Il club... LGBT?

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Non mi erano mai piaciuti i club della mia scuola. Erano tutti noiosi e privi di senso. Il club del libro? Sul serio? Ci si legge libri e si “ commentano “…  a me piace leggere libri, per carità, ma mi mette alquanto a disagio leggere davanti a tutti e poi commentare quello che ho letto. Insomma… Come si dovrebbe commentare Cinquanta Sfumature di Grigio?
Per non parlare del club del giardinaggio: stanno tutti lì a piantare fiorellini e poi quando vedono un insetto saltano come conigli per scansarlo.
Quindi, la domanda che ora vi starete chiedendo è: Allora cosa ti piace, Adam?
Innanzitutto come un buon gay dovrebbe fare, ammiro immensamente Glee.
Creerei un club tutto mio che fosse come quello della serie, ma purtroppo 1 non so cantare 2 non ho una Rachel Berry con cui sfogarmi.
<< Williams! Interrogato! >> esclamò all' improvviso il mio scorbutico professore di storia. Così finì il racconto delle mie opinioni sui club della scuola al vuoto assoluto.
<< Cosa? >> mormorai confuso.
<< Non fare finta di non capire e parlami dell' inizio della Rivoluzione Francese. >> disse. Ok, ero davvero confuso, non stavo facendo finta. E poi non avevo idea di chi fossero Necker e il suo fidanzatino Turgot, non mi interessava. Non mi toglievo dalla testa l’ incontro con Hanna e il fatto che l' avrei rivista a breve. Quella ragazza mi aveva lasciato un qualcosa che stranamente mi ha fatto accettare, facendomi rinunciare a una puntata di Glee che avrei visto in bagno saltando la lezione di educazione sessuale.
Già, perché ora chi non partecipa a nessun club è costretto a sentire come è fatto un pene e a come “ si usa “.
<< Ehm… Mi giustifico. >> risposi alla fine. Lo sguardo del professore mi fece venire la pelle d' oca.
<< E con quale motivo? >>
Cazzata in avvicinamento…
<< Ero andato dal dietologo… >> ok, questa è stata la peggior scusa che abbia mai pronunciato in tutta la mia vita.
<< Ma sei pelle e ossa! >> esclamò qualcuno in classe facendo scattare le risate generali.
Quindi il professore mi mandò fuori dalla classe, scrivendomi una bellissima F all' orale sulla pagella.
Non poteva andare peggio di così. Non che la F rovinasse la mia pagella, era già completamente rovinata.
Studiare per me era molto difficile, soprattutto quando lavori tutto il weekend e devi badare al tuo fratello maggiore  irresponsabile. Ma se venivo bocciato, il pensiero di passare un anno in più in quel maledetto posto mi terrorizzava.
Così decisi di prendere ripetizioni di storia da un insegnante a dir poco severo.
<< Dove si riunì l' Assemblea nazionale dei ribelli francesi? >> chiese conciso inarcando una sopracciglia.
Oddio, sapevo la risposta ma non veniva in mente.
<< Nella sala del… >> mormorai. Centravano qualcosa i gatti, ne ero sicuro.
<< Gomitolo? >> provai. Il professore mi guardò e dopo scoppiò in una fragorosa risata. Diciamo che non era la reazione che mi aspettavo.
<< Deve migliorare, e per questo le ho affidato un aiuto per studiare. >> Un aiuto? Non era lui l' aiuto?
Sinceramente non ero stupito che il professore avesse deciso di giocare a scarica farina, d'altronde, da quello che avevo sentito, era semplicemente un supplente appena arrivato a scuola.
Se è un'altra ragazzina che dice di essere completamente favorevole a gay e lesbiche, mi uccido.
<< Entra pure! >> esclamò il professore.
Ovviamente nessuno si fece avanti.
<< Ryan! >> gridò ancora. Aspetta… Ryan?
All' improvviso dalla porta entrò un ragazzo castano e riccio, dagli occhi azzurri come il mare e … che era abbracciato a una ragazza, una cheerlader.
<< Non può portare le sue co8nquiste nell' aula studio! >> lo riproverò il prof. Ah, quanto lo capisco.
<< Posso eccome, visto che sono stato praticamente obbligato a fare questo. >>
Lo guardai. Era così diverso dal ragazzo che conoscevo io alle medie. In passato era gentile e incredibilmente fedele. Ora mi sembra di vedere lo stereotipo del cattivo ragazzo. Non sopportavo la sua presenza, vederlo così cambiato mi faceva stare male.
<< Signorina Brown, vada in classe immediatamente! >> ordinò il professore alla ragazza di Ryan, che obbedí tristemente.
Ryan le diede uno schiaffo sul sedere mentre se ne andava e poi si sedette accanto a me. Mi fece l' occhiolino e mi sorrise.
<< Da quanto tempo, Adam! >> esclamò dandomi una pacca sulla schiena. Ora era anche manesco… ah dimenticavo, era il saluto dei ragazzi.
<< Ciao… >> dissi molto a disagio. Estremamente a disagio.
<< Allora, signorino Collins, come le ho già detto, aiuterete il signorino Williams a studiare e in tutte le sue attività scolastiche. In più credi sia anche un modo per conoscervi meglio e fare amicizia, no? >>
Ryan sospirò. << Ci conosciamo dalle elementari. >>
<< Ehm dall' asilo. >> lo corressi. Lui mi guardò malissimo e io quindi spostai lo sguardo ovviamente rosso come un peperone.
<< Qualche problema, signorino Williams? >> mi chiese il professore e io scossi la testa. << Be sono le tre e mezzo, quindi vi lascio un po’ di tempo per mettervi d' accordo e magari organizzarvi per le ripetizioni. >>
All' improvviso una cosa passò per la mia mente. L' incontro con Hanna e Justin in teatro!
<< Allora… io il mercoledì esco con Diana, quindi non pos… >> lo interruppi immediatamente e mi diressi verso il teatro.
<< Scusa ma devo andare ora>> esclamai correndo.
Ryan rimase da solo in aula di studio, stupito.
<< Wow impegnato il ragazzo… >> mormorò.

