The scrub in me

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23 Novembre, 2015
Yu

Il professore di storia continua a parlare, ho la testa che mi scoppia. Cerco di stare attento, mi illudo di star prendendo appunti ma tutto quello che faccio è scrivere strofe di canzoni su i bordi del mio quaderno. Il ragazzo accanto a me ha già riempito quattro pagine, sta cominciando la quinta quando si accorge del mio sguardo sul suo quaderno. Con un gesto veloce mette un braccio sopra, come a coprire quello che ha scritto. Che idiota, figurarsi se mi mettevo a copiare da quello sfigato. Infastidito, mi giro verso il professore di nuovo. Sta parlando della stessa cosa da quasi mezz'ora, incrocio le braccia sul banco e ci affondo il viso, sbuffando.
Sono stanco, annoiato ed ora pure incazzato per quel secchione che avevo seduto al mio fianco. E mancava ancora una lezione alla fine della giornata.
In quei momenti mi pentivo di aver ricominciato il conservatorio, stare fermo seduto su quella sedia per quasi due ore, con la mente solo rivolta alle parole del professore, mi creava disagio. Perfino a scuola passavo più tempo fuori dall'aula che seduto al mio banco. Concentrarmi non era mai stato facile per me, soprattutto quando ero costretto a farlo. Tuttavia mi sentivo migliorato, poiché le lezioni al conversatorio vertevano su argomenti per me interessanti, e questo mi dava modo di seguire decentemente le lezioni senza distrazioni. Però questo lunedì è davvero pesante, soprattutto perché il professore è eccessivamente prolisso.
Credo di aver sbadigliato almeno trenta volte, tanto che l'idiota seduto accanto a me, mi trafigge con lo sguardo. Lo ignoro, anche perché la lezione è finalmente finita. Mi alzo subito, ho bisogno di uscire dall'aula.
Sono appena le undici, un caffè sarebbe l'ideale per risvegliare soprattutto la mia volontà nel concludere qualcosa quella giornata. Ho ancora dieci minuti prima che la prossima lezione incominci, quindi mi dirigo di tutta fretta ai distributori. Spero non ci sia la fila.
Non ricordo mai quale sia il corridoio dove devo svoltare, questo mi innervosisce ancora di più poiché non posso fare tardi. Giro ancora per qualche minuto, finché finalmente non li vedo. C'è solo un ragazzo, mentre mi avvicino. È quel secchione che mi stava accanto. Ed è così sfigato che la sua lattina di tè si è bloccata a metà del distributore.
Vorrei lasciarlo ad imprecare mentre tenta di trovare un metodo più consono di un bel pugno per tirarla fuori, ma non sopporto quel suo modo di cercare della moneta nel portafogli.
Senza dire nulla, dò un colpo alla macchinetta e la lattina scende giù in un baleno. Si volta verso di me, sbalordito.

-Prego- gli dico mentre prendo la lattina -E non stavo copiando i tuoi appunti- aggiungo porgendogliela. Lo sfigato afferra la lattina, mi guarda un'ultima volta e poi va via lasciandomi davanti al distributore. Era sempre più strano, era scappato come un ragazzino di quindici anni minacciato dal bullo della scuola. Che diamine.

-Sicuro che non stessi copiando i suoi appunti?- mi volto di scatto, con il cuore che mi batte a mille.
-Buongiorno- è quello che mi viene da dire senza neanche pensare.
-Buongiorno a te, Yu- la signorina Marina mi sta sorridendo, poi infila una moneta nel distributore -Allora è vero?-.
Distolgo lo sguardo, non so cosa mi stia prendendo ultimamente, ma la presenza di quella ragazza mi creava uno strano disagio -No, no- mi sento uno stupido, non so cosa dire.
-Meglio così- sorride lei, mentre afferra una bottiglietta d'acqua naturale -Ti aspetto domani pomeriggio, allora- sorride di nuovo e il mio cuore continua a fare assurde capriole mente la vedo allontanarsi. L'unica cosa che ho saputo fare era stato annuire. Adesso mi sento io lo sfigato.

救い出すよ必ず// I'll Save uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora