Capitolo 15 (MARCO)

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Buongiorno! Scusate il ritardo, questa mattina mi sono presa a letto più del solito. :P Vi lascio con un capitolo su Marco e Roberto, il suo amico. E la sapete una cosa? Mi piacciono quei due assieme! Voi cosa ne pensate? Vi piace Roberto? Lasciatemi le vostre impressioni nei commenti!

Vi auguro una buona lettura e un fantastico fine settimana!


Sabato, 17 maggio 1997 (Marco, 25 anni)

L'aver visto Anna questo pomeriggio e l'aver fatto riaffiorare la memoria di quando l'ho beccata a ballare in casa, non mi è molto d'aiuto questa sera per concentrarmi su quello che Roberto mi sta dicendo. Gli ho chiesto di evitare il solito bowling per non incrociarla anche questa sera, altrimenti non sarei riuscito sicuramente a nascondere il mio disagio quando sono in sua presenza, spero solo che il mio amico non l'abbia notato.

«Sì, certo» gli rispondo distrattamente.

«Sì, certo, cosa? Ti ho chiesto se vuoi restare qui o se vuoi fare un salto al bowling» mi spiega quando è più che chiaro che abbia cannato in pieno la risposta.

«Restiamo qua, non voglio andare al bowling» rispondo vagamente facendo finta di non aver notato il fatto che mi ha appena beccato che non lo sto ascoltando.

Sorseggio la mia birra mentre osservo la faccia indispettita del mio amico.

«Vuoi che parliamo di qualcosa che ti interessa di più? Perché, sinceramente, mi sono rotto le palle di stare qui come un coglione a parlare mentre tu neanche mi ascolti»

Sorrido e scuoto la testa, cercando di riportare la mia concentrazione su di lui e non su Anna.

«Scusami, ti sto ascoltando... no, non è vero, sono con la testa da un'altra parte stasera»

Roberto sorride buttando indietro la testa e scuotendola sconsolato.

«Sì, certo, ce l'hai tra le cosce di Anna» sorseggia dalla sua birra e scuote ancora la testa con più vigore di prima.

Mi infastidisce che parli di lei in questo modo ma non glielo dico, non voglio alimentare ancora di più la sua attenzione morbosa nei nostri confronti.

«Certo, come no... come se non potessi fare a meno di pensare a lei. Te l'ho detto, non mi interessa scoparmela»

Infatti vorrei solo farci l'amore finché non ci addormentiamo entrambi esausti, vorrei farla godere come se fosse la mia unica missione di vita.

«Ma se prima la bionda seduta lì in fondo è venuta a farti le moine, in pratica si è quasi chinata a farti un pompino qui, nel bel mezzo del pub, e tu non l'hai nemmeno calcolata» puntualizza.

Mi giro verso il tavolo che ha appena indicato e noto una biondina molto appariscente e per nulla interessante, sta parlando con le sue amiche e ho un vago ricordo di lei che mi invitava da qualche parte ma non ho idea di dove mi abbia chiesto di andare.

«È talmente interessante che dopo due birre non mi ricordo nemmeno dove mi abbia chiesto di andare» ammetto ridendo. «Non ho voglia di scoparmi una così, tutto qua»

Roberto alza gli occhi al cielo facendomi andare in bestia come solo lui sa fare. Odio quando sfodera quella faccia da cazzo che mi giudica un coglione.

«Una volta te la saresti scopata sotto questo tavolo ma adesso sembra che Anna ti abbia castrato. Non ti tira più neanche se te la sbattono in faccia. Non sarebbe un problema se non fosse per il fatto che tu ti stai innamorando della ragazzina»

Quelle sue parole nella sua bocca mi fanno correre un brivido per niente piacevole lungo la schiena. Non mi sto innamorando di lei, sono sicuramente attratto ma non mi sto innamorando, non me lo posso permettere di perdere la testa per una come lei. È talmente fuori dalla mia portata che non voglio nemmeno pensarci cosa possa significare starci assieme. Lei ha una vita, un futuro perfetto davanti e io sono il solito coglione che non concluderà mai niente in tutta la sua miserabile esistenza, io non me lo posso permettere di innamorarmi di lei.

«Dove ha detto che vuole andare quella?» Gli domando dopo essermi scolato la birra che mi rimane nel bicchiere.

