29 Novembre, 2015
JinHo saputo del padre di Seo grazie a Fred, il loro avvocato e collega del mio. Non appena mi è arrivata quella chiamata, ho infilato i jeans buttati sul letto e preso le chiavi dell'auto.
Non posso crederci. Soprattutto non capisco cosa sia successo.
Conosco John da quando sono un bambino. Per me era stato come uno zio. Lui e mio padre si conoscevano fin dalle scuole medie e saperlo in un letto di ospedale privo di sensi, aveva turbato non poco entrambi. Papà era già in ospedale quando Fred mi aveva chiamato. Per questo non avevo perso tempo e mi ero catapulto anche io lì.
Quando sono uscito di casa, non ho avvisato neanche Jemy. Ma sono sicuro di averlo sentito chiedermi dove stessi andando. Gli manderò un messaggio più tardi, ma ora il mio unico pensiero fisso è sapere cosa diavolo sia successo a John.Mentre parcheggio, entro nell'ospedale, chiedo ad un infermiere di lui e sono nell'ascensore, ripenso a tutti i momenti che avevamo passato insieme.
Le gita al mare, la giornata in piscina di domenica, i pomeriggi nella villa comunale a mangiare gelato e giocare sulle giostre, quella volta in cui mi insegnò ad andare sulla bicicletta. Anche se io e Seo avevamo smesso di parlarci, John mi aveva sempre riservato un po' del suo tempo. Ogni tanto ricevevo una sua chiamata o un suo messaggio, magari anche solo per chiedermi come andava all'università o come stavo. Sapere che forse non avrei più ricevuto quei messaggi, mi dava uno sconforto enorme.
Fuori dalla stanza vedo la figura simile alla mia di papà. Sul viso un'espressione così triste che quasi mi fa impressione. Non lo avevo mai visto così giù di morale. Sta parlando con un dottore, ha le braccia incrociate e lo ascolta con speranza. Mi avvicino piano, saluto il dottore, e papà mi mette un braccio intorno alle spalle. Non è un tipo che eccede facilmente in quei gesti affettuosi, ma in quel momento ha bisogno di me. Ha bisogno che io lo sostenga.-Nulla è perduto, è stato un brutto incidente, ma ci sono speranze-
Il dottore sta cercando di chiarire la situazione a mio padre, non vuole darci notizie false, ma intravedo nel suo sguardo la voglia di rassicurarci. Papà lo ringrazia, poi mi fa cenno di sederci un attimo. In un botto è diventato più vecchio di quello che già non era. Non appena si siede, tira indietro la testa e si stropiccia gli occhi -C'è Seo dentro- mi avvisa -E anche Tim- aggiunge poi con una nota più malinconica.
Ricordo all'improvviso quando John ci presentò Tim. Ci disse che era suo figlio e che per qualche tempo sarebbe stato con lui. Era così piccolo ed indifeso che stentavo a credere fosse diventato quello stronzo senza sentimenti chiuso ora, in quella stanza con Seo. Papà non aveva mai capito perché John lo avesse rimandato dalla madre, e aveva sempre sostenuto che se fosse rimasto con lui sarebbe stato una persona migliore e con meno problemi.
-Come stanno?- gli chiedo. Papà fa spallucce -Vai a vedere tu stesso-.
Adesso sono un po' teso. Per quanto volessi parlare con Seo, ho paura che mi tratti di nuovo come quella sera ad halloween. Tuttavia questa è una situazione particolare, non posso fare il vigliacco proprio adesso. Così mi alzo e apro quella dannata porta.La prima cosa che vedo è il corpo di John, disteso sul letto, attaccato a dei macchinari. Accanto è seduto T-Boy, che lo sta fissando come in attesa di qualcosa. Non si è neanche accorto della mia presenza, a differenza di Seo che sdraiato sul letto vuoto accanto quello del padre, si è invece drizzato in piedi guardandomi un po' irritato e forse anche confuso.
-Ciao- riesco a dirgli soltanto.
-Ciao- mi risponde, mentre T-Boy ci dà prova di averci notato posando il suo sguardo contrariato su di me ma non appena gli faccio un cenno con la testa quello si alza ed esce dalla stanza, sorpassandomi. Mi rendo conto che non aveva una bella cera e sembrava non stesse particolarmente bene.
-Come stai?- tuttavia il senso della mia presenza lì è perché voglio sapere che cosa frulla nella testa di Seo.
-Non lo so- sembra sincero nella sua risposta -Ancora non me ne rendo conto- mi specifica subito dopo.
-Sì, è stato tutto troppo veloce- commento, lanciando uno sguardo a suo padre -Tim? Come mai è qui? Credevo non gli importasse di John- Seo fa spallucce, non sembra turbato da quel mio eccesso confidenziale -Tim è sempre stato bravo a mentire-
-Come te- forse non avrei dovuto lasciarmi scappare quel commento, ma se c'era una cosa su cui era un campione Seo era proprio il nascondere i propri sentimenti. Mi sta fissando male, non credo sia il momento di discutere e cambio discorso -Tua madre? Lo sa?- Seo cambia espressione, sbuffa e si alza in piedi -Quella è la solita stronza- immaginavo che non fosse cambiato nulla dall'anno scorso.
-Immagino che spera il peggio per tuo padre-
-Non voleva neanche dirmelo- mi racconta incazzato -È vero che non parlo con papà da mesi, ma cazzo è in coma e lei non voleva dirmelo-
Fin da quando era piccolo, Seo aveva sempre scelto di dare ragione alla madre. Ma alla fine stava sempre male perché lei era una stronza egoista. L'unica cosa che aveva a cuore erano i soldi di John. Voleva bene a Seo, ma non riusciva a rendersi conto che lui doveva essere la sua unica priorità. Non avevo mai pensato che le cose si potessero essere aggiustate in quell'anno in cui io e Seo non avevamo parlato, ed infatti quella donna non si era smentita neanche in quel momento così delicato.
-Mi dispiace- sento di dire in quel momento. Seo mi guarda solo un attimo, poi abbassa la testa -Ho paura di aver perso un'occasione- è quello che mi confessa con tono quasi disperato, prima che anche mio padre entri nella stanza e interrompa quel momento tra di noi.
Non so se torneremo amici, ma non ho intenzione di lasciarlo solo in quel momento.
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救い出すよ必ず// I'll Save u
FanficBOY IN LUV SERIES // Second Act Sono passati tre anni dagli ultimi avvenimenti, Key ormai è all'università: viaggia tra la città in cui vive da sempre alla città in cui cerca di crearsi un futuro. La sua vita è molto diversa da quando frequentava i...