Dovrei fare più caso
all'abbinamento
ma non saprei
che mettermi perché
dentro l'armadio ho
così tanti scheletri
che non ci stanno nemmeno
i vestiti dentro.💀
EMMA'S POV
Passo il pettine tra i miei lunghi capelli rossi pieni di nodi sbuffando. Li adoro, ma si annodano con una facilità impressionante.
Non che girare tutta la notte nei vicoli di Milano sia un toccasana. Li accarezzo con un sospiro prima di prendere la parrucca bionda precedentemente appoggiata sulla vasca da bagno e indossarla.
Sto attenta a fissare bene, se dovessero scoprirmi sarei fottuta.
Mi guardo allo specchio: ora il mio viso è incorniciato da ciocche color grano che scendono fino alle clavicole, fermandosi appena dopo.Passo 1: Fatto.
Prendo le lenti a contatto che hanno, per me, una doppia funzione: aiutarmi a vedere meglio -dato che una talpa in confronto a me ha dodici su dieci- e mascherare leggermente il colore dei miei occhi che, non appena le indosso, passa da verde smeraldo a verde chiaro.
Passo 2: Fatto.
Apro il correttore e, con estrema cura, copro le occhiaie dovute alle notti passate a fare tutto fuorché dormire e le leggere lentiggini che ho sul naso.
Passo 3: Fatto.
Mi dirigo verso l'armadio ancora in pigiama spalancando le ante e prendendo la divisa scolastica. Tsk, manco fossimo in una scuola militare. La indosso roteando gli occhi per riflesso incondizionato. Quando finisco fisso lo specchio a parete, che mi rimanda l'immagine di una ragazza di quasi diciasette anni con dei capelli da principessa Disney, un visino angelico e una divisa -orripilante a parer mio- bianca e rosa confetto.
Passo 4: Fatto.
Trasformazione completata.Infilo le ballerine nere trattenendo un conato di vomito, agguanto cellulare e borsa ed esco, prima dalla mia stanza e poi dalla mia ala.
Un'ala intera. Della villa mega-lusso dei miei genitori.
Ricchi sfondati. Nobili, vecchio stampo e patetici da fare schifo.Faccio una smorfia al pensiero mentre infilo il telefono in una tasca nascosta che ho realizzato io stessa sul fondo della cartella. Tecnologia, cellulari & co. in casa mia sono come il demonio.
Oggetti malefici e inutili che distraggono dalle cose davvero importanti."Buongiorno" saluto mia madre e mio padre entrando nella sala da pranzo.
La prima mi rivolge un sorriso, mentre il secondo si limita a un rigido cenno del capo.
Ammazzati.
Evidentemente troppo occupato per degnarsi di salutare sua figlia, fissa il quotidiano che ha davanti prima di iniziare la sua attività preferita: lamentarsi.
*Unica cosa che avete in comune*
Lo ignoro e faccio colazione più velocemente possibile.
"Arrivederci padre, arrivederci madre" mi alzo da tavola.
"Se sei già pronta vai pure, la limousine è fuori che ti attende" mi congeda la mia carissima mammina.
Ho già la mano sul pomolo d'oro del portone quando la voce di mio padre mi richiama.
"Emma, stasera andremo a cena a casa degli Ostuni, vedi di prepararti adeguatamente" i suoi occhi d'acciaio mi squadrano.
Fantastico, ci mancavano solo loro. Gli Ostuni con il loro prezioso figlioletto. Trattengo a fatica un'alzata d'occhi.
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WHO ARE YOU? || Lorenzo Ostuni
FanfictionEmma Bianchi e Lorenzo Ostuni. Ricchi, belli, di buona famiglia, iscritti all'istituto più prestigioso di Milano. Il ragazzo e la ragazza perfetti, destinati dalla nascita a sposarsi per il volere dei loro genitori in un matrimonio perfetto. Ma siam...