Il cielo era calmo, il sole era quasi opaco, qualche nuvola passava di passaggio, ermal stava camminando per quel viale in mezzo ai alberi, alzo la testa per guardare il cielo e rivide il suo volto, intravide quella casa di riposo, un po speciale, così gli dissero, penso alla persona che avrebbe dovuto vedere da li a poco, inevitabilmente i ricordi gli si pararono davanti.
Era estate, ermal, suo fratello fabrizio e sua madre decisero di staccare la spina per un po, allontanandosi dal padre per un pomeriggio, dopotutto non faceva altro che bere e lamentarsi.
Si trovarono in uno spazio aperto, lerba luccicava alla luce del sole, nemmeno un filo di vento, liaccvento cera un lago, abbastanza profondo, la madre distese i teli sotto un albero.
Fabrizio e ermal avevano 12 e 10 anni, si erano portati dietro un pallone per fare qualche tiro, la madre si sdraio ma subito venne disturbata dai figli < mamma, mamma! Giochi con noi??>
<no tesori, non mi va>
<daiii ti prego!!>
<ho detto di no, giocate tra di voi>
I due fratelli si guardarono e sbuffando se ne andarono, si misero vicino al lago.
Il pallone volava da un fratello all'altro, <fabri! Prendi!>, ermal gli lancio la palla male, storta, andava verso il lago, si stava abbassando sempre di più, ma fabrizio con un salto la raggiunse e la ritirò sullerba, un tonfo e qualche schizzo, ermal si era messo a ridere per la caduta in acqua di suo fratello, si fermo quando non lo vide risalire, <fabri?> <fab?> niente non rispondeva, poi come un lampo si ricordo, non sapeva nuotare, vedeva l'ombra andare sempre piu in fondo fino a non vederlo più.
Realizzo il tutto e prese una rincorsa per tuffarsi, si fermo in riva però, non sapeva nuotare nemmeno lui, il panico gli entro nelle vene, le lacrime ormai scendevano, si giro e corse verso sua madre.
Gli spiego il tutto e subito dopo vide sua madre tuffarsi nel lago, risorse e ritorno giù per un paio di volte, usci dallacqua e chiamo i soccorsi, dopo 5 minuti circa arrivarono, si tuffarono in gruppi di 3 in acqua alternandosi, a fine giornata verso le 8 di sera lo diedero per sperduto.
Non ci potevo credere sentivo mia madre cadere in un pianto disperato, io ero paralizzato, non poteva essere, fabrizio non poteva essere morto, non per colpa mia! No non lo accetto, a questo pensavo.
Tornammo a casa dopo circa mezzora, mio padre non si era mosso dalla poltrona per tutto il tempo, gli dicemmo di quello che era successo e lui senza nemmeno girarsi disse un semplice ok, ok?, come? Non pensava a suo figlio, lo aveva appena perso...
Mia madre andava tutti i giorni al lago, ma dopo una settimana non si mosse più dalla sua stanza, io gli portavo il cibo e gli lavavo i vestiti, pulivo casa e lavoravo per pagare le bollette, mio padre se nera andato il giorno dopo dalla scomparsa di mio fratello, dopo un mese lo diedero per morto, io continuavo a occuparmi di mia madre ma ormai non cera più con la testa, hai 18 anni la portai in una casa psichiatrica dove e tuttora.Entro in questa stanza grande, fermo un infermiere e gli chiedo di mia madre, mi fece accomodare su una sedia e mi disse aspettare, era tutto bianco da far impressione, qualche paziente girava dentro, qualcuno urlava e qualcuno parlava con le piante, poi la vidi, si stava avvicinando a me con un infermiere.
<ciao mamma> lei mi guarda, stranita, poi disse una cosa che mai mi aspettai, <chi sei?>, chi sei? Non si ricordava più di me? Si certo erano passati anni però...
Poi mi chiesi una cosa,< te lo ricordi fabrizio almeno?> , un attimo di silenzio, ci guardammo negli occhi senza vederci niente <chi?>, va bene, ho capito, dopo anni a rimuginare sui miei sensi di colpa lei semplicemente se ne scordo.
Mi alzai e me ne andai.Pensavo a fabrizio
Il giorno dopo i poliziotti trovarono il corpo di ermal in bagno, un mare di sangue per terra e i tagli ai polsi, niente, nemmeno un biglietto di addio.
Chissà magari così si sono rivisti...