" ... She sees the truth behind the lies ..."
Ero magro e i miei muscoli non si erano ancora formati, la mascella cresceva piano e pure i peli sul corpo s'intravedevano appena.
«Ti piace?», aveva sussurrato Haaron al buio, con la torcia elettrica puntata sulla scatola imballata. «Lo vuoi?».
«Magari», avevo risposto.
«Rubalo.»
Non avrei mai potuto permettermi un simulatore di guida. Costava uno sproposito e quello era in produzione da meno di un anno. Sulla scatola c'era scritto Nintendo, R.C. Pro-Am ma io ci vedevo pure un'altra scritta: non te lo puoi comprare.
«Avanti, rubalo!», aveva ripetuto.
«Mio padre m'ammazza», avevo blaterato e intanto tremavo.
«Tuo padre è un fallito. Avanti, muoviti prima che arrivi qualcuno, rubalo. Te lo meriti, è tuo.»
Con uno scatto avevo abbracciato la scatola e mi ero sentito potente, un vincitore. Eravamo corsi via dal negozio lasciando spalancata la saracinesca che Haaron aveva forzato. Nessuno ci inseguiva e dopo un chilometro di falcate disperate ci eravamo buttati contro un muro e avevamo cominciato a ridere, a ridere, a ridere.
Haaron aveva rimediato una Jeep Range Rover classic cabriolet dell'ottantasei, quattro ruote motrici, sedili in pelle, comoda, spaziosa, perfetta per caricare e trasportare la refurtiva e per scappare attraverso le dune di sabbia senza essere inseguiti. Perfetta per scopare le prostitute.
Era il compleanno di Mirko, quindici candeline. Gli avevano preparato la torta al cioccolato, a casa, e avevano infilato una dopo l'altra tutte le decorazioni accese per soffiarci sopra come un bravo boyscout. Mirko non le aveva nemmeno spente, era corso da noi al molo, Haaron aveva telefonato che c'era una sorpresa, era più elettrizzante della festicciola domestica con i nonni e i vicini di strazio.
Io e Mirko camminavamo abbracciati alle quattro del pomeriggio di un certo giorno di maggio e puzzavamo di birra doppio malto e tabacco Marlboro con aggiunta di erba. Eccitati all'idea che il nostro mentore trentenne ci aspettasse con un regalo.
Al molo la sorpresa era l'iniziazione.
«Ciao!», la voce di quella bionda con i seni grossi e tondi come palloni da calcio era sensuale. Più di lei, più delle sue calze volgari, più del suo rossetto acceso come un semaforo, più del suo profumo nauseante messo per seppellire l'odore di sperma. Io sentivo tutto, odori, suoni, non riuscivo a capire ma sentivo tutto.
L'altra era rossa come un tizzo, di capelli, di pelle, piena di efelidi e di lentiggini. Strizzata in un tubino di pelle e borchie, e aveva un frustino per i cavalli. Lo sventolava, ci colpiva l'albero. Era una quercia. Stavamo dietro alla pineta, a pochi metri si percepivano le grida dei bambini alle giostre, delle famiglie al prato. Si annusava fragranza acre di erba tagliata mista a sudore e Chanel e liquido seminale.
Mi veniva da vomitare ma quello era il regalo. Per lui. Ma Mirko non avrebbe mai trovato il coraggio se non avessi fatto l'uomo io per primo. Io che non ero ancora un uomo e non sapevo esserlo.
Haaron stava seduto sul retro del Land Rover e se la rideva, ci ordinava di scoparle.
«Coraggio, volete essere uomini? Forza. Rio, tu prendi la rossa, e tu Mirko fatti la bionda, ha le tette più grosse e il festeggiato sei tu!»
Mirko era terrorizzato dal frustino dell'altra e aveva obbedito volentieri anche se non si era mosso.
«Forza femminucce! Che queste le pago a ore!», aveva urlato ridendo.
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∞ nessuno muore per sempre ∞
RomanceCOMPLETA: RECENSIONE a cura di G. C.: Gli anni sono i '90. Quelli della musica dance nei jukebox, del Festivalbar e dei primi cellulari. Ma non solo. Sono anche gli anni d'oro dei primi amori al mare. Questo è lo sfondo su cui si muove Valerio detto...