Oh, Kiyoko!

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Era una delle ragazze più belle che avessero mai visto.
Tanaka e Nishinoya dicevano scherzosamente che la sua caratteristica più attraente fossero gli occhiali, ma Yachi sapeva che non era così.

Era l'aura di freddezza e mistero che emanava quella ragazza, quel di cui i tre ragazzi erano intrigati.

What'll you do when you get lonely
And nobody's waiting by your side?
You've been running and hiding much too long.
You know it's just your foolish pride.

Yuu non capiva mai perché Kiyoko fosse così fredda.
La vedeva sorridere solo quando parlava o era accanto a poche persone.
"E' un tipo solitario"
Si diceva, quando quel pensiero gli passava alla mente.
Però a volte quella semplice constatazione non bastava a soddisfare il bisogno di una risposta alle sua domande:
Perché quella ragazza, con così tanti ammiratori (tra cui lui ed il suo amico Ryuu) e persone che vorrebbero esserle amiche, sceglieva così tanto selettivamente con chi stare con tanta nonchalance, come se solo persone "esclusive" potessero stare con lei?
Forse vanità?
Forse, come pensava sempre Nishinoya, era semplicemente solitaria ed aveva bisogno di poche persone?
Non si sapeva rispondere.
Sapeva solo che la freddezza della manager lo faceva impazzire.

I tried to give you consolation
When your old man had let you down.
Like a fool, I fell in love with you,
Turned my whole world upside down.

Yachi era una dei pochi amici che Kiyoko considerava tali.
Lei non si considerava un granchè come amica e come persona, infatti si chiedeva sempre perché, tra tanta gente migliore di lei, avesse scelto proprio quella semplice e timida ragazza al posto di qualcuno di più fiducioso, simpatico o popolare.

La risposta le era arrivata quel giorno.
Quel giorno in cui Kiyoko tolse la sua fredda maschera di ferro.

«Kiyoko, volevi parlar-»
Yachi fu fermata da lei, la personificazione della serietà, che piangeva.
Era un pianto silenzioso, erano solo lacrime che scendevano dal viso della ragazza all'erba fresca presente nel parco, luogo dell'incontro delle due studentesse.
«Quando ci saremo sedute, ti spiegherò»
Hitoka era preoccupata, ma allo stesso tempo ansiosa di sentire cosa avesse fatto piangere la sua fredda amica, quindi le due trovarono una panchina isolata e si sedettero.

Kiyoko era a capo chino. All'inizio era sicura di dover parlare con la sua migliore amica, ma in quel momento ,persino con lei, era insicura.
«Kiyoko, mi stai facendo preoccupare... Se non vuoi parlare di quel che ti sta facendo piangere, va bene... Puoi anche solo piangere sulla mia spalla, se vuoi»
La manager sorrise radiosa, mettendo una mano sulla spalla dell'altra ragazza, che però scosse la testa e si asciugò le lacrime.
«No, sento che devo dirlo, anche se è difficile»
Non sembrava singhiozzare mentre lo diceva. Era una voce fiduciosa e sicura.
«Non so se questa è una cosa per cui vale la pena piangere...»
«Io piango per molte motivazioni idiote, non preoccuparti!»

Shimizu sospirò, cercando di sembrare meno patetica possibile davanti agli occhi di Yachi
«...Mi ha lasciata»
Hitoka sapeva già di chi parlava l'amica
«Hirogi...? Mesi fa diceva che ti amava tanto...»
Lo sguardo di Kiyoko tornò gelido, come quello che Yachi era abituato a vedere
«Appunto. Mesi fa. Ora mi tratta come se non esistessi: Non mi chiama più, non risponde più ai miei messaggi, neanche quelli dove chiedo che compiti abbiamo per domani. Non mi guarda neanche, ora che ha trovato altri amici e altra gente. Non ha neanche avuto il buon senso di dirmi cosa stesse succedendo»
Yachi fece poggiare la testa dell'amica sulla sua spalla, accarezzandole i capelli.
Stranamente la bionda non era per nulla imbarazzata o stranita nel far scivolare le dita nei capelli corvino della sua amica. Anzi, le dava in qualche modo un segno di tranquillità e pace.
«La non curanza è il maggior disprezzo, Kiyoko. Se hai qualche amico, anche se non sono per forza io, magari esci con lui o lei! Magari così lo ignori e lo dimentichi!»

La mora si lasciava andare a quel gesto dolce, anche se una parte di lei si sentiva debole a non risolvere problemi frivoli come il suo da sola.
Pensò però al consiglio di Hitoka.
«Yachi... Potresti aiutarmi tu a dimenticarlo?»

Yachi restò immobile a quella proposta.
Cosa stava succedendo tutto ad un tratto, nel suo petto e, più precisamente, nel suo cuore?

Ogni volta che la ragazza ripensava a quel giorno, le venivano in mente in automatico i giorni che seguirono il fattaccio.
Kiyoko era tornata calma e concentrata sul dovere.
Ma soprattutto era tornata fredda come se non fosse successo nulla, anche con colei che l'aveva aiutata a superare quella terribile rottura. Neanche un semplice gesto d'affetto per quel che aveva fatto la sua amica. Solo indifferenza.
E Yachi, vedendo questo cambiamento improvviso, soffriva.
Diavolo, come soffriva.

Let's make the best of the situation
Before I finally go insane.
Please don't say I'll never find a way
And tell me all my love's in vain.

Tanaka trovava ogni minima cosa che faceva o diceva Shimizu perfetta.
Anche se gli dava una sberla, era una sberla data con classe e valide motivazioni che, purtroppo, lui da comune mortale che era, non capiva.

Perché Kiyoko per il ragazzo era una dea. Una dea scesa sulla terra per allietare l'umanità con la sua presenza.
Per lui l'amore di Kiyoko era irraggiungibile. Non riusciva neanche ad avvicinarsi a lei senza avere commenti dispregiativi sul modo in cui si avvicinava e provava a lusingarla con parole esagerate, secondo alcuni membri del Karasuno, e persino secondo il suo migliore amico, Nishinoya.
Loro non capivano.
Persino Nishinoya era riuscito ad avvicinarsi e parlare almeno una volta a quella divinità.
E quindi lui continuava a tormentarsi e chiedersi perché gli era stato dato un fato così crudele, perché lei non gli dava neanche una possibilità di avvicinarsi, perchè anche se la lodava così tanto, non le bastava mai, perché continuava a pensarla, a rimanere rapito da ogni suo sguardo, da ogni sua parola...
Perché quella ragazza non voleva lasciare in pace la sua povera mente, che non si rassegnava mai al fatto di non poterla avere?

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