At the same time in your room

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21 Novembre, 2015
Jin

Sono seduto a questo tavolo da quasi un'ora, mentre mio padre non smette di ripetermi che sto solo perdendo tempo. Vorrei urlargli addosso qualunque cosa mi passa per la mente, come ho sempre fatto, ma al tavolo, seduto con noi, c'è anche Jemy. Ha la testa bassa sul suo telefono, continua a farsi gli affari suoi incurante di quello che mio padre mi sta dicendo. Ovviamente il mio restare in silenzio innervosisce ancora di più mio padre, che non smette di accusarmi anche di cose che non ho mai fatto. Ma non risponderò, non finché nella stessa stanza c'è anche Jemy a farsi gli affari nostri.
Non lo capisco.
Sono quasi due mesi che è qui a casa e sono due mesi che non smette di comportarsi in quel modo, come se nulla lo riguardasse, come se prima o poi non dovesse prendere una decisione.
Questo mi innervosiva ancora di più di quello che mio padre mi stava urlando ingiustamente.

-Se entro dicembre non avrai terminato la tesi, scordati il capodanno a Courmayeur- prevedibile, come se non sapessi che prima o poi mi avrebbe minacciato con quel discorso.

-Capirai- alzo gli occhi al cielo, perché quello che mio padre si ostinava a non capire era che per dicembre forse mi sarei anche riuscito a laureare. Ma non voglio dirglielo, non dopo tutte le cazzate che mi sta buttando addosso senza cognizione di causa.

-Non sto scherzando Jin, fai il tuo dovere oppure prenderò provvedimenti come ha fatto Carol con tuo cugino- incredibile, neanche in quel momento Jemy alza la testa, anzi si limita a fare una smorfia con la bocca. Non sopportavo quel suo modo di non dare importanza a niente e nessuno.

-Ah bene, così passerò il resto delle mie giornate a non fare un cazzo-

-Modera i termini-

Ma io non avrei moderato proprio nulla perché era la verità, cosa stava facendo Jemy? Cosa gli stava risolvendo quella assurda punizione?
Comunque la mia battuta ha attirato la sua attenzione, provocarlo era il modo migliore per innescare qualcosa dentro di lui, per smuoverlo.

-Fatti gli affari tuoi, Jin- mi fulmina con lo sguardo e poi esce dalla sala da pranzo.

-Perchè lo devi torturare?- papà mi guarda severo, mentre io mi chiedo cosa gli sia preso tutto in un colpo -E a te da quando ti importa di Jemy?-

-Perchè avrei dovuto farlo venire a stare qui, se non me ne fosse importato?-

-È per questo che gli lasci fare quel cazzo che vuole?- di nuovo arrabbiato, di nuovo volgare, ma non riuscivo ad accettare che papà giustificasse lui e non comprendesse che la mia tesi non era un gioco da ragazzi, ma che richiedeva il suo tempo.

-Smettila Jin, io non gli lascio fare proprio nulla semplicemente gli sto offrendo l'opportunità di capire cosa vuole dalla vita-

-Però io devo essere massacrato per un capitolo che non scrivo- certo, giustifichiamo Jemy, diamo tempo a Jemy, cerchiamo di capire Jemy.
Con il cazzo.
È per questo che alla fine mi alzo e vado nella mia stanza. Nonostante papà mi stia urlando che non ha finito di parlarmi, o meglio di rompermi le scatole.

-Non voglio vederti- mi fermo all'istante quando sento la voce di Jemy tremolante, quasi come se stesse piangendo.
-Cazzate, a te non importa di me- è al telefono con qualcuno, ma non riesco a capire con chi, capisco solo che sta cercando di trattenere le lacrime perché è arrabbiato.
-Vuoi che resti qui, a non fare nulla, quando io so cosa voglio e non fai nulla per aiutarmi a realizzarlo- ora sono certo che sia sua madre al telefono, rimango un po' sorpreso quando lo sento dire quella cosa -Non voglio studiare, non voglio fare quello che fate voi, non ha senso diamine!- effettivamente che senso aveva tutto quello se aveva capito cosa fare? Che senso aveva farlo stare qui, in una città che non gli apparteneva più, quando avrebbe potuto tornare a Roma? -Vaffanculo, mamma- sento qualcosa sbattere a terra, poi il silenzio.

Torno in camera. E per la prima volta mi dispiace davvero per Jemy. Per la prima volta vorrei capire meglio cosa gli passa per la testa.

救い出すよ必ず// I'll Save uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora