DIECI MESI PRIMA
La casa di Jessica non si trova troppo lontano dalla mia, ma comunque decido di prepararmi il meglio possibile. Con molta calma sfilo la pistola dalle mani di mio padre e me la infilo nei pantaloni. È una sensazione strana. Sono quasi svenuto a vedere mia madre col braccio ferito, ma non batto ciglio a toccare il cadavere di mio padre. È come se non fosse un cadavere, bensì un oggetto che solo per caso ha sembianze umane. Molto probabilmente mi sento così perché ha cercato di uccidermi.
Dopo aver recuperato l'arma, prendo una mazza da baseball, il mio coltellino e una felpa dal mio armadio e lego Scott al guinzaglio, non voglio che rimanga solo in casa mentre di là in sala ci sono i cadaveri dei miei genitori. Quando esco chiudo la porta, ma non ho voglia di andare a cercare le chiavi, per cui non la chiudo completamente. In fondo, chi volete che entri in una casa dove è stato commesso un triplice omicidio.
Le strade della periferia sono buie e silenziose e i lampioni sono distanti tra loro di almeno quindici metri. L’umidità nell’aria è tale da rendermi difficile respirare dal naso. In più, provoca una nebbiolina opaca che rende gli oggetti a dieci metri sfocati.
Il panorama è tremendamente spettrale, anche senza la consapevolezza che della gente cannibale gira per la città.
La casa di Jessica si trova in fondo alla strada che svolta a destra al terzo incrocio. Accelero il passo, con Scott che mi segue a ruota senza fare storie, come se fosse cosciente di quello che sta accadendo.
Svolto l'angolo, determinato a ritrovare Jessica e a portarla in salvo (anche se non ho idea di dove portarla), ma subito il mio sguardo cade su un gruppetto di ragazzi che sta bevendo birra e ridendo di battute che da qui non riesco a sentire.
-Ehi, ma quello è Jack!-
Cazzo, questa non ci voleva. Sono gli stessi che l'altra volta mi hanno accoltellato.
Avanzo senza fiatare. Se provano a farmi qualcosa, si ritroveranno addosso il mio armamento improvvisato (Scott compreso).
-Ehi ragazzino, non ti è bastata la batosta dell'altra volta?-
-Da quanto ne so, siete stati voi a ricevere una bella batosta- Dico di rimando senza smettere di camminare.
Tutti sono più intimoriti adesso, anche se mi sembra un po' strano, visto che Mattia non è qui con me.
-Oh, beh...non credo che riuscirai a fare la stessa cosa questa volta-
Fare la stessa cosa? Di che sta parlando? Forse intende che non posso chiamare Mattia in mio soccorso, anche se l’altra volta non lo fatto. Ma non mene preoccupo molto, dato che sono intento a guardare una macchia scura ingrandirsi intorno ai piedi di uno di loro. È sangue. Ed è tanto.
-Cosa ti è successo?- Gli chiedo, rallentando il passo per poter vedere meglio.
Lui non risponde, ma mi guarda con aria assente, anche troppo assente per essere l'effetto di birra o erba.
-Un idiota lo ha morso nel parco. Ma non credo che riuscirà a mordere qualcun'altro. O che riuscirà a fare qualcosa di più che marcire- Mi risponde un altro del gruppo barcollando verso di me e facendomi dondolare un coltello sporco di sangue davanti al naso. Mentre lo dice sento un fetore di alcol uscirgli dalla bocca. Devono essere davvero ubriachi, visto anche che un loro amico è stato morso e non hanno intenzione di portarlo in ospedale.
-Quando è stato morso?- Gli chiedo.
-Boh, non lo so- Mi risponde il leader del gruppo -Un paio d'ore fa forse. Comunque non ha importanza, sopravviverà. Ma non penso che si possa dire la stessa cosa di te. Adesso vediamo se riesci a sopportare un'altra acc...AAAAAH. COSA CAZZO STAI FACENDO?!-
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L'ultimo dei sopravvissuti
PrzygodoweJack è un ragazzo con seri problemi di controllo della rabbia , vive in una casa vicino a l'Italia in un mondo dilagnato da una infezione zombie .Quando il suo amico Mattia scompare Jack si ritrova a gestire tutti gli incarichi da solo , ma non sa...