Promise.

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È tutto buio. Sento un rumore confuso e asfissiante vicino a me, riesco  a malapena a capire dove mi trovo e perché non indosso il pigiama. Colpa della sbronza di ieri sera? Probabile.  Ok, ho appena preso conoscenza, e consapevolezza di essere sulla Terra,  era la mia sveglia a forma di cuore poggiata sul bordo del comodino a fare quel “dolce” suono. Con un pugno premo il bottone e definitivamente spengo  quell’aggeggio infernale. Mi strofino gli occhi per vari secondi, e quando porgo lo sguardo verso la sveglia, capii di essere in un ritardo stratosferico. Mi alzo di scatto dal letto, corro verso l’armadio per scegliere cosa mettere oggi, solito dilemma di ogni giorno. Dopo vari minuti che fisso tutti i miei capi, scelgo di indossare la mia maglia preferita, ovvero quella blu, con la stampa gialla e rossa di SuperMan,  smanicata, jeans neri strappati dalle cosce fino alle caviglie, e Converse rosse. Mi dirigo verso il bagno, decido di truccarmi in modo leggero e naturale, ovvero, una linea non troppo fine  e non troppo spessa di eyeliner , con una leggera curva all’insù alla fine dell’occhio, matita nera sotto, infine mascara nero. Esco dal bagno, mi fermo un attimo, mi riguardo allo specchio e decido di aggiungere un po’ di blush color pesca alle guance, per renderle appena più paffutelle. Vorrei fare colazione ma il mio tempo a  disposizione sembra essere terminato. Saluto in fretta e furia mio padre.

“non mangi nulla?”  

“prenderò qualcosa nei distributori a scuola, sono troppo in ritardo!”

“come vuoi, buona giornata bimba.” Lancio un bacio volante a mio papà e volai fuori dalla porta. Il clima autunnale si stava già facendo sentire, e l’umidità mattutina pure. Come non detto ho appena perso il pullman, per fortuna la scuola si trova vicino a casa, farò una corsa veloce, non farà di certo male.  Appena entro nell’atrio della scuola mi accorgo che la campana non è ancora suonata, visto che tutti sono fuori a chiacchierare. Corro in contro alle mie 2 migliori amiche, Alice ed Elisa. Mi fanno subito notare che sono sempre la solita ritardataria, e mi salutano circondandomi con un abbraccio.

Prima che io potessi inventare qualche scusa dovuta al mio ritardo la campanella suona. Tutti gli studenti si trascinarono malinconici verso le proprie aule.  Un altro lunedì ha inizio!

Poso bruscamente lo zaino accanto al mio banco e appoggio la testa alla mia mano destra in segno di stanchezza. Mi stavo quasi per addormentare finchè non  sento una voce a me famigliare.

“Vai a letto più presto la prossima volta, ghiro!” 

Mi dice Bryan dandomi un colpetto alla spalla.

Io gli rispondo con un ghigno infastidito.

Bryan Esposito è forse senza esagerare il ragazzo più odioso e fastidioso che potessi mai incontrare nella mia inutile vita.

Grazie a un qualche Dio presente su questo firmamento, ha voluto che stesse in un banco in fondo alla classe, vicino a Mirco. Ma oggi non è presente, quindi starà in banco da solo, poverino.

La prof di latino, la prof Rodella, entra nell’aula con un’aria abbastanza seria rispetto al solito.

“Buongiorno ragazzi!”

Tutti a coro rispondiamo un altro ‘buongiorno’ di ricambio. Anche se un buongiorno non lo è per niente.

Così iniziò la prima ora del lunedì mattina con la materia più pallosa di questa galassia e dei rispettivi pianeti.

Io sono espressamente disinteressata alla lezione, sono in banco con Giulia, e io sono dalla parte della finestra e non posso fare a meno di guardare fuori in cerca di non morire ammuffita di noia.

“Vedo che la mia lezione non è di suo gradimento Hernandez. Vuole accomodarsi fuori per caso?”

Senza che me ne accorgo quella strega è davanti al mio banco, con gli occhiali sulla punta del naso e con le braccia incrociate.

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