I was stupid

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21 Novembre, 2015
Joon

La portiera dell'auto è aperta, sono seduto sul sedile posteriore con le gambe distese e le braccia incrociate mentre osservo quelli che erano i miei nuovi amici. Siamo fermi in questo parcheggio da almeno una decina di minuti, non ho capito chi stiamo aspettando, ma Saul mi ha fatto un gesto con la mano abbastanza eloquente. Stanno aspettando un amica. Una tipa che aveva con sé qualcosa che poteva dare un tono a quella che per loro era una serata un po' noiosa.
Sento Martin fare una battuta squallida, scoppiamo a ridere tutti ma dopo poco Saul prende a parlare dell'esame di russo e della prova intercorso che avremmo dovuto fare la settimana prossima. Martin alza gli occhi al cielo e comincia a lamentarsi di come sia fissato con questa storia. Io mi limito a partecipare in silenzio, ho come una sensazione strana nello stomaco. All'improvviso mi viene in mente Yu ed i suoi discorsi su come non ci fosse mai niente di diverso da fare e come i ragazzi lo rimproverassero che in realtà era colpa sua e della sua pigrizia. Sorrido un po' amareggiato, perché in alcuni momenti sento la mancanza di quella mia vita passata.

-Ehi, tutto bene?- Saul entra in auto, si siede sul sedile anteriore, mentre mi fa quella domanda.
Annuisco -Sì, stavo solo pensando- mi fa cenno di aver compreso poi sorride e mi chiede se volessi fumare anche io.
-Non lo so, è da un po' che non lo faccio- sono sincero, certe cose avevo deciso di lasciarle al mio passato. Mi ero ripromesso che una volta arrivato a Roma avrei ricominciato da zero, avrei dato una possibilità a quel ragazzo responsabile che c'era solo a scuola durante le lezioni.
-Come vuoi amico, le ragazze stanno arrivando- Saul fa su con le spalle e poi esce dall'auto, poiché un'altra macchina ha appena accostato alla nostra.
Ci sono tre ragazze al suo interno, non credo di averle mai viste prima. Almeno fino a quando una chioma bionda non fa capolino dalla portiera.
C'è Ginevra con quelle ragazze.
Mi raddrizzo subito e cerco di darmi un contegno. Sento come qualcosa allo stomaco e non riesco più a fare pace con il cervello, non so come comportarmi. Alla fine esco dall'auto, è inutile che continuo a stare lì dentro come un asociale.
-Saul, ci sto anche io- chiudo la portiera e punto lo sguardo sul mio amico, che sorride contento -Grande- aggiunge infine dandomi un cinque -Ragazze, lui è Joon comunque- poi mi presenta a quelle che sono le sue amiche. Faccio un cenno con la testa, sorridendo, evito di incontrare lo sguardo di Ginevra. È per questo che alla fine voglio fumare, perché mi sento in trappola. Non so cosa dire o fare, forse se mi fossi sballato un po' mi sarei rilassato.
-Ci conosciamo- la sua voce dolce mi arriva subito alle orecchie, alzo lo sguardo su di lei e le sorrido -Sì, è vero- ho il coraggio di concordare. Credevo non mi avrebbe rivolto la parola dopo quel pomeriggio al bar, invece la scopro a sorridermi.
Una delle sue amiche, tuttavia, mi sta guardando poco convinta. Mentre l'altra non smette di ridere sotto i baffi, come se sapesse qualcosa. Tuttavia non gli do molto peso, soprattutto perché le ragazze tirano fuori una bustina con del fumo e lo passano a Martin.
Mi appoggio all'auto e passo i dieci minuti seguenti ad ascoltare conversazioni di cui non posso far parte e a sperare che Martin chiuda bene quella canna. Ogni tanto Saul mi fa qualche battuta, lo apprezzo perché sembra che ci tenga a rendermi partecipe. Ginevra non parla molto, è appoggiata anche lei all'auto della sua amica. Ogni tanto controlla il suo telefono e solo qualche volta i nostri sguardi si incontrano.
Poco dopo stiamo fumando, già al terzo tiro sento di essere più sereno. Sto ridendo e mi ritrovo a partecipare con più interesse a quelle conversazioni. Le amiche di Saul, poi, sono davvero simpatiche. Anche quella che poco prima mi aveva rivolto quello sguardo torvo, sta ridendo ad una mia battuta. Tranne Ginevra, ha fatto solo un tiro, e non sembra molto propensa al dialogo. Continua a controllare quello stupido telefono, fino a quando non si raddrizza e ci avvisa che sta per andarsene.

-Dove vai?- le fa una delle sue amiche. Infatti dove stava andando? Proprio ora che mi sentivo più rilassato e potevo parlarle.
-Sta venendo a prendermi Loris, dobbiamo parlare- Loris? Chi cavolo era Loris? Ho una sensazione spiacevole non appena mi accorgo che la sua amica, quella che mi aveva guardato male, ha il viso contratto in una smorfia -Ancora?- si lamenta.
-Sì, ancora Elly- le risponde guardandola male, come se le desse fastidio parlare dell'argomento in quel momento.
-In bocca al lupo, allora- Elly, finalmente avevo capito come si chiamasse, le fa una smorfia e afferra la canna che le stava passando Martin.
-Ci vediamo- alla fine ci saluta Ginevra, prima di allontanarsi e avvicinarsi ad un auto non molto distante. Non riesco a capire chi ci sia dentro, ma non importa. Sto già male al solo pensiero che Ginevra non ci aveva messo molto a dimenticarsi di me.
Comunque, quella Elly continua a guardarmi. Non capisco perché mi stia riservando quello sguardo indagatore. Ma non ci bado, mi sento già un cretino così.

救い出すよ必ず// I'll Save uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora