Todo es posible.

#1

È un giorno molto caldo di questa estate, passeggio tra le vie del mio paese a cercare i miei fratelli, Gabriel e Jacob, che sono andati a giocare a pallone insieme a altri bambini del paese. Il sole, alto nel cielo ,sembra mi segua insieme alle nuvole bianche latte. Era una giornata come questa quando,6 anni fa, ci fu un bombardamento che uccise i miei genitori che restarono intrappolati sotto le macerie. Riuscii a salvare i miei fratelli,cercavo i miei genitori sotto le macerie della nostra piccola casa. Tutto inutile. Le mani piene di graffi e sangue non erano paragonabili al dolore e alle lacrime che avrei provato dopo. Mi feci forte e ricominciai d'accapo,per me e per i miei fratelli che eravamo rimasti soli al mondo. Li crebbi come se fossero i miei figli e insegnai a loro ciò che avevano insegnato a me. L'educazione e l'onestà prima di tutto.
-Ellie!- una voce mi fece distrarre dai miei pensieri.
-Vi stavo cercando,il pranzo è pronto - dissi riferendomi ai due marmocchi che avevo davanti.
-Vi aspetto a casa- li avvisai mentre si allontanavano per salutare i propri amici.

Passai tutto il pomeriggio a pulire casa. Trovai in cantina i vestiti di mia madre e decisi di provarne uno. Sciolsi i miei lunghi capelli,attaccai un po'di musica dalla vecchia radio e cominciai a ballare facendo finta che davanti a me ci sia un ragazzo. Sembra strano ma nella mia vita non ho mai avuto ragazzi o mi sono potuta permettere di andare in discoteca come le mie coetanee. La mia vita girava solamente intorno a coloro che mi erano rimasti,i miei fratelli. Improvvisamente il vestito mi finì sotto i piedi e caddi a terra. Mi rialzai e risistemai tutto. Sono stata una stupida a pensare che,anche solo per un momento,potessi concentrarmi su me stessa e non sempre sugli altri.
Guardai l'orologio e mi accorsi che era quasi l'ora di cena. Cominciai a cucinare e,come ogni giorno, andai a cercare i miei fratelli. Dopo mangiato pulì e mi diressi in camera. Queste erano le mie giornate,tristi e vuote.