ma tu non ci sei.

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«Piccolo, avvicinati di più».

Einar si sentì sciogliere, a quella maniera elegante e seduttiva di fare del ragazzo.
Era un'attrazione fatale, quella che provava per Filippo, in arte Irama.
Lui era bello e dannato, ed Einar non riusciva a sostenere il suo sguardo, le sue parole taglienti, ma decise comunque di ascoltarlo e ubbidire, perché dopotutto era Filippo. E lui era perso per Filippo.
Si avvicinò di più al ragazzo, che lo prese per i fianchi e lo adagiò sulle proprie gambe incrociate, con un sorrisetto sghembo stampato in faccia.
No, Einar proprio non riusciva a resistergli.
Erano quegli occhi che lo tenevano incatenato all'altro ragazzo, quelle sue mani sottili ed esperte che quando lo tiravano, facevano in modo che rimanesse bloccato a lui. Erano quei sorrisi che arrivavano nel cuore a Einar, di cui non sapeva farne a meno. Erano le sue frecciatine maliziose e i baci sul collo che gli provocavano dei brividi e un gran rossore che si espandeva sulle guance del cubano. Erano i sussurri all'orecchio che facevano sussultare Einar. Era il proprio corpo che reagiva alla calamità dell'altro, che lo tenevano legato al piumato.
Erano i sospiri, gli ansiti e le mani unite che facevano credere a Einar che ci fosse un loro, un noi

Ma Einar non aveva capito.

Era il carattere gelido di quel ragazzo, che incuriosiva l'altro. Era il suo modo di fare sempre sarcastico e giocoso, che gli faceva credere fosse sincero.
Era il suo modo di controllarlo che rapiva Einar, e faceva in modo che lui non potesse separarsene.
Lui davvero ci credeva, che quelle parole fossero rivolte solo a lui.
Che quei gesti erano riservati a lui perché magari anche Filippo provava un'attrazione così fatale per il cubano.
E forse era così, ma lui non lo capiva.
Semplicemente si lasciava guidare dalle sue mani e si faceva abbindolare dalle sue parole, senza chiedersi perché.
O meglio, Einar si chiedeva il perché di molte cose, ma i suoi ragionamenti venivano sempre spezzati da un gesto dell'altro, che stranamente lo interrompeva sempre quando Einar arrivava a certe conclusioni.
Ma poi Filippo si intrometteva, lo prendeva, stravolgeva tutto, ed Einar, il povero Einar, si trovava di nuovo punto e a capo.
Si ritrovava a ragionare, a chiedersi perché. Perché Filippo una sera era a letto con lui e la sera dopo gironzolava con qualche ragazza o ragazzo.
Questo distruggeva Einar.
Non era abbastanza? Non gli piaceva? Non era bello?
E allora in quelle sere Einar si buttava giù.
Non mangiava, beveva solo acqua, si rinchiudeva ore nella loro stanza d'albergo e si fissava allo specchio, trovandosi 101 difetti.
"Sono orrendo, veramente. Guarda qui che pelle secca, e ho anche l'acne.. Ha ragione. Devo migliorare. E poi non ho nulla..nulla di bello. Gli occhi troppo liquefatti, i capelli ispidi, le spalle larghe, un petto non definito. Sono anche sovrappeso... Devo dimagrire."
Si rinchiudeva nella sua stanza e pensava tutte quelle cose.
"Devo capire che genere di ragazzo gli piace..devo farmi notare."
E allora iniziava a scegliere tutti i vestiti e gli stili più disparati.
Dalla camicia e i pantaloni stretti, a maglie e pantaloni larghi, catene, bandane, qualunque cosa, pur di piacere a Filippo. Ma l'unica cosa che otteneva era una notte di seduzione, e nient'altro che rimaneva.
Non a Filippo; perché a Einar rimaneva tutto.
Rimanevano le sensazioni che provava, rimaneva il suo tocco sulla propria pelle, i brividi causati da lui, i morsi e dei lividi violacei sulla pelle dettati dalla lussuria del momento.
Gli rimanevano impresse certe cose, e gli rimanevano come cicatrici nel cuore.
Eppure tutte le parole di Filippo sfumavano in così poco tempo.
Com'era possibile?
Si chiedeva il cubano.
Come puoi farlo con qualcuno senza provare nulla? Dov'era il brivido? La scintilla?

Non c'era.
Ed Einar continuava ad Illudersi, muovendosi come una marionetta nelle mani dell'altro ragazzo, per qualcosa che supera ogni aspettativa.
Einar era innamorato.
Ed Einar amava ogni difetto del ragazzo, e subiva il tradimento di ogni volta, in silenzio e consapevole, solo perché lo amava, lo voleva accanto a se.
Eppure cedeva ogni volta.
E poi tradimento di che cosa? Loro non stavano insieme.
Einar non era niente per il ragazzo con le piume.
Ma comunque gli piaceva farsi del male, e illudersi che lui fosse speciale, in qualche modo, per il minore.

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