La volta buona

Capitolo XVII

Siamo tornati tutti a lezione, anche i miei amici sono tornati dalle vacanze e siamo pronti per le giornate di studio no stop, non vogliamo rimanere con esami arretrati e perdere l'anno.
Giacomo non mi rivolge la parola da qualche giorno, evita il mio sguardo e non esce dall'aula se anche io sono fuori, non fuma più con noi.
Questa sua indifferenza mi sta lentamente uccidendo, so di aver sbagliato, ma la sua reazione mi ha fatto capire che sono totalmente perso, mi manca il suo sguardo, la sua voce, il suo essere dolce con me, ma allo stesso tempo deciso e determinato.
I miei sono convinti che se gli parlassi col cuore in mano forse mi perdonerebbe, ma non so come fare, credo che dovrei dargli del tempo per pensare a quel che è successo, per metabolizzare e forse buttare dietro.
Stavo per tornare a casa quando sento un clacson dietro di me, mi giro e vedo Giacomo che mi fa cenno di salire in macchina, salgo e rimango in silenzio, aspettando di vedere dove mi volesse portare.
Nuovamente silenzio tra noi due, fino a che non arriviamo al luogo del nostro primo bacio, mi fa cenno di scendere dalla macchina e lo seguo fuori.
Non riesco a guardarlo in faccia, lui così bello, avvalorato dal giusto che questa situazione gli conferisce, e io così macchiato dentro dal rimorso e dalla vergogna.
Scoppia in un pianto liberatorio, come se fosse lui ad aver commesso il torto, non mi sarei mai aspettato questa reazione, così lo abbraccio e lo stringo forte a me.
Gli sussurro all'orecchio tutto ciò che non sono mai riuscito a dirgli, che io lo amo, voglio stare con lui e nessun altro, non voglio nessun altro al mio fianco, non riuscirebbero a rimpiazzare quello che lui ha creato in questi mesi, un muro di sentimenti  così solido, difficile da demolire.
Per il nostro bene decidiamo di non parlare più di quel che è successo, continuare come se nulla fosse, ma con la consapevolezza di esserne usciti da vincitori, uniti nella felicità e nell'amarezza.