Il sole si alzava da oriente e la luna già pallida, si spegneva completamente nel cielo azzurro. Il leggero canto degli uccelli era accompagnato dal fischiettio cupo del ragazzo che stonava in tutta quell'allegria mattutina.
Al suo avanzare nella viottola tutto sembrava appassire e perdere colore, come se la natura volesse riprodurre il suo umore. Ma a lui non importava nè dei fiori nè dei uccelli nè delle persone che gli passavano accanto. Era come se non li vedesse, lo sguardo perso nel vuoto, con l'aria inquetante di chi nel vuoto non vedeva solo il vuoto.
La cassa, l'odore del sangue e...e quell'ombra, l'odore di fragola...Era solo un gatto.
Le immagini del giorno precedente gli passavano davanti agli occhi, prima nitide, poi sempre più trasparenti, fino a divenire invisibili come il vetro di una finestra e lasciar intravedere il volto di un uomo attraverso.
Era alto, la sua stessa altezza, vestito di un'elegante giacca nera sotto la quale spuntava il colletto di una camicia bianca perfettamente stirata. Sulla testa una tuba di nero lucido ricopriva i capelli bianchi, lo stesso colore delle sopracciglia che ricoprivano gli occhi neri fissi nei suoi.
"Buorgiorno! O forse dovrei dire buonanotte, giovanotto." Lo salutò il signor marchese, notando la sua aria mezza addormentata.
Il ragazzo sobbalzò leggermente, ma la sopresa si trasformò subito in irritazione per essere stato strappato dai propri pensieri.
Lawrence non ricambiò il saluto, ma l'uomo non se ne curò e si spostò di lato per lasciar spazio ad un ritratto di donna. Vestita d'oro da capo a piedi, ornata di ogni pizzo e gioielli, la signora Trevise gli sorrideva educatamente, per quanto le sue rughe glielo permettessero. Si vedeva da subito che era stata una bella donna, la classica nobildonna desiderata da tutti gli uomini: bionda con gli occhi azzurri.
Lawrence si sentì improvvisamente in trappola e in quella trappola soffocava particolarmente. I signori Trevise erano i soliti nobili snob della Londra ricca, sempre con la puzza al naso. Erano le ultime persone che avrebbe voluto incontrare.
Si sforzò di sorridere, ma probabilmente dipinse solo una ridicola smorfia.
"Tuo padre?" chiese la donna, senza notarlo.
"Ah si, mio padre sta male, ha bisogno di riposare e mi ha detto che non desidera essere disturbato. Se i signori marchesi hanno bisogno, possono sempre riferirlo a me" mentì spudoratamente. La sua voce remò leggermente all'inizio, ma per il resto sembrava completamente sincera.
Aveva un gran talento a mentire, sviluppatosi negli anni, tanto che i due gli credettero ciecamente.
"Oh mi dispiace ragazzo.. Il vecchio Albert è sempre stato cagionevole di salute... volevamo parlargli della festa che si terrà domani sera, ma se sta male non importa. Salutacelo da parte nostra." Rispose la donna. Non era affatto preoccupata, tanto che quasi rideva. Era solo una di quelle noiose forme di convenienza.
"Certo, lo farò senz'altro." Rispose, con la stessa aria di vuota cortesia.
Lo saluterò eccome, quando lo incontrerò all'inferno.
Sorrise e oltrepassò la coppia, dopo un freddo inchino impercettibile.
Camminò più velocemente che potè, per evitare altre seccature, ma fu tutto inutile. A metà strada si scontrò contro il petto duro di un'altro uomo, quasi uguale al signor Trevise, se non che era di qualche annettò più giovane. Indossava anche la stessa giacca nera, ma era più transandata e portava solo un normale cappello da viaggio verdognolo.
"Mi scusi" disse oltrepassandolo, abbassando umilmente la testa. Quando gli passò accanto però, sentì uno strano odore di sigaretta misto al profumo di fragola...
STAI LEGGENDO
Profumo di fragola
Cerita Pendek[COMPLETA] Un assassino, un'amore perduto, un detective di fama mondiale, un'amico innocente. Questa è la ricetta perfetta di una tragedia shakespeariana mista ad uno stile sherlockiano. Una trama classica che coinvolge chi saprà farsi coinvolgere.