Cap.10

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Sto disfacendo le valigie nella camera che condivido con Fede mentre lei è in bagno a fare una doccia. Riempio l'armadio con i miei vestiti. Sui cassetti appoggio le foto di famiglia. Le ho portate perché quando sarò triste e soffrirò per la lontananza da casa, loro potranno consolarmi un po'. Mio padre non sa nemmeno dei provini. Spero di ricevere una sua chiamata al più presto appena mamma glielo comunicherà. Mi siedo sul letto indugiando con gli occhi sullo spazio sconosciuto che mi circonda. Colori, odori, emozioni nuove, tutto in una sola giornata. Credo sia troppo, in effetti sono alquanto stanca ma vorrei anche non chiudere gli occhi perché mi sembra ancora tutto irreale e temo che una volta sveglia tutto questo possa scomparire.

-Cangurina, che ti prende?- domanda Fede, uscendo dal bagno in accappatoio e con i capelli bagnati.

-Asciugali, ti verrà l'influenza-

-Prima mi devi dire che succede- si siede al mio fianco e mi scruta pensierosa.

-Ho paura- ammetto sfilando l'anello di mio nonno Giovanni. Lo porto dovunque vada perché mio nonno è una persona importante per me, lui ha permesso che mi avvicinassi alla musica. Lui mi ha trasmesso questa passione.

-Ti capisco, anch'io appena sono arrivata ero a disagio ma poi qualcosa è cambiato. Qui ci sono professionisti che ti supportano e ti stimolano. A volte ti bacchettano, tipo la donna bionda, l'hai vista?-

-Si, era indecisa riguardo a me l'ho vista- rivelo, ricordando il cruccio della professoressa mentre mi sono esibita.

-Emma è quella un po' più tosta. Pretende il massimo da noi perché sa che qui sono entrati dei talenti acerbi che devono maturare-

-Spero di convincerla, di dimostrarle che valgo perché secondo me non è convinta del tutto- sospiro in crisi.

-Ci riuscirai- mi conforta, spingendomi verso sé e accarezzandomi la schiena.

La nostra scuola ha dei dormitori, quelli maschili e femminili sono divisi da due corridoi ma non sono molto distanti. Devo comprare del cibo alle macchinette e Fede mi ha lasciato sola con il dovere di comprare delle noccioline. Mi è venuta fame nel bel mezzo di un discorso. La stanza nostra è piena di popcorn caduti a terra. Abbiamo guardato un film perché oggi è sabato e le lezioni riprendono direttamente il lunedì mattina. Abbiamo riso come pazze talmente tanto che l'addetto alle pulizie ha bussato alla porta invitandoci a smetterla. Ci siamo fatte riconoscere anche qui. Federica non ha voluto farmi compagnia, dice che deve ripulire la stanza dal disordine. Avrei preferito aiutarla a questo punto. Con le pulizie me la cavo abbastanza bene, sono ordinata e precisa devo ammetterlo.

-Ah! Ecco il distributore- scelgo una barretta al latte ricoperta di un sottilissimo strato di cioccolato. Infilo la mano per afferrarla e prendo il resto. Il mio stomaco brontola. Probabilmente non riuscirò a placare la fame con una semplice barretta. Fortuna che ho a disposizione ancora altri spicci! Ritorno al distributore per comprare delle patatine alla paprika.

-Ora si! Perfetto!- apro la busta e faccio cadere una manciata sul palmo della mano. Avremmo dovuto cenare alla mensa della scuola ma per non perderci il film ci siamo dissociate.
L'unico problema sarebbe l'addetto alle pulizie che ci ha scoperte ma Federica ha detto che troverà un modo per corromperlo e sono curiosa di sapere quale.
Mentre mastico con furia, svolto nel corridoio a destra. Apro la busta e mi porto altre patatine in bocca. Sembra che non mangio da una vita! Lecco le dita, sanno di peperoncino. Vado dritta come un treno e non mi accorgo che davanti a me c'è qualcuno. Vado a sbattere contro il suo petto.

-Cavoli... Che botta!- esclamo massaggiandomi il naso.

-Tutto ok?- guardo il ragazzo a petto nudo.

-Ehm... Si, credo- arrossisco. Che ci fa un ragazzo ai dormitori femminili? La sua pelle è bianco latte e i suoi occhi sono bellissimi. Verdi. Ma di un verde più chiaro, insoliti ma bellissimi.

-Io sono Irama, tu che ci fai qui?- domanda alzando un sopracciglio.
Irama. Questo nome non mi è nuovo.

-Sei il ragazzo con le piume!- sostengo ricordando la prima volta che l'ho visto ai provini. Lui si gratta il mento.

-Si, ora non le ho ma di solito le porto.
Come fai a saperlo?-

-C'ero anch'io ai provini- lo informo.

-Davvero? Peccato non ti ho vista. Quindi tu sei una mia compagna di classe. Come ti chiami?-

-Carmen. Carmen Ferreri- rispondo prima di dirigermi alla mia stanza, la numero ventisei.

-Ferma! Non puoi aprire! Questi sono i dormitori maschili!- mi avverte.
Ops. Ho combinato un bel guaio.
Che figuraccia. Me la ricorderò a vita.

-Uh! Ehm... hahahah- indietreggio cautamente e poi fuggo a gambe levate. Se venissi scoperta dal sorvegliante sarei nei guai.
Federica me ne ha parlato. Ai maschi e alle femmine è vietato circolare nei corridoi non adibiti a loro.

Busso alla mia porta. Fede mi apre e si accorge del fiatone che ho.

-Che hai combinato?- le lancio le noccioline.

-Ho una domanda migliore. Che diavolo ci vorresti fare con queste noccioline?- le prende al volo e scoppia a ridere.

-Logico. Corrompere l'addetto alle pulizie. Ne va matto, abbiamo imparato i suoi punti deboli, io e Filippo- spiega con l'espressione di chi la sa lunga.

Ciao belli!
Ringrazio per le 2K in pochissimo tempo. Non me l'aspettavo, è un traguardo importante. Voglio che vi divertiate ed emozionate leggendo questa storia perché Carmen è così: solare e dolce e ho lasciato alcuni tratti del suo carattere invariati.
Commentate se vi è piaciuto, ovviamente mi piacerebbe ricevere i vostri pareri ogni volta. Leggerli è una soddisfazione tanto grande.
Un bacio grande.
Mya❤

𝑼𝑵 𝑮𝑰𝑶𝑹𝑵𝑶 𝑰𝑵 𝑷𝑰𝑼̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora