31 Ottobre, 2015
KeyLa testa continuava a girare forte, mentre l'odore di fumo tra i miei capelli faceva da contorno a quello stato disastroso da fine serata in cui mi trovavo. Ma non importava. Anche se avevo l'alito che puzzava di cocktail alla fragola ed il sudore, si era ormai asciugato sul top che indossavo, non mi importava. Continuavo a girare per tutto il parcheggio, tra autovetture di ogni tipo, consapevole di quanto fossi poco responsabile in quel momento, ma quando si trattava di Jemy l'unica cosa che mi riusciva facile fare era rischiare. Rischiare a discapito di me stessa.
Jemy aveva un passo veloce, lo avevo perso di vista un paio di volte, ma dopo un quarto d'ora interminabile, intravedo il suo giubbino di pelle nera tra due auto nere. Si è fermato, è appoggiato a quella che credo sia la sua vecchia macchinetta. Sta cercando un modo per togliersi il sangue incrostato sul viso e l'unico modo che ha è quello di strofinarsi il naso lungo il suo braccio. Nonostante siano passati tre anni, Jemy rimaneva sempre il solito ragazzino.
Con me ho dei fazzoletti, mi avvicino e gliene porgo uno.
I suoi occhi passano veloci sul mio viso, mi guarda perplesso, senza emozione, ma a tratti sembra essere irritato da quella mia ostinata presenza. Tuttavia il naso continua a colargli e quindi è costretto ad afferrare il pacco di fazzoletti che gli sto porgendo.
È appoggiato con la schiena alla sua autovettura, alza la testa, premendo il fazzoletto sul naso, ogni tanto impreca qualcosa, mentre io mi sistemo accanto a lui a braccia conserte.-Cosa stai aspettando?- ecco che all'improvviso mi rivolge quella domanda con poco autocontrollo, non so perché abbia motivo di dover trattenere quella che a mio parere è una rabbia immotivata.
-Che mi spieghi cosa ci sei tornato a fare qui- soltanto io ho il coraggio di guardarlo negli occhi, forse perché tra i due sono l'unica con la coscienza pulita.
-Non devo darti nessuna spiegazione- mi risponde scorbutico. Mi viene alla mente quando litigammo per la prima volta, per colpa delle stronzate in cui si faceva travolgere. Quel suo atteggiamento distaccato mi fa insieme arrabbiare e provare tanta nostalgia.
-Ah, no?- adesso mi volto verso di lui, lo guardo falsamente stupita ma non mi riesce a guardare negli occhi, continua a fissare un punto davanti a sé imbronciato -Sei sempre stato molto bravo in questo, non hai mai avuto coraggio ad affrontare le cose-
-Cosa diamine vuoi da me, Key? Eh? Dimmelo!- finalmente mi guarda negli occhi. Sono grandi, scuri, e non smettono di brillare di risentimento puro. È angosciato, arrabbiato, represso che i suoi occhi in quel momento non smettono di luccicare. Bastava una sola parola e Jemy sarebbe crollato, i suoi occhi sarebbero ceduti ad un pianto interrotto. Non voglio rispondere alla sua domanda, perché all'improvviso mi rendo conto che la mia risposta sarebbe dettata solo dalla poca lucidità del momento. Rimango zitta perché se avessi parlato, se mi fossi azzardata a pronunciare parola, avrei perso definitivamente il senso di ogni cosa.
-Non riesco a ragionare quando ci sei tu-
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救い出すよ必ず// I'll Save u
FanficBOY IN LUV SERIES // Second Act Sono passati tre anni dagli ultimi avvenimenti, Key ormai è all'università: viaggia tra la città in cui vive da sempre alla città in cui cerca di crearsi un futuro. La sua vita è molto diversa da quando frequentava i...