Maggie mi osservava sconvolta.
Gli occhi grandi e verdi erano colmi di lacrime mentre la bocca dischiusa tentava inutilmente di parlare.
Ero morta.
Non capivo come potesse ancora scorgermi. Il suo sguardo avrebbe dovuto trapassarmi, fendermi.
Ero morta con lei nel momento esatto in cui avevo premuto il grilletto.
Non dovevo essere lì, non dovevo respirare, non dovevo provare quel dolore straziante.
Eppure le lacrime scorrevano calde lungo le mie guance.
Eppure singhiozzavo convulsamente al centro della stanza polverosa.
Eppure i miei occhi posandosi sul pavimento potevano intravedere i piedi di mia madre, le gambe nude e abbandonate.
Potevano vedere la pozza di sangue viscoso allargarsi sempre di più, lambirmi le scarpe da ginnastica.
Eppure sentivo la pistola fredda stretta nella mia mano che continuava a tremare violentemente.
Un pianto squarciava quell'aria fetida, un grido di vita si dilungava mentre la luce calda del pomeriggio faticava a giungere fino a a noi attraverso le vetrate luride.
Mia sorella strillava paonazza tra le braccia insanguinate di Maggie che la scrutava come se non potesse credere ai suoi occhi.
Neanche io potevo.
Avevo ucciso mia madre.
Anzi, lei aveva ucciso mia madre.
Lei.
Quel neonato che ora stringeva i pugnetti divincolandosi.
Gli occhietti serrati, i capelli sporchi e sanguinolenti.
I suoi lamenti sembravano divenire sempre più forti e assordanti. Sembrava piangere la madre che non avrebbe mai conosciuto, sembrava già soffrire a pochi attimi dalla vita.
Avrebbe conosciuto solo dolore, avrebbe visto solo morte. Per lei il mondo non aveva altro da offrirle che disperazione.
Lei aveva ucciso mia madre, nostra madre.
Io l'avevo uccisa.
La pistola cadde dalle mie mani atterrando sul pavimento con un boato che parve esplodermi nella mente. Cadde sopra al sangue che continuava ad espandersi come desideroso di inghiottire l'intero mondo, velarlo.
Il fetore metallico impregnava l'aria, la disperazione come una nebbia velenosa sembrava offuscare ogni cosa distorcendo ulteriormente quel mondo malato.
Un nuovo urlo si aggiunse a quello della bambina.
Il mio.
Caddi a terra a mia volta, atterrai sulle ginocchia coprendomi il volto.
Lamenti di morte misti a grida di vita.
La nascita e la morte parvero intrecciarsi in una sadica danza intorno a noi. Si fusero sebbene così contrastanti creando un unica e viscosa emozione.
Il termine e l'inizio si sovrapposero, la disperazione e la speranza si incontrarono.
Eravamo lo zimbello della vita che si divertiva a incrociare destini, determinare morti, pretendere nuove vite come un goffo bambino capriccioso.
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Negan•Sweet darkness
ФанфикDopo tanta sofferenza la famiglia Grimes e il suo gruppo sembrano avere trovato un luogo sicuro in cui vivere, Alexandria. Ma presto si renderanno conto che una nuova minaccia è pronta ad abbattere l'equilibrio che avevano appena creato.