Dopo la tempesta.

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Dakota'povs

Non potevo immaginare che sarebbe arrivato a questo punto.Oppure forse lo sapevo ma mi autoconvincevo che non era così.Dopo anni di botte,insulti,minacce ho capito molte cose. L'acool e la droga ormai gli hanno collassato la mente, per lui è più importante quella roba piuttosto che la sua vita, o la mia. Mio padre, si avete letto bene, e da lui che devo scappare, dopo la morte della mamma ha iniziato a bere, drogarsi,sbattersi molte tipe anche se erano minorenni a lui non importava. Ogni sera avevo paura che tornasse a casa perchè ricominciasse a picchiarmi ed insultarmi senza motivo. Non ho mai detto a nessuno tutto questo, anzi ci ho provato ma tutte dicevano la stessa risposta"Avanti Dakota,non fare la stupida tuo padre è un tipo apposto". Si era un tipo apposto fin a qualche tempo fa. Così ho smesso di dirlo a qualcuno e mi sono chiusa nel mio dolore.

Continuo a correre senza una meta precisa mentre sento le urla di mio padre che continua a chiamarmi, non gli rispondo e continuo a correre, devo cercare aiuto, non ne posso più di subire tutto questo, voglio vivere la mia vita, come qualsiasi adolescente normale. Giro la testa, vedendolo li, che corre come un pazzo cercando di prendermi.E se mi prenderà, non credo che riuscirò ad uscire viva da quella casa.

Finalmente ho fatto il grande passo, sono riuscita a scappare da mio padre o meglio quasi scappare, visto che non vuole smettere di inseguirmi,e indovinate un po perchè sto scappando? oltre a tutte quelle cose che faceva e mi faceva, lui ha provato a stuprarmi, e per fortuna sono riuscita ad andarmene. Credo che voleva farlo perchè io assomiglio alla mamma: gli stessi capelli biondi,gli stessi occhi grandi e azzurri e lo stesso viso.

"Fermati subito!"

Le urla forti di mio padre mi fanno svegliare dai miei pensieri,gli rivolgo un altro sguardo: sta aumentando la velocità, cazzo!

Inizio a correre più velocemente anche io mentre le lacrime mi rigano le guance e il vento mi scompiglia i capelli. Le gambe mi iniziano a far male. ma non posso fermarmi non devo.Devo essere forte per una volta.

Si' devo essere forte come non lo sono mai stata in tutti i 17 anni della mia vita.

Mentre corro cerco di chiamare aiuto ma non c'e nessuno,siamo solo io e lui.

" Aiutatemi vi prego aiutatemi!"

Continuo ad urlare disperatamente ma quando sento delle mani stringermi il polso mi giro di scatto spaventata.

" Puttana! non devi più scappare ora verrai con me!"

" No, Mai!"

Gli do uno schiaffo in pieno viso, mio padre si porta la mano sulla guancia dolorante guardandomi sorpreso. Quando vedo che è distratto mi libero dalla sua stretta e corro di nuovo, lo vedo anche fermi li ma poi il suo viso diventa più arrabbiato di prima e inizia a seguirmi di nuovo.

Non ci metto molto ad arrivare a delle piccole casette, e dopo averle sorpassate arrivo in mezzo alla strada dove passano molte macchine ma dopo i miei urli nessuno sembra fermarsi.

Vedo mio padre a pochi mentri da me, cosi' faccio la prima cosa che mi viene in mente: vado in mezzo alla strada per passare ad un altro vico ma proprio in quel momento vedo una macchina nera sfrecciare velocemente e colpirmi in pieno. L'unica cosa che riesco a vedere è il viso di un uomo e di un ragazzo prima di svenire del tutto.

* * *

Diverse voci di fanno aprire del tutto gli occhi, mi guardo intorno non capendo dove mi trovo, ad un tratto si avvicina una donna, con dei lunghi capelli neri che mi sorride dolcemente

"Ti sei svegliata grazie al cielo"

Mi dice, non gli rispondo mentre mi metto seduta sul divano dove mi trovo, mi gira trementamente la testa e credo di vomitare da un momento al altro.

" Lei chi e?"

Dico debolmente

" Io sono Anne, mio marito per sbaglio ti ha investita perchè sei uscita fuori dal nulla, volevamo portarti in ospedale... ma era tutti chiusi!"

Mi dice e solo ora mi ricordo quello che è successo.

" Mio padre... dove sta?"

Domando, lei mi guarda con aria interrogativa ma poi mi sorride.

" Ah si... lui voleva prenderti e portarti a casa diceva che ti avrebbe curata , ma mio marito ha insistito di portarti a casa nostra... perchè... quel signore era unbriaco"

Conclude soffermandosi alla parola "unbriaco".

Prima che potessi dire qualcosa, vedo dalle scale scendere un ragazzo, capelli ricci, alto,e magro. Mi fissa per un po ma poi sposta lo sguardo a sua madre.

" Mamma... Sky sta piangendo credo che ha fame"

Gli dice, Anne si alza subito mi rivolge un sorriso e poi corre subito dalla figlia.

Il ragazzo si avvicina a me prendendo una sedia.

"Allora come stai?"

Mi domanda, ha dei bellissimi occhi verdi, gli sorrido arrossendo.

" Eh.. bene grazie"

Sorrido di nuovo

" Comunque io sono Harry Styles ma puoi chiamarmi solo Harry"

Ridacchia

" Io sono Dakota Queen ma puoi chiamarmi solo Dakota"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 07, 2014 ⏰

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