentivo che era particolarmente legato a noi. E no, non prendermi per pazza, ti ricordi che lo dicevi pure tu?

"Questo posto è magico, altrimenti come sarei capitata qui se non mi avesse tirato a ? Non ti avrei incontrata e nulla di tutto questo sarebbe accaduto" dicevi.

Ti avevo promesso che non avrei dimenticato niente, e fu così. Ricordo tutte le piccole cose, ricordo che aspettavo ogni mattina con l'ordine del giorno ed un tovagliolino con scritta sopra ogni giorno una dedica diversa. Ricordo che mi nascondevo dietro al muro mentre il tuo sorriso illuminava la stanza, non appena poggiavi quel piccolo foglietto bianco nella borsa per sorseggiare il tuo amato cappuccino; che se mi avessi amato come amavi quella tazza ricolma di panna, forse ti sarei potuta rimanere accanto tutta la vita.

Io di sorrisi così non ne avevo mai visti prima, ed è stato complicato accorgermi che non potevo evitare di innamorarmene. Probabilmente mi avevi fregato dal primo istante.
Non era il mio turno, ma tu eri lì, eri sola, spaesata, il tuo sguardo cercava riparo, ed io volevo immaginare una storia anche per te.
Una storia in cui noi saremmo state le protagoniste.
Non immaginavo che però una semplice storiella sarebbe diventata reale, che noi saremmo state le protagoniste di una fiaba delle migliori.

Era capitato tutto quel giorno, quando il tuo cappuccino si spanse a terra, quando la tua sbadataggine fu il nostro piccolo aiutante, quando corsi ad asciugare il pavimento in legno e tu mi fissavi scusandoti ogni secondo.
Ti ripetevo che sono cose che capitano, che non dovevi preoccuparti, ma non ne volevi sapere. Solo mesi dopo seppi come mai ti stavi intrattenendo così tanto per una semplice macchia sul pavimento.

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