Saliamo le scale e ci baciamo con foga. Non ci stacchiamo nemmeno un attimo, troppo vogliosi l'uno dell'altro, le mani che non smettono di tirare i capelli, i baci sul collo, le palpate sul sedere. È tutto così meraviglioso, ma questo momento viene interrotto da un rumore di un pianto. Ci stacchiamo e davanti la mia porta, seduto sul tappeto con gli occhi rigati dalle lacrime...Paolo.
Io e Paolo ci conosciamo da tantissimi anni, siamo praticamente cresciuti insieme. Nonostante le nostre profonde differenze caratteriali, siamo sempre rimasti uniti. Lui è il mio migliore amico, ci è stato nei momenti miei peggiori e io ci sono stato nei suoi, è stato il primo a sapere della mia omosessualità e io il primo a sapere della sua. E giuro di non averlo mai visto così."Oddio Paolo oddio! Che c'è?"
Mi abbasso per essere alla sua altezza e lo stringo forte. Lui continua a singhiozzare e stringe forte la mia maglia. Si aggrappa alle mie spalle."Entriamo dentro? Mario, aiutami a tirarlo su, è ubriaco fradicio"
-Aaaah ecco il famoso Mario! Mario non sai quanto ho sentito parlare di teeeee! Claudio ha sempre in bocca il tuo nome, per non dire altro!-
"Va bene Paolo, ora taci"
Mario si abbassa e mi aiuta. Senza che io gli dicessi nulla, ha capito che Paolo è una persona fondamentale della mia vita.
"Appoggiamolo sul divano. Paolo vuoi un po' d'acqua?"
-Noooo, voglio dormireeee-
"Sshh non urlare che sveglierai tutto il condominio. Ora dormi. E domani mattina parliamo, devi dirmi cosa hai combinato"
-Io non ho combinato niente, è tutta colpa di quel coglione di Alberto-
"Okay Paolo, stai delirando. Quando sarai lucido ne riparliamo"
-Buonanotte-
Mentre Mario si sta spogliando per mettersi il pigiama, lo abbraccio da dietro: "Mi sa che dobbiamo rimandare i nostri piani"
'Mi sa anche a me' e mi bacia sulla bocca.
Nel letto, solo io e lui, gli racconto di Paolo, delle nostre cazzate, dei nostri viaggi. Gli parlo del mio migliore amico e lui mi parla di quanto è felice che io lo abbia nella mia vita.
***
Il giorno seguente trovo Paolo intento a preparare caffè. Sa come muoversi in casa, abbiamo passato tante notti qui insieme, è come un po' come se ci abitasse. E mi fa sorridere la naturalezza con cui fa tutto, mi riporta alla mente dei ricordi bellissimi. Per me la nostra amicizia è fondamentale, io senza di lui non sarei riuscito a superare le situazioni negative che mi sono capitate. Paolo è stato, in quei momenti, la mia salvezza: mentre io tentavo in tutti i modi di affogare, lui mi raggiungeva, mi afferrava per un braccio per riportarmi in superficie ed io così tornavo a respirare. Non gli sarò mai grato abbastanza.
"Buongiorno Pà", gli dico con voce ancora assonnata.-Buongiorno-, dice lui con la testa verso il pavimento.
Io non dico più niente. Semplicemente mi avvicino e lo abbraccio. Poche volte ho fatto nei suoi confronti determinati gesti, ma stare con Mario mi ha insegnato una nuova cosa: che bisogna sempre lasciar parlare il proprio cuore, che bisogna dimostrare con i fatti alle persone quanto contano per te, perché un momento ci sono e l'altro magari potrebbero non esserci più. Così almeno non si possono avere rimpianti.
Paolo si aggrappa a me con tutte le forze: non l'ho mai visto così debole."Paolo ti va di parlarmi?"
Fa cenno di si con il capo.
"Alberto mi continua a chiedere di te. Si può sapere cosa avete combinato?", e mentre gli rivolgo questa domanda ci spostiamo sul divano. Lui fissa un punto davanti a se.
STAI LEGGENDO
Al tramonto noi
FanfictionEstate. Claudio per le vacanze estive ha pensato di trovarsi un lavoro presso un bar delle Maldive, così da potersi godere, nei momenti liberi, la cosa che più ama: il mare. E poi un ragazzo, dai tratti scuri, che Claudio vede ogni sera passeggiar...