I was your hero

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29 Novembre, 2015
Seo

La prima volta che vidi Tim avevo otto anni, papà lo portò a casa una domenica sera di maggio. Era davvero piccolo, nonostante avesse solo un anno in meno di me, e ricordo che non smetteva di nascondersi dietro le sue gambe.
Mia madre lo aveva odiato fin da subito, io no. Io non riuscivo ancora ad odiare.
Quando arrivò a casa quella sera, Tim aveva le unghie nere e i vestiti sporchi di cibo raffermo. Mio padre lo portò in bagno, lo lavò e lo cambiò con miei abiti. Ricordo che lo sentii dire alla mamma che da quel giorno avrebbe vissuto con noi, perché la casa in cui era stato fino a quel giorno non era adatta per un bambino così piccolo. Mamma fece il diavolo a quattro, ma alla fine si rassegnò. O almeno apparentemente. Sicuramente era per colpa sua, se adesso guardavo Tim seduto accanto al letto di mio padre, con tutto quel risentimento.
All'inizio mi era piaciuto avere un fratello più piccolo. Il pomeriggio quando tornavo da scuola potevo giocare con qualcuno, gli avevo insegnato a leggere e ricordo che mi seguiva da ogni parte come se fossi una specie di eroe.
Poi da eroe ero diventato il suo peggior nemico.
Quella mattina, entrambi ai piedi del letto di mio padre, Tim sembra di nuovo il bambino che arrivò quella sera a casa mia. Gli occhi troppo grandi con la paura di perdere tutto.
Ma quella volta c'ero anche io con quello stesso peso sul cuore e lo stomaco che mi faceva male per la rabbia e l'ansia che provavo in quel momento. Mia madre non sapeva neanche che fossi tornato e non volevo che lo sapesse. Non appena ero arrivato in stazione ero subito andato in ospedale. Ero partito solo con lo zaino. Quella notte sarei rimasto io con mio padre.
Tim aveva fatto la sua parte, adesso toccava a me.

-Torna a casa, ci sto io con papà- da quando sono entrato in quella stanza, è la prima volta che gli rivolgo la parola.

Tim è rimasto seduto su quella sedia accanto a letto, per ore. Stava lì che guardava papà, come se la sola potenza del suo sguardo potesse riuscirlo a svegliare, poi rassegnato controllava il telefono, in un circolo infinito. Era così concentrato a controllarlo che a stento aveva notato fossi entrato nella stanza quando l'infermiera mi aveva accompagnato.

-No, resto qui- non era difficile prevedere quella risposta. Alzo gli occhi al cielo.
-Non succederà nulla Tim, papà non va via- non so cosa ho detto, ma evidentemente la mia risposta ha attirato la sua attenzione così tanto che adesso mi sta guardando per la prima volta da quando sono arrivato.
-Ho detto che rimango qui- il suo tono di voce non transige nulla, è fermo sulla sua posizione. Le braccia incrociate, non ha intenzione di andarsene. Mi arrendo, sono troppo stanco per mettermi a litigare con lui.

Non so che ore sono, ma deve essere già pomeriggio inoltrato e mi rendo conto che non ho mangiato nulla. Dovrebbe esserci un distributore infondo al corridoio, prendo qualche spiccio ed esco a comprare qualcosa. Ho una fame da lupi, potrei scendere e andare al supermercato, ma non voglio allontanarmi troppo. Tuttavia il distributore è ben fornito e i miei occhi ricadono su dei tramezzini. Non sembrano male, ne prendo quattro. Anche se continuo a provare risentimento e antipatia per Tim, mi rendo conto che in quel momento siamo nella stessa situazione. Con nessuno a prendersi cura di noi.

-Prendi- quando entro di nuovo nella stanza è ancora seduto nella stessa posizione, gli metto i tramezzini sul comodino affianco al letto di mio padre. Lui li guarda soltanto.

-Non ho bisogno della tua carità- mi risponde senza nessun sentimento.

-Figurati se faccio carità a te- sbuffo senza dargli corda. Forse in un altro momento avrei sicuramente preso occasione per litigare, ma non davanti  papà senza sensi in un letto di ospedale.
Comunque io ho fame.
Mi siedo sul letto vuoto accanto lì affianco e mangio i miei tramezzini. Il silenzio continua a regnare sovrano, Tim rimane seduto su quella sedia e adesso che ce l'ho davanti noto le occhiaie scure sotto i suoi occhi. Chissà da quanto tempo non dormiva.

Poco dopo mi viene sete, ho dimenticato di prendere qualcosa da bere e così mi dirigo di nuovo al distributore. Questa volta prendo solo una lattina e ovviamente si blocca all'interno del distributore. Decisamente era un periodo del cazzo. Ci metto quasi un quarto d'ora a trovare qualcuno che mi aiuti, ma nonostante sia riuscito a scovare un infermiere alla fine sono comunque costretto a inserire un'altra moneta per poterla prendere. Ho perso tempo inutilmente.
Quando ritorno nella stanza di papà ho due lattine di Coca-Cola in mano. Tim alla fine ha mangiato i suoi tramezzini, mi viene spontaneamente da ridere.

Per qualche minuto sono ritornato ad essere il suo eroe.

救い出すよ必ず// I'll Save uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora