Mi chiamo Dunkan Devis, in questo momento ho una pistola puntata contro un tipo ma ci arriveremo, è ora di raccontare la mia storia.
Sono nato a Chicago nel West Side nel 1998, ho un fratello più grande che si chiama Mark, e abitiamo in una casa vicino alla statale 290 nel cuore del West Side, da quando ero molto piccolo più o meno tre, quattro anni, chiedevo sempre hai miei genitori quando sentivo dei botti se era capodanno, loro quasi con le lacrime agli occhi mi dicevano si e sorridevo perché credevo di aspettarmi una bella cena con pollo e cibo vario, ma non era così, ricordati sei nel West Side non esistono fuochi d'artificio ma colpi di pistola.
Ero un ragazzo studioso ambizioso, sensibile e molto intuitivo, furbo oserei dire certe volte, ma molto ingenuo in certi casi, sono alto 1.80 capelli rasati e neri, occhi verdi, e vestivo normale hai tempi.
Non sono mai andato all'asilo, i miei genitori non mi ci hanno mandato, anche se il motivo è lampante, quando avevo 6 anni ho incominciato a frequentare la mia prima scuola e la cosa che mi viene più in mente di quei tempi è l'innocenza, la fottuta innocenza, niente droghe, niente gang, niente pestaggi, niente di niente.
Incomincio la mia prima high school, la ORR HIGH SCHOOL, facevo qualche isolato prima di prendere il bus che mi avrebbe portato a scuola, i miei genitori mi dicevano di non guardarmi mai in dietro quando camminavo per strada, e di stare attento alle persone che mi chiedevano soldi, e di non accettare caramelle dagli sconosciuti.
Arrivato alla fermata per distrazione urto una ragazza e gli faccio cadere lo zaino, e li conosco Skylar, dopo avergli raccolto i libri caduti dallo zaino gli chiedo se deve prendere il mio stesso bus o se viene nella mia scuola, mi ricordo il suo carattere un po' presuntuoso, infatti alla mia domanda mi rispose con un vaffanculo.
Scopro per botta di fortuna qual'era il mio autobus e la vidi, con aria presuntuosa capelli blu azzurri, vestita di nero con scarpe bombate, di violenza mi butta lo zaino sopra e così capi che si voleva sedere di fianco a me, non parlammo di nulla, ma proprio di nulla, si mise le cuffie, poi non ero bravissimo ad approcciare quindi fu quasi un colpo di fortuna.
Arrivato a scuola scendo di fretta dal mio autobus, è noto come subito l'ambiente cambia, Sky si incazza con me perché non l'ho aspettata,anche se l'avevo appena conosciuta, non la capivo molto all'inizio, comunque mi spiega un paio di regole in fretta e in furia, e di stare lontano da ragazzi che offrono cose, di non litigarci mai perché potrebbe finire male ecc ecc, non gli do molta retta, da quello che mi ha fatto vedere Sky non sembrava una tipa molto normale, ma in futuro diventa importante per me, mi salverà il culo, ma non vi levo il bello.
Suona la campanella entrò in classe, io molto normale, vestito molto normale vedevo un sacco di ragazzi con qualche tatuaggio, c'è chi aveva una corona tatuata, chi stelle rosse, chi i numeri tipo 13,poi vestivano hip hop, pantaloni molto larghi, scarpe da ginnastica, occhiali da sole, orecchini ecc.
Durante la ricreazione sono stato di nuovo con Sky che mi ha di nuovo detto di stare lontano da coloro tatuati, e da quelli con le bandane colorate, mi ha parlato di gang, cose di cui sapevo l'esistenza, ma che non credevo d'incontrare, mi avverte di stare lontano dai bagni, mi ha parlato di blow e di rock , anche se continuavo a non capire.
Finita la scuola torno a casa e non racconto niente hai miei, così li facevo stare più a sicuro, non racconto niente anche a mio fratello,perché oltre che stanco da lavoro non voglio si preoccupi per me.
Il giorno dopo camminando per strada vedo due ragazzi che si piacciano, uno vestito di rosso è uno di blue, gridava che aveva varcato il territorio, sono scappato subito a raccontare tutto a Sky, lei mi dice di non farne parola con nessuno.
Non stavo capendo nulla davvero, cioè perché Sky mi dice tutte queste cose, e perché quei tipi si pestavano.
Arrivato a scuola mi chiama un ragazzo, si chiamava Jaxon Martunez, mi chiamo chiedendomi chi ero è da dove venivo, e dopo averglielo raccontato mi ha spiegato che i nostri genitori si conoscevano perché lavoravano insieme, e ci sono subito diventato amico, avevamo passioni in comune, come musica auto e soprattutto il basket, tifavamo per i LOS ANGELES LAKERS, la sera era inizio del campionato, spiegai a mio padre che avevo conosciuto lui e che mi aveva raccontatodi lui e i suoi genitori, mi da subito il consenso.
Chiamato Jaxon me lo ritrovo sotto casa, aveva una bandana gialla che scendeva dal pantalone, ed una canotta gialla, mio padre lo guardò un po' male, credevo perché forse non gli piaceva la canotta visto che era un po' troppo lunga e appariscente, ma ora come ora capisco anche il vero perché, ma hai tempi non capivo come stavano davvero le cose. Esco con lui per vedere la partita, io a mio padre avevo deciso che andavamo a casa sua dai suoi genitori, ma in realtà siamo stati a casa dai suoi amici, tutti vestiti di giallo, quando ho varcato la porta avevo un po' di paura, non sapevo come approcciare, anche se appena arrivo nella stanza dove dovevamo vedere la partita, capisco di dover aver paura di altro, vedo molte persone che entravano in casa, in ciabatte e accappatoio, vecchi, ragazzini, trans e tanta altra gente strana, chiedo al mio amico il motivo perché fa beneficenza hai senza tetto, mi ride in faccia, e ridono davvero tutti, incominciai a ridere pure io, non capendo la situazione in realtà.
Iniziata la partita sentivo forti odori, e vedevo gente fumare e passarsi sigarette rullate, non capivo perché non solo puzzavano così tanto, ma perché erano così lunghe, Jax vedendomi senza sigaretta mi passa la sua, io li mi ero perso, non sapevo cosa fare, se non tiravo diventavo lo sfigato della serata o della scuola, ma se tiravo avevo paura di mio padre, pensandoci decido di farlo, faccio qualche tiro e incomincio a sentirmi strano, era bellissimo, mi sentivo fuori dal mio corpo, e avevo una fame pazzesca, infatti fui vorace mangiando molta pizza, e visto che mi trovavo avevo bevuto anche una birra.
Fatto un certo orario Jax mi dice che è ora di andare e mi fa uscire da casa salutandomi facendo un segno con le mani, simulava due corna, cioè ero troppo fuori per capire, gli ho detto ciao e me ne sono andato, per la strada camminavo un po' barcollando, e mi sento prendere da dietro, era Sky, quel piccolissimo sorriso, appena mi guardo in faccia mi fece un po' scoppiare a ridere, lei un po' capi cosa era successo e mi chiese di sederci e raccontare cosa era successo, appena scopri che ero andato a casa di certi tipi con la bandana gialla mi tirò uno schiaffo si alzò e mi grido, io non capi molto di quello che successe quella sera, solo il fatto che se ne andò molto incazzata con me dicendomi che ero stato a casa di certi Latin Kings, e che tornai a casa barcollando è aperta la porta molto silenziosamente in punta di piedi arrivai in camera mia e dormi molto quella notte.
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Diary Of A Drug Dealer
ActionUn ragazzino costretto a sopravvivere fra le vie di Chicago