Quando arrivai in teatro,  Hanna e Justin erano seduti sul palco ad aspettarmi.
<< Scusate per il ritardo! Ho avuto un contrattempo e… >> cominciai a dire, ma Hanna mi fermò dicendo che l' importante era la mia presenza.
<< Non credevo saresti venuto sul serio. >> disse Justin alzandosi e abbracciandomi. Sì, proprio così, qualcuno mi aveva appena abbracciato. Non abbracciavo qualcuno da quando mio padre ha deciso di trasferirsi chissà dove per lavoro senza dirci nulla e mio fratello mi aveva abbracciato dicendo “ Andrà tutto bene, te lo prometto “. Ricordo quella frase come fosse ieri. In un certo senso avrei voluto registrarla per poi farla sentire a Thomas in quel momento, così almeno si rendeva conto che non stava mantenendo la propria promessa e io sapevo quanto era sicuro di sé.
<< Allora? Perché siamo qui? E soprattutto, perché c’è una grossa bandiera arcobaleno sul muro? >> l' avevo notata appena arrivato. Era un enorme striscione colorato dove alleggiava una scritta: LGBT. L' avevo già sentita da qualche parte, ma non mi ricordavo dove.
Hanna fece un' improvvisa giravolta strafelice.
<< Ho deciso di creare un club! >> esclamò.
<< Ok ciao… >> cominciai ad andarmene, quando Justin corse verso di me e mi prese il polso per l' ennesima volta.
<< No. Resta. So quanto odi i club, ma non hai nemmeno ascoltato cosa ha da dire. >> disse serio. Wow per una volta non sfoggiava uno dei suoi immensi sorrisi.
<< E tu come fai a… >>
<< Io so tante cose su tante persone. >> rispose lui. Ok era uno psicopatico.
Purtroppo mi convinse e mi risedetti, ascoltando Hanna.
<< Il club che voglio creare, ha lo scopo di dare una svolta alle situazioni sociali a scuola. Quanti ragazzi qui sono gay e non vogliono dirlo? >>
<< La percentuale di gay repressi che domina in questa scuola supera di gran lunga le volte in cui Veronica e Archie hanno fatto sesso in Riverdale! >> disse Justin convinto.
Hanna annuì.
<< Se creassimo un club dove tutti i tipi di ragazzi o ragazze con sessualità diverse possano partecipare, rivoluzioneremmo il bullismo presente a scuola. I ragazzi avrebbero più libertà di sfogarsi senza avere paura di essere presi in giro! >> aggiunse.
Quell' idea mi stava piacendo. Il numero di ragazzi presi in giro continuamente a scuola stava aumentando a dismisura, e anche se questi problemi non potrà risolverli un semplice club, bisognava comunque fare qualcosa.
Hanna prese un grande respiro e cominciò a parlare:
<< In questa stanza siamo tutti qualcosa. E anche se… >>
<< Aspetta… Mi vuoi dire che sei…? >> chiesi stupito. Non mel' aspettavo, credevo fosse una semplice ragazza etero con un  ossessione per i gay.
<< Sì, sono lesbica. Ma questo non conta. Tutti ci credono diversi, emarginati della società. >>
<< Non sono stati appena approvati i matrimoni gay? >> chiese Justin confuso quanto me. Hanna scosse la testa.
<< C’è ancora tanta omofobia in giro e lo sapete bene. Purtroppo non possiamo andare in giro per il mondo a prendere a calci qualche stupido omofobo… >> disse e si avvicinò al grosso striscione colorato.
<< Per questo approfitteremo del permesso del preside a creare un club tutto nostro: Il club LGBT! >> esclamò indicandolo.
<<LGBT? >> ero abbastanza basito di tutta quella storia.
<< Lesbiche, gay, bisex, trans! >> rispose Hanna. La sua felicità era così contagiosa, anche i sorrisi di Justin ti facevano voglia di metterti a saltellare per tutta la scuola.
<< Non ci sono anche gli asessuali? >> chiesi e Hanna annuì.
<< Esistono diversi tipi di sessualità, e qui tutti si accetteranno. Ma il nome sarebbe stato troppo lungo quindi… >> disse imbarazzata passandosi una mano tra i capelli.
Finito il suo lungo discorso, io e Justin avremmo dovuto prendere una decisione importante. D'altronde, saremmo stati un club pubblico, non uno di quelli che si nasconde dietro la scuola per riunirsi come il Club No Alla Droga, ma alla fine tutti a scuola sapevano che i partecipanti la spacciavano ai migliori prezzi.
Saremmo stati conosciuti da tutti, ognuno avrebbe saputo il nostro “ piccolo segreto “ .
<< Ci sto. >> esclamò all' improvviso Justin e tese la mano ad Hanna che la strinse sorridendo.
Poi mi guardò aspettando anche da me una risposta.
<< Devo pensarci. >> mi limitai a dire, poi uscii dal teatro, pronto ad assistere di nuovo a una delle sgualdrine che mio fratello si era portato a casa.
Così lasciai Hanna e Justin da soli, che cominciarono ad organizzarsi per creare il club. 

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