Prima parte

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Parigi era piovosa quel giorno di primavera, la grigia luce che filtrava dalla sua finestra sembrava rispecchiare i sentimenti di Marinette.

Aveva diciassette anni, continuava a salvare la sua città dando di sé un immagine forte ed intraprendente, ma non riusciva a dichiararsi all'unico ragazzo che avesse mai sfiorato il suo cuore fino a farlo battere.

Il pensiero di Adrien la tormentava e la rendeva irrequieta, avrebbe voluto baciarlo e stringersi a lui, avrebbe voluto essere al posto di quella giovane e affascinante ragazza che si stringeva al suo braccio il pomeriggio precedente.

Alya aveva detto che si trattava soltanto di una sua amica e che avevano posato insieme per delle riviste, ma era inutile illudersi, la gelosia la stava torturando, gli impediva di respirare, di pensare lucidamente.

Doveva parlargli...

"Adrien? Sono Marinette" cominciò con un filo di voce al cellulare.

Doveva farsi forza...

"Possiamo vederci al parco? Ho bisogno di parlarti"

Lui assentì, la sua voce era allegra come sempre, una sorta di maschera che nascondeva il vero Adrien, il ragazzo gentile ma tormentato che aveva imparato a conoscere.

Era bravo a nascondere il suo dolore, bravo a soccorrere il prossimo, ma Marinette aveva imparato a leggere i suoi bellissimi occhi verdi ed essi erano pieni di una tale tristezza da straziarla e farle desiderare di alleviare ogni sua preoccupazione.

Non aveva esperienza sul concetto d'amore, nessuno aveva mai ispirato in lei tali sentimenti, ma quello che provava per lui non poteva essere altro.

Si vestì con calma, il cuore che batteva all'impazzata, l'unico suo sostegno era Tikki, l'idea che almeno lei gli sarebbe rimasta a fianco la rincuorava.

Dopo un lungo respiro prese il suo ombrello azzurro e il soprabito grigio scuro e si diresse al parco...

Che ironia, stava piovendo.

Lui era li ad attenderla, sotto il ciliegio.

La sua figura era inconfondibile, alto e slanciato, con delle belle spalle larghe ed un sorrisetto seducente, i capelli biondo scuro erano in parte nascosti dal cappuccio della felpa...

Nel vederla gli si avvicinò...

Il cuore le batteva all'impazzata, ma doveva farcela, era la sua occasione si disse, doveva trovare il coraggio di...

"Marinette...stai bene? Mi ha sorpreso la tua chiamata a quest'ora" il suo cuore perse un battito, forse avrebbe dovuto aspettare il giorno dopo si disse, erano quasi le sette di sera, magari l'aveva disturbato, o forse stava per cenare...

"Ti chiedo scusa per l'orario, se sei occupato possiamo rimandare" fece lei titubante, ma lui le sorrise e poggiò una mano sulla sua testa scarmigliandogli i capelli.

"Non ti preoccupare, avevo bisogno di uscire"

Lei respirò profondamente, le gambe le tremavano un po' ed improvvisamente la sua non gli sembrò più una buona idea.

"Cosa volevi dirmi? Mi sembri strana... "chiese lui puntando i suoi occhi su di lei, era così bello...

"Adrien..." lui continuò a guardarla

"Adrien... tu mi... tu mi piaci" disse d'un tratto.

Lui rimase a guardarla, colpito da quella rivelazione... Dunque era così? Si era innamorata di lui?

In quel momento provò un immensa tristezza, l'idea di ferirla l'addolorava, lei era Marinette, la considerava una preziosa amica, il suo sorriso gli scaldava il cuore, ma la sua lady l'aveva stregato, l'idea di conquistarla di farla sua ed essere amato e desiderato da lei era per lui quasi un ossessione una dolce ossessione.

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