Roberto scoppia a ridere di gusto.

«A fare un giro, come al solito, che tradotto significa che dovete soltanto arrivare al parcheggio qui dietro e alla tua macchina» mi riferisce divertito.

La guardo di nuovo e un senso di nausea già mi sale allo stomaco. Non mi piace e ringrazio il cielo che siamo abbastanza distanti da casa perché qualcuno dei nostri amici mi veda uscire con quella ma, se questo serve a far tacere Roberto e le sue stronzate, allora torno a scoparmela ogni fine settimana.

*

Non siamo nemmeno arrivati al parcheggio che la bionda mi ha già infilato la lingua in bocca e le mani sotto la cintura. Il suo alito puzza di sigarette e alcool e non mi eccita nemmeno un pochino. Quando arriviamo alla macchina fatico a tirare fuori le chiavi dalla tasca dei jeans, tanto mi è avvinghiata addosso, e sono a tanto così da lasciare lì lei e Roberto e tornarmene a casa a dormire. Ma se penso a quello che direbbe il mio amico, a come mi rinfaccerebbe il fatto che ha ragione, stringo i denti e apro la porta della mia macchina. Mi siedo sul sedile del lato passeggero e lascio che lei mi si sieda a cavalcioni sulle ginocchia, prima di richiudere la porta.

Non ci vuole molto perché lei finisca svestita dalla vita in giù e la cosa che più mi turba è che io non ho neanche accennato a volerla spogliare, ha fatto tutto da sola, facendo fare al mio stomaco una capriola che per poco non mi fa vomitare. Non è la sensazione piacevole che provo quando sono con Anna, tutt'altro, è una sensazione di disagio, sconfitta, nausea e anche un po' di disgusto. Chiudo gli occhi e sento la sua lingua farsi largo nella mia bocca, le sue mani slacciare i miei pantaloni, mentre io stringo più forte gli occhi, sperando che lei non si accorga di quanto mi faccia schifo quel momento.

Non è colpa sua, lei è una bella ragazza, probabilmente anche simpatica e intelligente, ma a me non piace, non è Anna, con tutta la sua ingenuità, il suo profumo dolce, i suoi sorrisi sinceri. Apro gli occhi e per un attimo mi perdo in quelli azzurri di lei, sembra davvero contenta di quello che sta facendo, così le sorrido, mi sposto in avanti, prendo dal cruscotto un preservativo e glielo passo. Richiudo gli occhi e stacco completamente la mia mente, lascio che il mio corpo si arrangi da solo perché lo so che lo stronzo sta pensando a qualcuno da cui la mia mente e il mio cuore cercano di stare terribilmente lontano. Penso a qualsiasi cosa ma non a lei, non voglio immaginare di essere qui con lei, in questo parcheggio lurido, su un sedile stretto e scomodo, lei non merita di essere scopata in una macchina il sabato sera.

*

Ritorno dentro dopo neanche mezz'ora e trovo Roberto da solo con la sua birra esattamente come l'avevo lasciato.

«Cazzo, quanto ci hai impiegato? Cinque minuti preliminari inclusi?» Mi prende in giro alzando la testa e ridendo.

Alzo gli occhi al cielo mentre bevo dalla birra che mi ha ordinato mentre ero fuori.

«Venti minuti, sì e no, quanto vuoi impiegarci? Non eravamo neanche fuori dalla porta che mi aveva già infilato la mano nei pantaloni»

Parlare con Roberto di queste cose è molto semplice, siamo cresciuti assieme fin da quando eravamo bambini e ci siamo sempre confidati, dalle prime volte, quando venivamo ancora dentro ai pantaloni per una strusciatina, a quando non ci si alzava per niente perché eravamo troppo ubriachi.

Il mio amico scoppia a ridere e beve dalla sua birra, passandosi una mano sui suoi capelli castani rasati corti.

«Ti è piaciuto almeno?»

«Certo ma non penso la rivedrò, è troppo truccata e... finta, per i miei gusti»

Non è vero che mi è piaciuto, è stata una delle peggiori scopate della mia vita ma non è per colpa sua, sono io il problema, nessuna sarà mai perfetta neanche la metà di quello che è Anna e mi rendo improvvisamente conto di essere fottuto.

[COMPLETA]Come in quella vecchia PolaroidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora